19/10/2010, 15:34 PUNTIAMO I RIFLETTORI SU QUESTO BENE PREZIOSO
La piccola, ma significativa testimonianza di arte religiosa che versa in stato di abbandono è stata protagonista di una riuscita serata a Piateda. Il sindaco di Piateda Aldo Parora ne è sicuro: “Faremo di tutto per restituire il significativo monumento alla comunità” e nel suo messaggio introduttivo è stato molto esaustivo: “Ho letto recentemente su un giornale che i valtellinesi non amano il loro territorio, non sono di questa opinione e anzi una serata come questa dimostra esattamente il contrario. Noi al nostro territorio ci teniamo e faremo di tutto per conservarlo dal degrado”. Dello stesso parere il parroco don Fausto Passerini: “Siamo qui per lanciare un segnale importante, che altri mi auguro raccoglieranno, per il futuro della nostra comunità”. Emilia Balgera, presidente della delegazione di Sondrio del FAI, ha ricordato come la campagna “Puntiamo i riflettori” abbia individuato appunto nell’Ossario d’Ambria il bene culturale significativo da salvare in provincia di Sondrio: “Lo poniamo dunque all’attenzione della comunità, ma non solo. Tutti potranno contribuire al restauro, fino al 31 ottobre, mandando un SMS del valore di 2 euro al numero speciale 45504 o chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia se si vogliono donare 5 o 10 euro”. L’architetto Luca De Paoli nel corso della serata ha relazionato sull’ossario, costruito tra il 1730 e il 1760 per ospitare i defunti “valdambrì” prima della realizzazione, nel 1890, del cimitero. “L’intervento più urgente – ha sottolineato – è quello del consolidamento della struttura, per evitare un quanto mai probabile crollo”. Interessante la lettura di alcuni articoli di giornali d’epoca, che sottolineavano l’accesa rivalità tra le contrade di Ambria ed Agneda per la sede parrocchiale, risolta salomonicamente dividendo tra esse la residenza del parroco per sei mesi a testa. Giovanni Busetto, direttore artistico di AmbriaJazz, ha infine rimarcato la necessità che il centro orobico non perda un bene così importante, prezioso per tutta la Valtellina. Sabato il coro “Piccole Voci” di Piateda, diretto da Paola Venturini, ha eseguito anche brani della tradizione come “Sciur padrun dali beli braghi bianchi” e “El ciodo”, cantata a canone. Non poteva mancare l’applauditissimo poeta valdambrino Luigi Zani, che ha letto alcune delle sue creazioni in dialetto originale, tra cui la gettonatissima “Ul valdambrì e l’ingegner”. |