I diversi punti di vista dei RAGAZZI DELLA VALLE...

Gli altri ragazzi ( e le altre ragazze ) della Valle

 

“Il corto “I ragazzi della valle” è stato realizzato da alcuni ragazzi sondriesi per la regia di Ciro Zecca, ed è risultato vincitore del concorso di videoclip indetto dal Policampus di Sondrio. In poco tempo ha raggiunto più di ottomila visualizzazioni su You Tube e svariate condivisioni sui social network.

Tutto questo anche se, tecnicamente, il video dimostra un solo pregio: il ritmo. L’opera è ampiamente fruibile, ma utilizza alcuni stratagemmi di bassa lega: la commistione di generi (che è sì moderna, ma le immagini di Google ricordano i filmati che i ragazzi fanno sulle loro canzoni preferite), la voice over (che prende per mano lo spettatore, qui disperatamente tesa al sensazionalismo), la forte ironia, che gioca su stereotipi a volte molto offensivi. La qualità dell’immagine è bassissima, grossolano il montaggio. Si voleva, forse, creare così un’opera di forte impatto emotivo, causata da un’urgenza espressiva. Se ne ricavano invece scene senza tono e intensità. Se non direttamente coinvolti dalle tematiche del video, lo si trova amatoriale, velleitario e patetico.

 

Se nel vederlo siete rimasti straniti, commossi o indignati, se vi è risultato indifferente o anche se non l’avete nemmeno visto, vogliamo dirvi che noi non ci stiamo. Noi siamo gli altri ragazzi (e le altre ragazze) della Valle. Nati in Valtellina, ci siamo legati. Viviamo sparsi per il Nord Italia, siamo studenti, liceali o universitari, e lavoratori. Non ci stiamo all’immagine che è stata data di noi. E nemmeno all’immagine che è stata data della Valle, che da questo corto esce profondamente offesa.

La Valle ne esce come un posto di nulla. Pare che le cose da fare in Valtellina siano davvero poche: tralasciato il sabato sera alcolico, in nove minuti di video non si propone altro che suonare davanti a quattro amici, farsi una canna su un prato, fare l’amore in macchina. Ebbene, non c’è luogo d’Italia in cui non ci siano un prato per fumarci una canna, una macchina per farci l’amore, quattro amici per cui suonare o un bar dove bersi una birra.

Noi pensiamo che non sia tutto così: questo è lo stile di vita di una minoranza che pare voler rappresentare tutti. Ma non tutti i ragazzi in Valtellina hanno tempo e soldi per annoiarsi.

E se vivere in Valle significa poter riconoscere la gente che incontri per strada, noi, al contrario, pensiamo che ci sia qualcosa di affascinante nel vivere in un posto che ogni giorno ti riempie di facce nuove e nuove storie.

Ma di storie da raccontare ne ha anche la Valle, e il video pare dimenticarsene. Più in generale, pare dimenticarsi della cultura. È come se la cultura (gli incontri interessanti, gli scrittori emergenti, le band sperimentali, le storie e le tradizioni) non rientrasse tra i motivi per cui amare la Valle. È come se chi è venuto prima di noi non ci avesse lasciato niente, come se vivessimo in un posto culturalmente addormentato, artisticamente vuoto, senza niente da dire. Ci chiediamo: è davvero così? Il messaggio è: in Valtellina non c’è niente di speciale da fare, ma dovremmo imparare ad accontentarci.

 

Ma noi non intendiamo prendere le distanze solo dal messaggio. Non ci stiamo nemmeno agli stereotipi banali scelti per veicolarlo. Vogliamo credere che la diversità (del Mondo come della Valle) si meriti una descrizione più dettagliata. Guardiamo bene il video. Parlano solo i ragazzi, le ragazze sono quasi assenti, rigorosamente mute, servono da scenografia, nude se possibile. E un po’ di nudo in Italia piace sempre: la cugina ha il seno al vento e la cameriera il culo scoperto. Le attrici sono semplici sorridenti comparse. Basta: in nove minuti, l’incisiva presenza femminile finisce qui. Il banale della rappresentazione delle donne scade nell’offensivo della rappresentazione degli omosessuali. Luca è un omosessuale il cui sogno è diventare donna tramite una non meglio precisata operazione di impianto di una vagina? Non esistono omosessuali che vogliono cambiare sesso. Omosessuale e transessuale sono due concetti molto diversi.

E le cose brutte che non ci sono a Sondrio dove sono? In Meridione. Per evocare negativamente il Sud servono luoghi comuni adatti. Del caldo, accogliente, splendido Sud Italia non si rappresentano che città intasate dal traffico e dai rifiuti, sparatorie “al calar del sole” e l’onnipotente presenza delle mafie. Messaggio: a Sondrio magari si vive male, ma almeno rimani vivo (buona pace per i troppi morti sulla strada), perché vuoi andare via?

Perciò chi vuole andare via o chi l’ha già fatto è solo un poverino che non si accontenta. Non importa il motivo: lavoro, università, amore, noia, curiosità. Non importa se andando via apprezza maggiormente il luogo dove è cresciuto, e se impara qualcosa di utile per tornare a migliorare la Valle. E, in una provincia storicamente afflitta dal dolore di troppi suicidi, non importa nemmeno se questa voglia di andare via non è capriccio, è male di vivere.

 

Non ce l’abbiamo con i ragazzi che si sono impegnati a fare il video (agire è sempre preferibile all’apatia), ma crediamo che fare qualcosa non corrisponda sempre a fare qualcosa di buono. Non riusciamo ad accettare che la proposta sia l’accontentarsi, non l’impegno a migliorare, non accettiamo le offese alle donne, agli omosessuali e al meridione. Non accettiamo che questa sia l’immagine dei ragazzi della Valle. Come fa l’uomo a non accontentarsi mai? si chiedono, nel video. Come fa a non farsi bastare aria pulita, acqua buona, canne sul prato e sesso in macchina? Personalmente, noi vogliamo continuare a non farcelo bastare; noi, a venti anni, vogliamo continuare a non accontentarci. “E in fondo cosa ci ha che non va questo posto? Solo la testa di chi ci vive.” In una città di più di ventimila abitanti, la “testa di chi ci vive” non è proprio un dettaglio irrilevante. Nella tua testa ci sono le persone che hai incontrato, le storie che hai ascoltato, le esperienze che hai vissuto. La diversità del Mondo che, senza per questo smettere di amare la tua terra, sei riuscito a vedere. E che, se parlando di “orizzonte” inquadri il fondovalle, non riuscirai a vedere mai".

 

Simone Benazzo, Giulia Buzzella, Simone Ceciliani, Nicola Curtoni, Claudia Marina Dalla Pona, Manuela Di Paola, Giorgia D’Eraclea, Federico Gusmeroli, Erika Molta,  Michela Pusterla, Caterina Rossetti, Bogna Sudolska, Matteo Tarabini, Giulia Zazzi.


Data: 25/05/2012
 
26/05/2012, 08:19
video alternativo

Sarebbe interessante che gli altri ragazzi della valle rispondessero utilizzando  lo stesso strumento espressivo, cioè il video, dato che tra loro ci sono persone esperte e molto preparate. Aspetto con interesse la risposta.
lucavi


Autore dal
27/10/2021