CONFORTOLA E LA NOSTRA FAMIGLIA DI BOSISIO PARINI
Le dita fragili e sottili di un bambino bisognoso di cure e la mano forte e vigorosa di un alpinista che ha sfiorato il tetto del mondo si incontrano. HANNO DETTO Marco Confortola: “Tornare nella sede della Nostra Famiglia, tra quei fantastici bambini, mi emoziona profondamente. Trascorrere un po’ di tempo con loro mi darà modo di riportare la mente a un’esperienza che quest’anno mi ha segnato in modo particolare. Un’esperienza che credo possa insegnare qualcosa non solo a tutti quei bambini, ma anche alle tante persone che ogni giorno lottano per ricominciare e ridare un senso alla loro vita: la mia spedizione al Lhotse, la prima dopo l’amputazione delle dita dei piedi. Un’avventura che non si è conclusa con la cima “fisica” della montagna che ho tentato di scalare, ma che mi ha permesso di raggiungere una mia cima personale: quella che mi ha messo di fronte, ancora una volta, al valore della vita, delle amicizie, delle piccole cose, ma che mi ha anche fatto capire che ricominciare si può. Anzi, si deve. Perché vivere rincorrendo i nostri sogni è un fantastico, grandioso dovere cui non dobbiamo mai sottrarci”. Giovanni Barbesino, responsabile della raccolta fondi de La Nostra Famiglia: “Ad oggi, in meno di un anno, grazie alle donazioni di privati, aziende e fondazioni abbiamo raccolto 1 milione e 720 mila euro. La prima fase dei lavori si concluderà a gennaio 2011 e potremo già spostare le prime attività, in particolare quelle dell’unità operativa di psicopatologia dello sviluppo. Voglio ringraziare tutti quanti ci sostengono, in particolar modo Marco: il suo è uno sguardo appassionato tanto alle alte vette quanto alle piccole cose, col suo esempio ci dimostra che forse più importante della cima è il sentiero per raggiungerla. Ormai ci consideriamo ottimi amici e grandi compagni di spedizione”.
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