DELLA BITTA e i sindaci valtellinesi a Roma
DELLA BITTA e i sindaci valtellinesi a Roma

(Pubblichiamo l’intervento alla Camera dei Deputati del presidente della Provincia di Sondrio Luca Della Bitta, oggi a Roma per l’incontro “In ascolto del disagio montano. I parlamentari si confrontano con i sindaci dei Comuni montani”.

“La montagna davvero non ne può più e chiede di riconoscere quella che può sembrare un’ovvietà, ovvero che erogare servizi in montagna è diverso, è più difficoltoso, è più costoso. Tutto ciò si deve tradurre da parte dello Stato Centrale in risposte concrete, in numeri standard in dati che evidenzino questa unicità una volta per tutte. Le scuole, la sanità, la manutenzione delle strade e del territorio, tutti i servizi insomma, hanno la necessità di risorse adeguate, diverse da quelle che servono per amministrare altri territori. Se vogliamo che la montagna continui a vivere grazie alla gente che, nonostante tutto, qui investe, lavora e con passione si occupa e preoccupa di salvaguardare un patrimonio comune, che non è solo dei valtellinesi o dei valchiavennaschi, ma che appartiene a tutta l’Italia, chi governa deva fare una seria riflessione, ma la deve fare in fretta. Ciò che è stato fatto fino ad oggi, infatti, dagli amministratori di montagna, sopravvivendo alla morsa degli insensati e costanti tagli lineari è a dir poco eroico.

Nel momento in cui lo Stato affida nuovamente delle funzioni alle Province, come stabilito dalla Costituzione, è necessario che ci diano anche le risorse per poterle attuare. Ad oggi questo nodo non è ancora stato sciolto e noi stiamo ancora aspettando, impazzendo per poter garantire i servizi fino ad oggi erogati. Potremo farlo ancora per poco se le risposte non arrivano. I territori di montagna però ancora prima del trasferimento delle risorse da parte dello Stato Centrale, chiede di poter gestire le proprie di risorse. A tale proposito non ci piace che nella riforma costituzionale il tema dell’energia e delle acque torni ad essere di competenza dello Stato. Se lo Stato davvero riconosce la specificità della montagna, allora che investa queste terre di una grande responsabilità e lasci loro la gestione, con le risorse collegate, di energia e acque.
Mi riferisco ai soldi e di conseguenza alle opere pubbliche bloccate dal Patto di Stabilità che bene non fa in questo momento né al mantenimento del territorio né all’economia locale.

La montagna deve trovare forme di associazione e di collaborazione, siamo pronti a farlo domani, ma i contenuti di queste unioni devono essere stabilite dai territori stessi.

Oggi, pesantissimi tagli lineari, iva sui terreni agricoli, iva sul pallet, Patto di Stabilità solo per fare alcuni esempi, ci fanno pensare che il nostro essere specifici in quanto territori interamente montani è qualcosa di non vero, è una presa in giro come ci dicono i nostri cittadini. Vogliamo pensare che non sia così, per questo oggi siamo qui per proporre una soluzione per un serio e sereno invito all’ascolto ma questa è davvero l’ultima chiamata che la montagna fa allo Stato Nazionale”.


Data: 12/01/2015