Il racconto di EUSONIA
Il racconto di EUSONIA

MEMORIE 

 

Di V.T.

 

Capitolo I 

 

Nell’ampio spazio circolare illuminato dalle minuscole ma potenti lampade la luce iniziava ad affievolirsi. L’anziana donna si alzò dalla poltroncina di plastica bianca nell’angolo e si diresse verso la parete opposta. Al tocco, la parete rivelò il cassetto con le lampade da notte. La vecchia ne prese una e tornò lentamente alla poltroncina. Pigiò il pulsante sul lato del cilindro e il cono di luce si sprigionò illuminando la zona della poltrona. 

La vecchia esitò, indecisa fra le diverse alternative per trascorrere il tempo prima del sonno. Alla fine scelse il pulsante di sinistra e accese lo schermo per scegliere un film. Scartò tutti quelli volenti e d’azione, le avrebbero provocato un sonno agitato. Si decise per una commedia, qualcosa di leggero le avrebbe sicuramente conciliato il sonno.

 

Domani era il giorno in cui la nipote sarebbe arrivata da lei per trascorrere insieme il pomeriggio. Era grata di quei momenti, amava la bambina e anche la piccola Ausonia sembrava affezionata a lei e mostrava di gradire i pomeriggi trascorsi a chiacchierare e a costruire animali di carta.

 

Quel passatempo antico e forse fuori tempo sembrava possedere un arcano potere. Riemergevano, come uscite dagli anfratti nascosti di un muro scrostato, sensazioni di pace ormai precipitate nell’ombra. La nonna piegava la carta, la bambina la imitava. Solo il fruscio della carta faceva da colonna sonora all’intensità di quei momenti. Con che meraviglia Ausonia sgranava i giovani occhi ammirando ciò che le sue piccole mani, con la guida sicura della nonna, erano riuscite a formare. La vecchia pregustava ora la gioia delle ore che avrebbe trascorso con Ausonia, ma non solo per la carta piegata.

 

A volte il programma di istruzione domestica richiedeva alla bambina attività che coinvolgevano altre persone della famiglia. Come quella volta. L’anziana aveva rievocato per la nipotina il tempo in cui lei stessa era bambina, ai tempi della Grande Pandemia, prima della costruzione della Grande Cupola. Era stato emozionante per la vecchia ricostruire il tempo ormai lontano in cui aveva smesso di uscire per andare a istruirsi in uno quei vecchi edifici chiamati scuole.

 

Era stato bello restare a casa. Era stato un piacevole cambio, con la mamma che lavorava da casa, in un calore domestico mai provato prima. Era stato strano, ma bello, all’inizio. Ausonia scoprì stupita l’esistenza nel passato dei luoghi antichi dove un tempo tutti potevano giocare, altri dove tutti potevano mangiare, altri ancora dove si poteva nuotare o vedere spettacoli, ma non in casa, con i famigliari, bensì vicino a degli estranei.

 

Ma ciò che aveva colpito di più la bambina era stata l’esistenza di ambienti naturali, di montagne, di un cielo, di un sole che dava luce e calore, di luna e stelle che erano, le aveva spiegato la nonna, lì da prima dell’uomo e nessun essere umano aveva memoria del loro inizio. - Ma come, non le avevano fatte gli Egregi? - No, quelle erano già della Natura. - Mmmh... ho già sentito parlare della Natura....ma poi che è successo? La vecchia aveva rivissuto, nel racconto alla nipotina, il terrore delle terribili estati torride e degli inverni gelidi, dei deserti che avanzavano e i ghiacci che si scioglievano, delle masse affamate che si spostavano fra i continenti e delle carenze di cibo, delle pestilenze che si susseguivano e dei ciarlatani che proponevano cure e rimedi improbabili. -

 

 

 


Data: 01/06/2023