ACQUE: LA CORTE COSTITUZIONALE AMMETTE IL REFERENDUM
ACQUE: LA CORTE COSTITUZIONALE AMMETTE IL REFERENDUM

“Credo che possiamo dirci soddisfatti, anche se ora arriva il duro impegno di convincere 25 milioni di italiani ad andare a votare!”. Questo il commento di Martina Simonini, del Comitato Referendum Acqua Pubblica, in merito alla decisione di ieri della Corte Costituzionale di ammettere due quesiti referendari proposti dai movimenti per l’acqua. 

In primavera la battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua entrerà nel vivo con il voto dei cittadini e il Comitato Promotore esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull’abrogazione dell’Ato, “un necessario atto di democrazia perché a decidere sull’acqua siano davvero gli italiani”.

Ora il Comitato ha intenzione di attivarsi al fine di far coincidere la data del referendum con quella delle elezioni amministrative, e attende la motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito (abrogazione dell’articolo di legge che consente la remunerazione del capitale investito, ovvero i profitti sull’acqua, mentre il primo quesito bocciato dalla Consulta riguarda l’abrogazione del Decreto Ronchi, art. 23 bis.

 “Approfitto per un grazie ai 4000 firmatari della Provincia di Sondrio”, conclude Simonini.


Data: 13/01/2011
 
04/03/2011, 16:07
REFERENDUM DA VOTARE IN ALTRA DATA

300 MILIONI DI EURO BUTTATI. E’ questo il pensiero del PD di Sondrio, alla luce del fatto che i referendum costeranno alle casse dello Stato, anche se potevano essere “risparmiati”: “In un momento di grave crisi finanziaria per il nostro Paese Italia, per le imprese e per le famiglie,  LEGA e PDL   decidono di buttare dalla finestra 300 milioni di euro. E’ la cifra che costerà al Paese far votare i refendum in una domenica diversa da quelle stabilite per le elezioni amministrative e i ballottaggi”.

 

Il PD continua: “300 milioni che potevano costituire un volano in una fase di crisi, con quella cifra si potrebbero terminare le tangenziali di Morbegno e di Tirano; con i 165  milioni rimasti potremmo utilizzarne 30 per ammodernare la linea ferroviaria e le carrozze; altri 50 per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici a partire dalla scuole materne fino ai licei… e con la restante parte potrebbero essere avviate politiche attive nel campo sociale e del turismo...

Una grande occasione di sviluppo e di traino per l’economia…Non importa se due domeniche prima i seggi in gran parte d’Italia sono aperti, e così  l’espressione del voto dei cittadini in questa circostanza conta poco; conta quando serve per giustificare l’atteggiamento del Premier davanti ai giudici (non può essere giudicato perché eletto dal popolo)”.

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021

29/01/2011, 11:06
Sentenza che smentisce il DECRETO RONCHI

Una prima, storica vittoria per i movimenti per l’acqua bene comune: la Corte costituzionale il 26 gennaio ha depositato le sentenze con cui motiva le dichiarazioni di ammissibilità dei due quesiti referendari sull’acqua depositati dal Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”.

Sentenze che rendono giustizia alle ragioni dei promotori dei referendum e che smentiscono in primis l’ex ministro Ronchi e quanti avevano sostenuto che il Decreto che porta il suo nome era un atto dovuto in attuazione di obblighi comunitari. 

La Corte definisce, infatti, che l’abrogazione di tale provvedimento avrà come diretta conseguenza l’applicabilità immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria, la quale prevede la possibilità di gestione pubblica.

Con riferimento al secondo quesito ammesso, la Corte chiarisce una volta per tutte che con l’eliminazione del riferimento all’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito” si persegue la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua, ne consegue una normativa immediatamente applicabile.

Il Comitato adesso sollecita il Governo per l’approvazione di un immediato provvedimento di moratoria sulla privatizzazione dei servizi idrici e a fissare la data di indizione dei referendum; rinnova la richiesta di accorpamento della consultazione alle elezioni amministrative della prossima primavera, per consentire ai cittadini di esprimersi su due referendum che porteranno alla ripubblicizzazione dell’acqua.

Il 5 e il 6 febbraio il popolo dell’acqua torna in piazza per lanciare con banchetti ed eventi l’autofinanziamento della campagna referendaria.

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021