DON GIGI di TREMENDA XXL: La politica ? la mia vita?
“La politica è una cosa sporca!”. “Sono tutti ladri“. “Ognuno è buono per i suoi interessi“. “Prima delle elezioni ti promettono di tutto e di più...e poi? Sono tutti uguali: destra, sinistra centro!“. No, non sono d’accordo. La politica è una cosa seria, necessaria ed importante... è come l’aria: non ne puoi fare a meno. Certo, anche nella politica ci sono i furbi così come ci sono nella chiesa, nella scuola, nello sport... ma io la politica la amo, così come amo la chiesa e tutto il resto che fa parte della mia vita. Alcune persone però che ‘fanno politica’ non le sopporto...e non è mica peccato. Nel Vangelo c’è scritto di amare i propri nemici...quindi… Il guaio, caso mai, sarà nell’odiare i nemici, quelli cioè che la pensano diversamente da te, che hanno altre proposte e altre strade per pensare di gestire la cosa pubblica, quella che riguarda tutti. ‘Odiare’ è peccato! Anche il ‘non sopportare’, però, non è un atteggiamento positivo, perché... il passo che ti porta ad odiare è drammaticamente breve. Non odiare da una parte e sopportare ( ‘portare sopra’ ) dall’altra: questi sono i due sentieri che vanno percorsi fino in fondo per fare veramente politica La politica è necessaria al di là del fatto che io la voglia o no: la politica c’è e basta. C’è perché ci siamo noi, tutti noi insieme. Noi infatti siamo la ‘Polis’ (città, popolo) e le regole nella ‘polis’ sono indispensabili per non morire di confusione e di rabbia. Fare-politica allora è decidere le regole perché tutti possano sentirsi vivi, rispettati e sereni. E siccome non tutti possiamo passare le giornate a pensare, confrontarsi e discutere delle ‘regole’ per far funzionare al meglio la famiglia, il lavoro, la scuola, la sanità, le pensioni, il sociale...così incarichiamo qualcuno che ci rappresenti, che condivida le nostre idee e sia poi lui a passare le giornate a discutere, a confrontarsi, a pensare quale sia la strada migliore per organizzare la vita di tutti e che per tutti sia dignitosa. A me tocca la responsabilità e la forza di non ‘delegare’ e basta... ma di seguire, di controllare, di interessarmi e di valutare. E se questo ‘qualcuno’ tradisce il ‘mio mandato’... beh, allora, alla prima occasione, non lo mandiamo più a discutere, confrontarsi e decidere: non ci rappresenta più. Il dramma è che non ci va di ascoltare quello che dicono e che fanno ‘loro’ e se le cose non vanno come pensiamo sarebbe giusto che andassero, noi pensiamo di ‘punirli’ non andando più a votare o ci andiamo per simpatie o per tappate di naso… Non è il fallimento della politica, è il fallimento della mia persona, del mio esistere da cittadino di un pezzo di mondo, del mio esserci ‘vivo’ e ‘vero’, è il fallimento del mio pensare e delle mie idee. Non è uguale infatti essere di destra o di sinistra o di centro: non è uguale perché i punti di riferimento e di partenza sono diversi. E io li devo conoscere e capire per decidere da che parte stare nel mio tentativo di partecipare alla gestione della ‘polis’, della ‘cosa pubblica’. Quella ‘cosa pubblica’ che è la giustizia, la sanità, la scuola, il lavoro, le comunicazioni, i trasporti, i servizi...ed è diverso pensarli stando a destra o a sinistra o al centro. E allora, se non conosco le idee ‘ispiratrici’ e ‘portanti’ di queste tre dimensioni (per esempio!) come faccio a fare concretamente politica? E’ così che vado a simpatie o antipatie che spesso sono legate alla faccia, al tono della voce, al fascino, al...tutte cose che gli esperti di comunicazione sanno molto bene e che rischiano di condizionarci pesantemente, convinti però di avere fatto una scelta pensata. Non conosco l’organizzazione dello Stato, della Regione, della Provincia, del Comune: sì, so che esistono ma non so ‘come’ esistono e ‘cosa’ possono o non possono fare, non so cosa sono obbligati a fare, non conosco i miei doveri e i miei diritti nei loro confronti...e però, ognuno di Loro, deciderà sul mio modo di vivere e sulle mie possibilità di costruire il mio presente ed il mio futuro. Non conosco...ma ugualmente ‘qualcuno’ decide e deciderà per me. La Politica non è una cosa sporca perché è la mia vita. I giovani devono riappropriarsi della voglia di ‘fare-politica’, di rappresentare gli altri e devono riprendere lo stile di chi, poi, ‘rendeva conto’ e continuava ad ascoltare chi lo aveva eletto, a fare quel lavoro particolare di ‘politico’, appunto. La politica non è una cosa sporca...siamo noi che la possiamo sporcare...anche con la nostra indifferenza o con il nostro menefreghismo. E allora non sono ‘tutti uguali’ perché noi possiamo essere diversi. Non tutti ‘pensano ai loro interessi’ perché noi possiamo ‘pensare’ all’interesse di tutti. Don Gigi
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