"Cancellare Comunit? Montane e B.I.M. mostruosa pensata"
Si discute di Provincia di secondo livello, autonomia e nel contempo c’è chi suggerisce di abolire Bim e Comunità Montane ma Narciso Zini, vicesindaco di Livigno, non ci sta… “E’ indispensabile farci un attimo più seri e se ci vogliamo esprimere che è sacrosanto, è indispensabile conoscere le premesse. Leggo che per espressione del rappresentante Valtellinese pentastellato sono da abolire Comunità Montane e BIM . Intanto mischiare le due cose è assurdo perché se le Comunità Montane sono enti comprensoriali il B.I.M. è un consorzio autonomo di tutti i comuni della valle. Abbiamo fatto una battaglia quasi persa se non fosse per la specificità di Provincia (pardon Ente d’area vasta) interamente montana, che per mantenerla dobbiamo usare fondi, conquistati dopo numerose trattative per investimenti sul territorio. Fra l’altro al proposito non abbiamo alcuna certezza per il futuro dell’ente anche se qualche speranza in più, fortunatamente, ci viene dalle rassicurazioni in senso autonomista direttamente dal presidente della Regione Maroni. L’organizzazione dei servizi molto complessa e procapite costosa, per i piccoli centri diventerebbe insostenibile se non ci fosse una condivisione comprensoriale nell’erogazione dei servizi. Quindi risorse certe da poter gestire autonomamente quali quelle del B.I.M. se finissero nel calderone del pubblico caos diventerebbero da subito soldi in meno per tutti, alla prima occasione. Hanno tagliato a diversi livelli i trasferimenti e questi che sono fondi nostri li andiamo a porgere su un piatto ai famelici. Il Consorzio B.I.M. che gestisce i fondi percepiti per lo sfruttamento delle acque è un ente autonomo come in altre zone d’italia. Le risorse ottenute a parziale risarcimento per il territorio interessato dagli invasi, dighe, cunicoli di travaso di acque canali e sbarramenti di captazione. Il tutto ha comportato opere straordinarie che il territorio interessato ha subito e ne subisce le conseguenze per la sicurezza e soprattutto per l’equilibrio naturale dei corsi d’acqua e dell’utilizzo della stessa. I tagli ai trasferimenti fanno si che le piccole comunità di alta montagna non sono più in condizioni di assicurare il funzionamento della loro realtà di paese e quindi condannati al conseguente spopolamento con vere e proprie migrazioni verso siti più serviti. Tutti i servizi hanno costi superiori in queste realtà ed è in questo senso che dobbiamo pensare di intervenire ad assicurare situazioni ottimali per la sopravvivenza di queste comunità. Abbiamo quindi il dovere di salvaguardare queste risorse e soprattutto l’autonomia del loro utilizzo”. (Foto Fausto Compagnoni)
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