I Democratici e il riassetto istituzionale della Provincia
“Riteniamo che la nostra comunità abbia il diritto di essere rappresentata in modo serio e costruttivo da chi intende spendersi in questo nuovo percorso della Legge Delrio e non da chi, con le consuete “uscite strumentali” alle quali ben di rado sono stati fatti seguire atti concreti, lo ha avversato in ogni modo. Non possiamo fare altro che ribadire che un territorio montano delicato e strategico come il nostro, si difende con i fatti, non con le parole, né tantomeno con l’attivismo di un singolo”. E’ dura la posizione del gruppo di minoranza uscente della Provincia di Sondrio “I Democratici”. Dura perché “pur non volendo interferire in alcun modo nella delicata fase di preparazione delle elezioni degli organi del nuovo ente di area vasta”, il gruppo afferma che “in più di una occasione l’allora Presidente Sertori, supportato dalla maggioranza al governo, ha respinto la richiesta dell’avvio di un dibattito serio in materia di riassetto istituzionale al fine di una elaborazione di una proposta condivisa da presentare a Regione Lombardia”. “Il tema dell’autonomia della provincia montana non è mai stato in agenda della scorsa amministrazione – fa notare la portavoce del gruppo, Irene Bertoletti -, salvo quale argomento di polemica strumentale una volta avviato l’iter procedurale di approvazione del cosiddetto Ddl Delrio, ovvero della Legge 56/2014 attualmente in vigore. L’unica occasione di discussione fu la presentazione, su iniziativa del nostro gruppo consigliare, dell’Ordine del Giorno relativo alla proposta di variazione dello Statuto regionale, nel settembre del 2013, eccezion fatta per il Consiglio Provinciale straordinario del 19 ottobre 2011, convocato ugualmente su nostra iniziativa”. Ciò che ha fatto scaturire la critica del gruppo è quanto deliberato dal Presidente/Commissario Massimo Sertori con atto numero 24 del 26 agosto scorso: “Pur condividendo, infatti, i contenuti della deliberazione, ci chiediamo come mai queste rivendicazioni non siano state mai oggetto di discussione negli organismi elettivi della scorsa legislatura, nonostante le reiterate richieste da parte dei gruppi di opposizione”, quindi “la presa di posizione del Presidente/Commissario Sertori appare, seppur condivisibile nel merito, assolutamente tardiva, nonché poco credibile e strumentale”.
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