Il FURMAGIN DA CION della Valposchiavo PRESIDIO SLOW FOOD
Carni povere e di seconda scelta venivano utilizzate per produrlo a inizi ‘900 e ancora oggi il FURMAGIN DA CION viene cotto in forno. Una storia che oggi torna alla ribalta grazie al PRESIDIO SLOW FOOD. Come si legge sul sito della creazione di Carlo Petrini, “siamo in Val Poschiavo, all’estremità meridionale del Cantone dei Grigioni; il confine con l’Italia è vicino e l’influsso linguistico si sente, così come quello gastronomico, soprattutto nei salumi locali. Nel dialetto locale il cion è il maiale e il furmagin indica una torta di carne. Un nome curioso quello di furmagin, usato forse dai locali perché questo pasticcio di carne di maiale era un tempo preparato nelle pentole o nelle pirofile da dolce, assumendo una forma rotonda di grandi dimensioni, simile a una formaggetta”... da gustare sia caldo, appena sfornato, sia freddo, tagliato a fette e accompagnato magari dalla ciambella di segale della Val Poschiavo. Tra montagne incantate, un norcino continua a prepararlo da oltre vent’anni, seguendo la ricetta lasciatagli dal padre: le carni del collo, della pancetta e dell’anteriore del suino sono unite a un poco di grasso e di fegato di maiale. Dopo aver tritato i vari pezzi, si aggiungono cipolla, aglio, brodo di carne, vino rosso locale e maggiorana, spezia che lo caratterizza nettamente. Lentamente, a mano, viene effettuato l’impasto di tutti gli ingredienti e la massa uniforme viene modellata in panetti simili a piccoli polpettoni, poi avvolti nella rete di maiale e cotti in forno per circa 40 minuti a 180-200°C. La rete di maiale è molto grassa e con la cottura insaporisce il prodotto oltre a creare una pellicola esterna che racchiude il pasticcio.
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