BORGHI bellissimi
Ho rivissuto, quasi con nostalgia, quei giorni in cui ero immerso nel mondo di Slow Food, quando nei ristoranti si consumava un pasto, si saldava il conto e poi si discuteva delle osterie che avrebbero potuto entrare a far parte dell’illustre guida delle Osterie d’Italia.
Questo ricordo ha preso vita in un piccolo paesino nei pressi di Tirano, dove una vecchia casa, affascinante nella sua bellezza decadente, ha attirato la mia attenzione. Ho sentito che una persona, in un modo quasi sussurrato, desiderava "regalare" questa casa, portando con sé una quindicina di migranti africani. In quel momento, mi sono detta "Prima di considerare l’acquisto di questa dimora, è essenziale raccogliere alcune informazioni presso il Comune. Non mi sono presentata come persona, né come giornalista, né con alcun titolo che potesse suscitare interesse. Ho semplicemente espresso la mia intenzione di acquistare la casa, sottolineando che, essendo genitore di un bambino di undici anni, desideravo avere chiarimenti sulla sicurezza della zona. Ho chiesto se il Comune fosse a conoscenza della situazione. Il sindaco, con un’aria di noncuranza disarmante, ha risposto senza nemmeno chiedere chi fossi. "Non mi riguarda," ha detto, "i privati possono fare ciò che vogliono." A quel punto, ho menzionato il nome della via, ma la segretaria è intervenuta, con un tono che tradiva incredulità: "Quella via non esiste nemmeno più". E io "già la via non è neppure indicata". Forse sono apparsa scortese, ma non ho potuto fare a meno di lasciare l’ufficio, pensando che, a quanto ne so, un sindaco dovrebbe avere delle competenze in merito a questioni di pubblica sicurezza, nonché in materia di salute pubblica.
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