I COMMENTI NON BASTANO
I COMMENTI NON BASTANO

Liberamente tratto dal libro: Giornalismo e nuovi media, di Sergio Maistrello, edizioni Apogeo. Ne consiglio a tutti la lettura.

 

I commenti agli articolo sono il primo gradino nell’apertura di una relazione stabile e bidirezionale con i propri lettori. I commenti non sono ancora un passo scontato, anche perché possono dare luogo a complicazioni legali o anche solo di immagine se la redazione non vigila in modo adeguato su ciò che viene scritto. Dato però che il giornalista non sempre è il massimo esperto di ciò di cui scrive, l’interazione con chi può condividere un brandello di verità in più rispetto a una notizia è auspicabile e non può che arricchire tutti. In realtà i giornali online attirano una notevole quantità di insulti gratuiti e di interventi fuori tema, soprattutto laddove i vecchi e i nuovi media si incontrano. Questo vale soprattutto per le testate giornalistiche che prima di essere su Internet o su Facebook distribuivano già una edizione cartacea di un quotidiano o di un settimanale. Non è che prima non esistessero i commenti dei lettori; semplicemente non erano così visibili né tantomeno erano pubblici: dunque nella maggior parte dei casi venivano ignorati. Il cittadino abilitato dalla Rete si sente però a volte quasi in diritto di prendersi tutte le “rivincite” del caso, molto spesso eccedendo in mancanza di buon senso e di responsabilità. Questo avviene soprattutto nei casi nei quali a scrivere una notizia non sia un giornalista ma, come spesso capita, un personaggio pubblico o un politico che vuol saltare l’intermediazione giornalistica. In questi casi però si tenderà a raccogliere ciò che si semina: una notizia trattata in modo non accurato, ideologico, poco circostanziato, e con toni poco concilianti tenderà a  raccogliere dai lettori contributi dello stesso tenore. Questo non accadrà se la notizia sarà obiettiva, con dati chiari e rintracciabili pubblicamente: in questi casi sarà spesso la stessa comunità della Rete ad autoregolarsi e ad emarginare gli esagitati. Va osservato che nella Rete l’attività di commento sui contenuti sfugge completamente al controllo delle redazioni: attraverso ad esempio i feed e  i social network le notizie vengono commentate in modo diffuso, senza che a volte le redazioni ne siano coscienti.

 

Al di là del caso specifico dei  commenti, in qualunque forma essi si presentino,  l’intero atteggiamento editoriale di una testata giornalistica  dovrebbe essere orientato all’apertura e alla interazione, diventare “nodo” di un sistema nel quale sono molti i soggetti abilitati ad esprimersi, proporsi all’interno di questo sistema come interprete e interlocutore privilegiato. Non avendo più l’esclusiva della creazione e del rilancio delle informazioni, il ruolo della testata diventerà quello di fare da ponte tra le persone che a vario titolo sono coinvolte nella creazione e nel rilancio delle informazioni. La redazione potrà accreditarsi a ricoprire tale importante ruolo solo lavorando sui contenuti e sulle relazioni con l’umiltà di qualsiasi altro “nodo” della Rete, operando nell’interesse generale prima che per obiettivi industriali di breve periodo. Non c’è scorciatoia a questo processo.

 


Data: 31/12/2011