Confindustria e Enel unite per il rilancio del nucleare
Confindustria e Enel unite per il rilancio del nucleare

"La rinascita del nucleare in Italia" è stato il tema di discussione al Supply Chain Meeting  organizzato da Enel e Confindustria, il 19 gennaio a Roma. Il meeting, dedicato alla filiera italiana dell’industria nucleare, ha visto al tavolo dei relatori anche l’Amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. Quello romano del 19 gennaio era solo il primo di una serie di appuntamenti in agenda per illustrare alle aziende italiane il processo di coinvolgimento e di qualificazione dell’industria nei progetti EPR, relativi alla ripresa del programma per la produzione di nucleare in Italia, realizzati da Enel - EDF.Conti, dopo aver ringraziato il Ministro Scajola, la presidente di Confindustria Marcegaglia e tutte le imprese presenti, ha enfatizzato che "questo è un momento importante per l’Italia, perché in un contesto di grave difficoltà economica a livello mondiale, che mette a dura prova il nostro tessuto produttivo e occupazionale, prende avvio un progetto di rilancio infrastrutturale - per dimensione e qualità - con pochi precedenti nella nostra storia". Sempre Conti: "La risoluzione di problemi quali la dipendenza energetica dall’estero, l’elevato costo dell’energia in particolare per le imprese, la lotta al cambiamento climatico, la carenza di progetti idonei a rilanciare la produzione industriale, rende imprescindibile una profonda ristrutturazione del mix produttivo italiano che ci permetta di sfruttare tutte le tecnologie più avanzate ad oggi disponibili. Tra queste anche l’energia nucleare"."Come spesso sosteniamo, il nucleare non è la soluzione ha continuato l’Amministratore delegato di Enel - ma senza il nucleare non c’è soluzione a quella che chiamiamo “equazione energetica”: garantire energia in abbondanza, a basso costo e ambientalmente sostenibile". Nell’Unione Europea a 27 Paesi, ben 21 nazioni hanno in esercizio centrali nucleari. Solo 6 – Italia, Portogallo, Grecia, Austria, Danimarca ed Irlanda - sono fuori dal novero delle realtà produttrici di energia nucleare.L’Italia, che non più tardi di qualche mese fa aveva la presidenza di turno del G8, in quel prestigioso consesso resta l’unica realtà nazionale senza impianti nucleari; eppure copriamo fino al 15% del nostro fabbisogno acquistando energia elettrica dai paesi confinanti. Ed è energia prevalentemente prodotta con centrali atomiche: in un arco di 200 km dai nostri confini sono in funzione 27 unità nucleari con una potenza totale di quasi 24.000 MW. "E’ ora di cambiare", ha dichiarato Conti, "serve accogliere una sfida, rilanciare il nucleare in Italia, una sfida che Enel affronta in partnership con EDF, il principale euronucleare europeo". Conti ha anche sottolineato che il Governo si è dato l’obiettivo di soddisfare con il nucleare il 25% della domanda nazionale di energia elettrica (prendendo come riferimento i consumi 2020), realizzando nuova capacità nucleare per circa 13.000 MW. "Il Decreto Legislativo sulla disciplina della localizzazione della realizzazione e dell’esercizio, approvato dal Consiglio dei Ministri e ora all’esame delle Commissioni Parlamentari, va esattamente in questa direzione". 

 


Data: 20/01/2010
 
20/01/2010, 16:00
I prossimi passi secondo Conti

"Per assicurare la credibilità e la sostenibilità economica di un progetto epocale come questo devono verificarsi altre condizioni imprescindibili". Conti è stato chiaro su come è necessario procede: "Innanzitutto la stabilità della legislazione e delle disposizioni regolatorie: serve un quadro normativo chiaro e delineato secondo una visione politica di lungo periodo. Una politica energetica senza ripensamenti, che dia certezze agli investitori: per questo, secondo noi, è necessario che tale materia [nell’ambito di una riforma dl titolo V della Costituzione] torni di competenza dello Stato, pur nel rispetto delle prerogative locali". "Un’altra condizione essenziale per la sostenibilità del nucleare nel lungo periodo - ha continuato l’Ad di Enel - è quella di poter operare con meccanismi di mercato equilibrati, che diano garanzie riguardo alla stabilità dei prezzi: se vi sarà certezza riguardo alla struttura dei ricavi, i progetti saranno finanziabili senza bisogno di sostegni pubblici".

 

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021