TRANSUMANZA ALL’APRICA NELLE PAROLE DI LUISA MORASCHINELLI
TRANSUMANZA ALL’APRICA NELLE PAROLE  DI LUISA MORASCHINELLI

 Al müdà an Abriga... 

 Pochi ma buoni e generosi gli agricoltori e allevatori di Aprica. 

 

Lo stanno dimostrando in varie occasione. Vedi  alla sagra di San Pietro, il 29 giugno scorso... hanno ricreato quello che noi potremmo definire "scene di un museo in animazione ". 

Infatti quello che un tempo era il quotidiane di tutte le famiglie, che dovevano necessariamente avere le bestie per la sopravvivenza, oggi possedere e allevare mucche e altri animali è una rarità di poche famiglie e quindi ottima e geniale l’idea di riunirsi e svolgere delle attività che mettano in mostra quei pochi animali che ci sono ancora nel paese e  mostrare i prodotti alla gente e in particolare ai turisti.

Ottima la riuscita della così detta – transumanza – che nel nostro dialetto d’Aprica chiamiamo “müdà “(e che per l’occasione, come da mia abitudine, ho fatto una descrizione nel nostro dialetto, di come avveniva la transumanza negli anni 40 all’Aprica. 

La recente edizione del “müdà”’, ossia del rientro dall’Alpe delle mucche ai maggenghi di casa, sabato scorso ha avuto luogo in mattinata con una sfilata delle mucche, ornate, per l’occasione, di ghirlande di fiori. 

Hanno sfilato da via  Magnolia a via Europa dirette ai “campetti” dove sono state in mostra tutto il resto della giornata, libere in vasto spazio tutto per loro. Ammirate da grandi e piccoli e, se pur inconsciamente, hanno fatto da modelle a fotografi e a prestarsi nelle varie manifestazioni come per  la mungitura, sul posto. 

Per l’occasione, sul mezzogiorno, è stato allestito e proposto il pranzo del contadino a un modico prezzo,  a base di polenta, salsicce, formaggio e un bicchiere di vino. Al suono di una strana musica alternata fra fisarmonica e campanacci di ogni genere.

Il pomeriggio è continuato, dietro spiegazione di Edoardo Cioccarelli, con le varie fasi, dalla mungitura alla lavorazione del latte. 

Lo stesso latte munto sul posto, sotto lo sguardo stupito dei bambini, è stato poi distribuito, ancora caldo, ai presenti, in bicchieri puliti,  a volontà e gratis.

 Ha fatto seguito la dimostrazione, con relativo assaggio a volontà, della “cadólca”, un misto di latte appena munto e vino. Bevanda che usavano dare all’uomo al rientro dai lavori pesanti.

Ma le protagoniste sono state sempre le mucche e, per l’osservatore attento, straordinario l’atteggiamento affettuoso della mucca con il muso teso a ricevere la carezza del suo padrone.

E da rilevare che, anche se all’osservatore casuale, sembra che tutte le mucche si assomiglino, il padrone o chi le cura invece le sa individuare una per una, tanto che hanno anche un nome.

Un grazie quindi agli agricoltori e allevatori d’Aprica, e complimenti per la manifestazione. 

Luisa Moraschinelli/aprica, 30.8.2010


Data: 30/08/2010