FERRARA:COSTRETTA A MENDICARE , FERMATO ROM
Approfittava del fatto che fosse storpia per indurla all’accattonaggio. La usava come una “cosa”, un suo “possesso”, picchiandola, prendendole tutti i soldi e dandole da mangiare quel tanto che bastava per sopravvivere e continuare a chiedere l’elemosina. Sono angoscianti le parole usate dal gip della procura di Bologna Bruno Perla nel motivare l’ordine di cattura nei confronti di Mustafa COSTEL, rom di 25 anni. L’uomo è stato arrestato ieri pomeriggio dagli agenti della squadra mobile e delle volanti della questura di Ferrara con l’accusa di riduzione in schiavitù. Oltre a questo pesantissimo addebito, il 25enne ROM dovrà rispondere anche di lesioni aggravate per aver rotto un polso alla sua povera vittima. Tutto ha inizio nel febbraio del 2009, quando l’uomo – secondo la ricostruzione degli inquirenti – convince una connazionale di 64 anni, affetta da malformazioni fisiche, a seguirlo in Italia per trovare un lavoro. Qui, nella città di Bologna, la utilizza come fonte di guadagno attraverso l’accattonaggio. Ogni giorno la porta in autobus nei luoghi più “indicati” per chiedere l’elemosina. La sera, sempre con mezzi pubblici, la porta a casa. Non prima però di averle preso tutto il guadagno della giornata, lasciandole quello che le bastava per la sussistenza. Non solo. L’uomo aveva anche il coraggio di picchiarla. Come quando aveva sospettato che la “schiava” consegnasse ad altri i soldi incassati. Una volta sarebbe arrivato addirittura a fratturarle il polso. Solo allora la 64enne, in preda al terrore, decise di fuggire, rifugiandosi presso una copia di coniugi. Un sussulto di libertà che però non ha fatto altro che far andare su tutte le furie il suo aguzzino, che armato di una spranga di ferro è andato a riprendersi la sua “cosa”. Ne scaturisce una lite, al termine della quale Gheorghe arriva a chiamare la polizia accusando i coniugi di avergli rubato mille euro. Proprio da quell’episodio, i cui contorni risultarono subito poco chiari agli inquirenti, scaturirono le indagini della squadra mobile felsinea. Intanto l’uomo si riappropria della sua fonte di guadagno e, forse proprio in seguito a quell’episodio, si trasferisce a Ferrara. Qui vivono – in una tenda nella zona di via Bologna – già la moglie, 28 anni, e le due figlie, di 1 e 10 anni. Con loro viveva anche un altro figlio (un quarto è in arrivo), affidato lo scorso aprile ai servizi sociali dopo che la madre era stata denunciato per averlo sfruttato nell’accattonaggio (vai all’articolo). Anche con i familiari il rumeno si sarebbe dimostrato in più occasioni violento, come emergerebbe dalle numerose intercettazioni telefoniche registrate dalla polizia, nelle quali si sentirebbero le urla disperate dei bambini. Le sue gesta sono state interrotte ieri dalla polizia di Ferrara ieri in tarda mattinata. Sono circa le 13.30 quando la 64enne, accompagnata da un’altra donna parente del 25enne, vengono viste dagli agenti in piazza Travaglio. vengono tenute d’occhio finché non arriva a prenderle Gheorghe accompagnato dalla moglie. A quel punto, forti dell’ordinanza emessa lo scorso 3 giugno, i poliziotti bloccano e arrestano l’aguzzino.
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