Rigamonti JBS
Rigamonti JBS

I media non hanno dato molto risalto allo scandalo JBS. Eppure i fratelli Batista sono in galera da settembre. I reati commessi dalla JBS sono gravissimi. Per fare quello che hanno fatto hanno versato tangenti a 1893 politici. Lo hanno confessato loro stessi per "patteggiare", Lavoratori in schiavitù, 300 km2 di Amazzonia deforestati illegalmente, frodata la Banca brasiliana dello sviluppo, insider trading su valute, addomesticamento delle ispezioni delle carni, ecc.

di Michele Corti

La Rigamonti JBS è l’azienda leader della bresaola Valtellina, prodotto tipico IGP e vanto dell’agroalimentare sondriese. A giugno il Sole24 ore  aveva  accostato i guai della JBS alla bresaola suscitando le ire del Consorzio di tutela (vicepresidente il manager della Rigamonti-JBS, Palladi). Ma, dal momento che la storica e principale azienda produttrice della  bresaola industriale (oltre 30% di quota di mercato) è di proprietà della multinazionale brasiliana, che quest’ultima è  coinvolta in una serie - senza precedenti nel mondo del business - di attività crriminali,  c’è poco da risentirsi. L’oceano di fango dello scandalo JBS non può non schizzare sulla Valtellina. Piaccia o meno.

La JBS diventa padrona della Rigamonti nel 2015, dopo una serie di passaggi di mano che avevano già visto la cessione dell’azienda ai brasiliani della Bertin da parte del "re della bresaola" (il comm. Emilio Rigamonti). Le acquisizioni di aziende di bresaola mettevano in mano ai carioca l’ultimo anello mancante di una filiera già quasi completamente brasiliana (allevamento, macellazione, prima lavorazione). Va anche ricordato che la JBS non era nuova al mondo della bresaola in quanto, per anni, ha avuto una quota del 50% del gruppo Cremonini (il maggiore italiano nelle carni) che produce bresaola con il marchio "Montana". Il motivo è semplice: la bresaola industriale si fa con carne congelata di zebù sudamericano.

La fortuna della Rigamonti, sulla cui scia si misero poi altre aziende, consistette nell’intuire che un prodotto a basso costo (le cosce congelate di zebù allevato in brasile) potevano prestarsi a realizzare la bresaola. Il gusto del prodotto artigianale è ben diverso ma, alla massa dei consumatori che non lo conoscevano, la "nuova bresaola" venne presentata come un prodotto allettante, "moderno", in sintonia con le preferenze per la carne magra. Il gioco funzionò. Il business crebbe.

In assenza di possibilità di confronto con la ben più succulenta e aromatica bresaola artigianale il consumatore di massa accolse con favore un prodotto "dietetico" ma al tempo stesso "tipico" e che "sa di montagna". Il suggello all’operazione è stato conferito dall’Unione Europea che, ha inserito la bresaola della Valtellina tra i prodotti IGP (Indicazione di origine protetta). 

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Data: 14/12/2017