Bollettino n? 11
INDICE DEL BOLLETTINO N. 11 - 2008 Un furto sacrilego alla Madonnina di Oga nel 1716 REMO BRACCHI «… la stessa motivazione con la quale si apre il processo non consente dubbi in proposito: non «volendo l’illustrissimo Offitio lasciare pro posse impunito tale enorme e sacrilego misfatto». E Domenica moglie di Giovan Domenico Alessi, al solo sospetto che una tela rivenduta a lei dalla presunta ladra provenisse dalla cappella, esclama: “A[lla] qual parola restai quasi intremortita”…» Fortificazioni sforzesche nel contado di Bormio GUIDO SCARAMELLINI «Fin dall’ottobre 1477, quand’era duchessa Bona di Savoia per conto del figlio minorenne Gian Galeazzo Sforza, orfano di Galeazzo Maria, ucciso l’anno prima, si chiedevano soldati di rinforzo al castello di San Pietro a Bormio, sollecitando contemporaneamente a completare le difese dei Bagni. Nel Bormiese “per havere molti confini, e con la ill.ma signoria da Vinezia e con il duce d’Austerlich e con monsignore da Choyra e con monsignore da Trento, se li vole havere grande ochio e diligentia”, come scrivono nel 1490 i ducali a Giovanni Beccaria, commissario delle armi a Sondrio.…» Il beneficio di Oga e il salario parrocchiale ANNA LANFRANCHI «Don Giuseppe Armanasco, che pure era stato rassicurato dai fabbricieri a questo proposito, si lamenta a più riprese della mancata corresponsione della legna da parte dei suoi parrocchiani e non esita ad invitare i fedeli dal pulpito ad assolvere a ciò che egli considera un loro preciso dovere: nel marzo 1936, trovandosi sprovvisto di legna, è costretto ad avvisare dal pergamo i fedeli, che rimediano prontamente ma in numero insignificante ed in scarsa qualità, così che il parroco dovrà presto ripetere il solito spiacevole avviso. Infatti annota con mestizia nel 1938 che anche i pochi fedeli devoti a detta annua prestazione non vollero sottomettersi all’obbligo, per cui il parroco dovrà arrangiarsi alla meglio che potrà…» La Valdisotto e i suoi sepolcri LORENZA FUMAGALLI «Art. 10I cadaveri delle persone morte di malattia comune non potranno essere lasciati nelle chiese oltre il tempo necessario al compimento delle esequie.Qualora siansi già manifesti i segni della putrefazione, il cadavere non dovrà essere deposto nella chiesa, ma si potrà soltanto concedere dal Sindaco che il carro mortuario o bara vi si fermi davanti alla porta per l’adempimento delle cerimonie religiose, ritenuto che in nessun caso tale fermata eccederà i venti minuti…» Peripezie di un direttore lavori di inizio secolo MARCO DE CAMPO «In principio sembrava una persona di cui fidarsi, ma Luigi Motta, segretario comunale di Bormio in quel tiepido pomeriggio del 2 giugno 1914 aveva una sinistra luce nei suoi piccoli occhi sfuggenti. L’ingegner Luigi Alfredo Cola, appena entrato nella stanza, salutò cordialmente il Signor Sindaco con una vigorosa stretta di mano, un cenno col capo in direzione del segretario e senza troppi convenevoli chiese quando potevano cominciare i lavori per la sistemazione del ponte di Combo e la ricostruzione del ponte di Furt. «Non prima dell’anno prossimo», rispose il Motta, aprendo il capitolato d’appalto proprio sull’ultima pagina, dove mancava solo la firma dell’Ingegner Cola…» Per grazia ricevuta. Gli ex voto della chiesa del Sassello MANUELA GASPERI «… la tradizione di donare un dipinto in seguito ad una grazia ricevuta, era pratica comune nelle valli del bormiese. Sebbene i quadretti ex voto siano stati per anni considerati una forma d’arte minore – e per questo siano stati mal custoditi e spesso alienati – in realtà essi costituiscono una fonte preziosa di dati per lo studio della storia, dell’etnografia e dell’arte locale. Il loro primo intento è prettamente religioso: si tratta di un atto di ringraziamento che il devoto offre alla chiesa per l’aiuto che la divinità gli ha dimostrato nel risolvere positivamente un evento drammatico…» La Magnifica Terra e le Honorate Valli: restauri e ricerche CECILIA GHIBAUDI «… la ricostruzione della parrocchiale, officiata a partire dal 1630 e, dal punto di vista devozionale, la più importante del contado, si colloca in un fervido clima di nuove iniziative volte a rinnovare gli edifici sacri della “Magnifica Terra”: nel 1629 si ingrandì il presbiterio della chiesa della Madonna del Carmine nella Contrada de’ Monti e nel 1637 la tobia; nel 1633 si cominciò a costruire la chiesa dei Santi Carlo, Sebastiano e Rocco a Pedenosso, nel 1637 quella di Sant’ Ignazio dei Gesuiti di Bormio…» Restauri presso la Collegiata