I SANTI E I MORTI NELLA NOSTRA TRADIZIONE POPOLARE
I SANTI E I MORTI NELLA NOSTRA TRADIZIONE POPOLARE

 

I SANTI  E I MORTI  nella nostra tradizione popolare

di Luisa Moraschinelli

Nel tardo autunno, a ridosso del tempo di raccolta, di vendemmia, di castagne l’attenzione, nella nostra tradizione è rivolta alle due giornate dedicate ai Santi e ai Morti. 

Veramente, ai primi, i Santi, non è che gli si dedichi tanta attenzione. Niente di più di quanto richiesto dalla liturgia, con Messa solenne e poco d’altro.

I Santi li abbiamo sempre presenti a secondo delle necessità. Non è a loro che ricorriamo anche per bisogni futili? In cielo poi, pochi o nessuno ha la pretesa di averne uno della famiglia, anche se????, Ne vedremo di belle se abbiamo la grazia di arrivare lassù. 

 

Se pensiamo alla vita della nostra gente passata, altro che opere d’eroismo… sicuramente sono più di quanto ci immaginiamo anche della comune nostra gente che ha operato nel silenzio. 

Ma i Santi sono lontani ed è quindi naturale che tutta la nostra attenzione sia per la seconda giornata, quella dedicata ai morti. Qui andiamo sul sicuro perché tutti e proprio tutti, di morti ne abbiamo e le loro tombe sono lì a dimostrarlo.

 

I morti sono parte di noi da vivi, ma anche da morti. Persone che occupano i nostri pensieri giorno e notte  ed è naturale che nel giorno a loro  dedicato, la nostra attenzione sia tutta per loro e non è superfluo nemmeno il grande impegno per abbellire le tombe. Ma nella nostra tradizione ai morti, quel giorno, non si dedicavano solo fiori, anzi, ai tempi le tombe apparivano disadorne,  quando mancavano i soldi anche per il pane quotidiano. Maggior impegno nella preghiera, tanto che già una parte della giornata dedicata ai Santi, era per loro.

Infatti, almeno dalla mia esperienza, già al pomeriggio di quel giorno si andava in processione al Cimitero a “prendere i morti” (così si diceva), da portare nelle proprie case. In quella sera si recitava il Rosario intero (nelle tre parti) e forse per rendere viva la presenza di quei cari, usavano lasciare una scodella di minestra, per loro, nella notte. 

 

Vada per il Rosario intero, ma non tanto fruttuosa, nei ricordi di bambini, il marcare la presenza dei morti in casa, tanto che il giorno appresso quando, sempre secondo tradizione,  si riaccompagnavano, sempre in processione, al cimitero, c’era un certo sollievo, ritenendo che quello era il loro posto. 

Preferibile, anche da bambini, l’immagine dell’Anima in Cielo dopo la morte che su questa terra. 

Sorte esclusivamente riservata a noi in cammino…


Data: 25/10/2010