CIPRA: trasporto su rotaia non competitivo
CIPRA: trasporto su rotaia non competitivo

Lo scorso anno 224 milioni di tonnellate di merci hanno attraversato le Alpi, segnando un nuovo record. Più di due terzi a bordo di camion. Secondo Jakob Dietachmair, responsabile di progetto della CIPRA International, per ridurre l’impatto sulla natura e le persone lungo gli assi di transito è necessario stabilire parità di condizioni tra strada e ferrovia.

di Jakob Dietachmair, responsabile di progetto per Clima & Energia, Trasporti & Mobilità della CIPRA International

Oggi il trasporto merci su rotaia non è competitivo rispetto al trasporto merci su gomma. Le ragioni sono molteplici. Mancano incentivi e agevolazioni. Ma manca anche la piena inclusione dei costi esterni generati dal trasporto stradale, come i danni all’ambiente e alla salute, attualmente a carico della collettività. I camionisti provenienti da paesi a basso salario trasportano merci attraverso le Alpi sottoposti alla pressione dei tempi e a dumping salariale, il che aggrava la situazione anche dal punto di vista del diritto del lavoro.

I Paesi alpini da soli non sono in grado di raggiungere parità di condizioni tra strada e ferrovia. Ciò richiede la cooperazione di tutti, dell’UE, degli Stati UE e della Svizzera.

Insieme possono rivedere l’obsoleto orientamento “2008/C 184/7” sugli aiuti di Stato alle società ferroviarie. Utilizzo delle infrastrutture, gestione dei processi, riduzione dei costi esterni, sostenibilità e ricerca: in tutti questi settori gli Stati potrebbero armonizzare i meccanismi di sostegno. E potrebbero infine introdurre la borsa dei transiti alpini, richiesta dalla CIPRA e da altri attori. Questa borsa prevede che i viaggi dei camion attraverso le Alpi siano negoziati come un bene limitato. Ciò è giustificato dal fatto che la capacità dell’infrastruttura stradale e ferroviaria è prossima alla sua saturazione e non può essere ampliata in modo illimitato.

Due sono tuttavia i punti decisivi per una vera parità di condizioni: innanzi tutto siano applicate, controllate ed eventualmente sanzionate norme uniformi in materia di lavoro nel trasporto merci su strada. In secondo luogo, che i costi esterni siano totalmente computati e imputati. Anche il trasporto merci ferroviario genera costi esterni. Questi costi ammontano tuttavia – in base alla modalità di calcolo – al massimo alla metà di quelli del trasporto merci su gomma. Solo quando non sarà più economicamente conveniente provocare danni alla salute e all’ambiente, avranno luogo un ripensamento e una transizione.


Data: 13/11/2019