dei Ss. Gervasio e Protasio di Bormio PININ BRAMBILLA BARCILON «… il più recente e complesso intervento di restauro - concluso nel 2008 - ha riguardato il dipinto di grandi dimensioni rappresentante il Trionfo della musica liturgica, opera realizza a quattro mani nel 1666 da C. Marni e da P. Kolberg di Malles. Il quadro versava in condizioni di avanzato stato di degrado aggravato dal precario vincolo costituito da un sistema di chiodi applicati direttamente sulla superficie pittorica…» Monticazione e discesa dall’alpeggio a Frontale DARIO COSSI «Erano i segnali della natura a scandire i tempi per gli alpigiani. Le giornate più corte, il sole spostato più a ovest, l’aria tersa e gelida del mattino, le brinate, il tramonto precoce, il giallo quasi uniforme a colorare pascoli, prati e boschi di larice. Un tempo persino le narici avvertivano il cambiamento, perché lo stallatico era stato sminuzzato nei prati brucati. Oramài l é tut salvàdech “ormai è tutto selvatico” era il commento che dava lo stimolo al ritorno al paese, a mudār…» “… in questa materia di stregarie ella sia morta innocentissima…” ILARIO SILVESTRI «… una trentina di anni dopo si avviarono altre inchieste, in particolare indirizzate contro due donne di Tirindré; una di esse, Lucia Folonari, ebbe come guida spirituale padre Paolo Sfondrati, un personaggio di profonda spiritualità che morì a Bormio il 25 aprile 1676 in odore di santità. Egli lasciò nel suo epistolario - tuttora conservato nell’archivio parrocchiale di Bormio - un breve ma significativo commento alla sentenza capitale emanata contro la donna di cui era stato confessore…» Il mito valtellinese della “magada”, strega e fata amante IVAN FASSIN «Ma c’è almeno un caso di credenza, orale e in parte scritta, che va sotto il nome per la verità un po’ generico di magada (o talora, senz’altro maga), testimoniata con sicurezza in più luoghi, su entrambi i versanti della vallata principale…» “La vèrgna de Chéco de Camplönch” di Massimo Longa GISI SCHENA * La biografia di Massimo Longa«… Massimo raggiunse l’Ortigara, dove doveva trovarsi con il Cappellano militare che era legato da intima amicizia col figlio e con il quale avrebbe dovuto procedere all’apertura del feretro. A causa di un contrattempo, il prete non arrivò lassù che assai tardi: e sull’Ortigara, per ben trenta ore, racconta egli stesso, il Padre rimase in attesa, senza cibo, presso la bara del figlio…» * Il poema Adìo, car i méi camp e bàit e géśa, bósc’ch [e] mónt e vedréta, ve salùdi! Fin és m’at déit alòc’ e féit li sc’péśa, és tegnì cunt del còrp che mi refùdi, de gè che per finìr li mia sc’coféśa al Signór finalmént al vòl che mudi. Un filòz a Pemónt COSTANTINO DE MONTI «… questi incontri erano anche arricchiti da ricordi che riguardavano antiche relazioni parentali, personaggi del passato o situazioni particolarmente comiche che suscitavano nel gruppo l’ilarità generale. Se dunque con il termine filòz si intende andare a ritroso nel tempo, non è fuori luogo lo scritto che segue sulla contrada di Pemónt. In questi tempi troppo pieni di televisione e tanto vuoti di socialità si avverte il bisogno di ritrovarsi al volgere del giorno per rammentare fatti e curiosità del nostro paese…» Gli gneiss della zona di Migiondo: tra palestre, cave e pavimenti di chiese SIMONE ANGELONI «… nella zona di Migiondo c’è stata nel passato una certa attività estrattiva, testimoniata e ricordata anche per la costruzione del Villaggio Sanatoriale Morelli, e che riguarda soprattutto le località definite “Anfiteatro” e le pareti poste appena a monte della località Cà de Códega. La “Placca Strambini” invece sembrerebbe essere esente da questo tipo di problematica…» Recente segnalazione di incisioni fusiformi in Valdidentro GIUSEPPE COLA «La Valdidentro, fatta eccezione per qualche coppella di recente individuazione, sembrava essere priva di incisioni su roccia. La recente segnalazione di un masso con incisioni lineari fusiformi da parte del sig. Enrico Pristner di Premadio, appassionato di storia locale e profondo conoscitore della zona, apre però nuove prospettive in quest’area…» S. Bartolomeo de Castelàz: Aurea Veste RITA SOSIO «… era un a moneta forse d’oro, fui assalita da una grande emozione e trepidazione poiché non essendo un’esperta non potei valutarne con certezza l‘importanza. L’esperto venne immediatamente e fece una prima analisi, confermando la natura del ritrovamento. Una moneta aurea, probabilmente di epoca longobarda. »
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