Dialetti a confronto: poschiavino e aprichese
Dialetti a confronto: poschiavino e aprichese

Ma guarda, guarda dove si annida la riserva vitale dell’uomo!

 

Una esperienza sorprendente dal vivo in una casa di anziani dove per una serie di circostanze ho accesso,  in quel di Poschiavo. Una casa definita "da 5 stelle" per la sua bella struttura moderna e efficiente, ma di questo avremo modo di parlarne in altre occasioni.

 

Altro è l’argomento. Transitando in quei lucentissimi atri e corridoi ho modo di incontrare e  vedere gli ospiti della casa.. Naturalmente, questi sono sempre quelli di tutte le case di anziani; chi in carrozzella, chi con altri mezzi che permettano loro di  stare in piedi e di muoversi autonomamente; altri semplicemente seduti in gruppi, ma anche da soli. La caratteristica, a primo acchito, è di persone chiuse nel loro mondo, tanto che, personalmente, prima di questa esperienza, non oso nemmeno guardarli in faccia per paura di disturbare il loro silenzio.

 

Ma un giorno fra i vari programmi, leggo su un ascensore l’invito che  all’ora tale,  ci sarà la Signora…e leggerà poesie in dialetto. La porta è aperta a tutti e interessata a valutare il dialetto poschiavino con il mio  aprichese, entro nella bella e luminosa sala.

La prima impressione è di un pubblico "spento". Nessun segno di vitalità.

L’oratrice ha in mano lo scritto di un noto scrittore dialettale del posto e , dopo  i convenevoli di rito, incomincia con il primo argomento in programma. Si tratta del  "mudà". “Chi conosce il significato di quel termine dialettale?” Chiede la signora.. Qualche fievole voce si alza fra il pubblico. “Ma certo, si tratta della transumanza” è la risposta seguita da altre voci. A quel punto si nota automaticamente un certo risveglio fra i presenti , ma la sorpresa, almeno da parte mia, è quando l’argomento cade sulla memoria del paese di tempi passati, ossia legato alla gioventù dei presenti. E’ stato come aprire una porta e li l’animazione è stata sorprendente. Un risveglio strabiliante. Certo che ricordavano: là la fontana, il lavatoio, la piazza con quelle costruzioni che non ci sono più; quella bottega, la sabbionara, dove estraevano la sabbia dal fiume e così via.

 

La mia sorpresa naturalmente non è stata per quanto ricordato, ma per l’inaspettata animazione di quegli anziani che, in un primo tempo mi parevano spenti e, a quel punto, a aprire uno spiraglio nel loro passato,  sprigionavano una vitalità da ragazzi, facendo a gara nell’animazione del discorso.

Per me una vera scoperta, qualche cosa di sorprendente quel cambiamento repentino da farmi internamente esclamare: 

“ma guarda, guarda dove si annida la riserva vitale dell’uomo?”

E naturalmente  lo stimolo a cambiare il mio giudizio nei loro riguardi e un invito a ricordare che il silenzio dei vecchi non è sempre sinonimo di  mente spenta.


Data: 15/11/2011