COMUNE DI PIATEDA E FAI: SALVIAMO L’’OSSARIO DI AMBRIA
COMUNE DI PIATEDA E FAI: SALVIAMO L’’OSSARIO DI AMBRIA

Date dell'evento:
15 Ottobre 2010

Ancora riflettori puntati sullo storico borgo di Ambria... il recente festival musicale Ambria Jazz, per recuperarne la dignità originaria, era solo l’inizio. 

E’ infatti in programma sabato prossimo, 16 ottobre alle 21.00 presso la mediateca comunale, una serata dedicata all’Ossario di Ambria, grazie all’impegno di Comune di Piateda,  Delegazione FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Sondrio e Parrocchia del SS. Crocifisso nell’ambito della campagna FAI “Puntiamo i riflettori”. 

Questa prevede che ogni delegazione presente sul territorio nazionale scelga un bene locale meritevole di essere recuperato e restituito alla comunità e promuova un evento speciale di sensibilizzazione sull’argomento. 

 

Sabato sera, quindi, l’architetto Luca De Paoli terrà una breve relazione sull’Ossario tra storia, fede e cultura e il poeta Luigi Zani racconterà alcune storie locali in dialetto valdambrino. Al termine esibizione canora del coro “Piccole Voci” di Piateda.

 

L’Ossario di Ambria è un oratorio risalente ai secoli XVI e XVII, successivamente trasformato con questa destinazione. Sorge a fianco della Chiesa di S.Gregorio ad Ambria. L’importante testimonianza di architettura religiosa si trova da tempo in stato di abbandono e necessita di opportuni restauri conservativi. A questo scopo è stata promossa una raccolta fondi, iniziata già in precedenza anche in occasione del recente festival musicale Ambria Jazz, e ora Il FAI ricorda che fino al 31 ottobre tutti possono contribuire al suo recupero, nell’ambito dell’iniziativa in corso “Difendi l’Italia del tuo cuore”, inviando un sms del valore di 2 euro al numero speciale 45504 o chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia per donare 5 o 10 euro. 


Data: 13/10/2010
 
19/10/2010, 15:34
PUNTIAMO I RIFLETTORI SU QUESTO BENE PREZIOSO

La piccola, ma significativa testimonianza di arte religiosa che versa in stato di abbandono è stata protagonista di una riuscita serata a Piateda.

Il sindaco di Piateda Aldo Parora ne è sicuro: “Faremo di tutto per restituire il significativo monumento alla comunità” e nel suo messaggio introduttivo è stato molto esaustivo: “Ho letto recentemente su un giornale che i valtellinesi non amano il loro territorio, non sono di questa opinione e anzi una serata come questa dimostra esattamente il contrario. Noi al nostro territorio ci teniamo e faremo di tutto per conservarlo dal degrado”. 

Dello stesso parere il parroco don Fausto Passerini: “Siamo qui per lanciare un segnale importante, che altri mi auguro raccoglieranno, per il futuro della nostra comunità”.

Emilia Balgera, presidente della delegazione di Sondrio del FAI, ha ricordato come la campagna “Puntiamo i riflettori” abbia individuato appunto nell’Ossario d’Ambria il bene culturale significativo da salvare in provincia di Sondrio: “Lo poniamo dunque all’attenzione della comunità, ma non solo. Tutti potranno contribuire al restauro, fino al 31 ottobre, mandando un SMS del valore di 2 euro al numero speciale 45504 o chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia se si vogliono donare 5 o 10 euro”.

 

L’architetto Luca De Paoli nel corso della serata ha relazionato sull’ossario, costruito tra il 1730 e il 1760 per ospitare i defunti “valdambrì” prima della realizzazione, nel 1890, del cimitero. “L’intervento più urgente – ha sottolineato – è quello del consolidamento della struttura, per evitare un quanto mai probabile crollo”. 

 

Interessante la lettura di alcuni articoli di giornali d’epoca, che sottolineavano l’accesa rivalità tra le contrade di Ambria ed Agneda per la sede parrocchiale, risolta salomonicamente dividendo tra esse la residenza del parroco per sei mesi a testa. 

 

Giovanni Busetto, direttore artistico di AmbriaJazz, ha infine rimarcato la necessità che il centro orobico non perda un bene così importante, prezioso per tutta la Valtellina.

 

Sabato il coro “Piccole Voci” di Piateda, diretto da Paola Venturini, ha eseguito anche brani della tradizione come “Sciur padrun dali beli braghi bianchi” e “El ciodo”, cantata a canone. Non poteva mancare l’applauditissimo poeta valdambrino Luigi Zani, che ha letto alcune delle sue creazioni in dialetto originale, tra cui la gettonatissima “Ul valdambrì e l’ingegner”.

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021