01/04/2020, 09:04 La legge
Approvata dal Consiglio regionale la nuova legge sull’idroelettrico che, per espressa volontà della norma nazionale, doveva essere approvata entro il 31 marzo 2020. L’assessore Sertori: "Con l’approvazione di questa legge si creano le condizioni per avviare un nuovo patto con i territori interessati dai grandi impianti idroelettrici. Il Consiglio Regionale ha saputo cogliere questa opportunità che consentirà ai territori interessati dalla presenza di derivazioni, impianti e infrastrutture a scopo idroelettrico, di avere benefici in termini economici, di occupazione e di servizi". Il percorso legislativo "Dopo 20 anni di inadempienza dello Stato - aggiunge Sertori - che non ha permesso di espletare le gare per il rinnovo delle concessioni scadute, con una legge illuminata su spinta di Regione Lombardia, nel 2018 lo Stato trasferisce la proprietà delle dighe alle Regioni e conferisce autonomia alle stesse per determinare, attraverso legge regionale, i criteri di gara. Dopo un anno dopo, la Lombarda approva la legge sulla cessione di energia gratuita e infine, oggi, all’approvazione della nuova legge lombarda sull’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche. Questa è la dimostrazione che autonomia significa efficienza". Un risultato che l’assessore Sertori non esita a definire ’storico’. "Con lo stesso approccio - prosegue - affronteremo i prossimi passaggi con l’approvazione dei regolamenti e degli atti amministrativi necessari a dare attuazione alla legge e ad avviare le gare per le concessioni scadute entro i prossimi due anni, per l’assegnazione entro dicembre 2023". Oltre l’80% degli introiti ai territori La norma regionale definisce il canone di concessione secondo i criteri introdotti a livello statale, articolandolo in una parte fissa, che la Lombardia ha stabilito in 35 euro al kW, e in una parte variabile in relazione alla produzione. Quest’ultima è stata fissata nella misura di almeno 2,5%. La legge statale prevede inoltre il trasferimento annuale alle Province e alla Città metropolitana, sul cui territorio insistono gli impianti, di almeno l’80% del canone introitato dai concessionari. Percentuale che diventa del 100% per la Provincia interamente montana di Sondrio. La legge regionale votata oggi stabilisce i criteri di valutazione per l’assegnazione delle concessioni alla loro scadenza, i requisiti in sede di gara, gli interventi di efficientamento degli impianti, di compensazione ambientale e territoriale nonché di carattere sociale, formativo e occupazionale dei territori interessati. La legge prevede inoltre una serie di obblighi nella gestione delle acque invasate finalizzati a garantire il livello minimo di acqua per i livelli dei laghi, l’agricoltura e l’ambiente. Così applichiamo l’autonomia Una legge articolata, dunque, che secondo l’assessore Sertori "sancisce un principio fondamentale di autonomia, declinato però ad un concetto sussidiario volto a dare risorse, legittimazione e forza ai territori che sono interessati da questi grandi bacini. Daremo la dimostrazione che attraverso questo sistema riusciremo da un lato ad efficientare la produzione di energia "pulita" e dall’altro a trovare una compensazione economica con i territori". Gettato basi per creare perequazione sui territori montani "La legge crea tutti i presupposti per istituire "un nuovo contratto" tra coloro che gestiranno i grandi impianti e genererà energia e le comunità che vivono sui territori che li ospitano e getta altresì le basi per creare una situazione di perequazione verso i territori montani che come é noto devono far fronte a un costo più alto dei servizi rispetto alla pianura. E andremo a farlo utilizzando una risorsa generata dalla montagna stessa", conclude Sertori. |