Il racconto di Eusonia
di V. T. Capitolo II Ma questo fu molto prima che gli Egregi costruissero l’Atmosfera, che inventassero il Cibo, che ci rendessero Immuni, - si affrettò a spiegare la nonna, temendo di spaventare la bambina con il racconto delle Catastrofi Antecedenti. La bambina ad occhi sgranati guardava gli elementi naturali evocati dall’anziana donna. - Che cos’era più bello, nonna? Le montagne, il mare, la luna o le stelle? - Le stelle, Ausonia, le stelle! Brillavano così belle e tranquille nel buio della notte. Quante volte la donna, ancora bambina, nelle notti serene era uscita sul balcone ad aveva alzato la testa per osservare le costellazioni, riempiendosi gli occhi di infinito? Fu allora che la vecchia aveva preso per mano la nipote e, guardandola negli occhi, le aveva imposto il silenzio con l’indice sulle labbra. Poi l’aveva condotta, in punta di piedi, nel vano nascosto, proprio sotto la Cupola, e l’aveva messa a parte del suo segreto. Così anche Ausonia aveva potuto vedere stupita e affascinata da quel pezzetto di cielo stellato, quello vero, oltre la Cupola, attraverso il vetro alla fine del tubo. - Ma allora le stelle sono ancora lì? -Sì. La vecchia sapeva, non aveva dimenticato l’alternarsi del dì e della notte nelle diverse stagioni. L’indomani con Ausonia, a un certo punto del pomeriggio, dopo aver creato un piccolo mondo artificiale di fiori, cigni e rane fatto di carta, sarebbero di nuovo salite, zitte, sotto la Cupola a rivedere le stelle. La vecchia sorrise e chiuse gli occhi. La poltrona lentamente si inclinò, l’appoggiapiedi si allungò e piano pano tutte le parti comparvero per completare il letto ergonomico. La luce si abbassò fino a spegnersi, lo schermo divenne buio. Il silenzio era profondo e irreale. Tutto il popolo dormiva tranquillo sotto la Cupola.
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