Il VENTO LONTANO di Nelson Ladicani a Poschiavo
Esposizione presso LO SPAZIO, Via dal Poz 69, Poschiavo INAUGURAZIONE con performance e dance party con DJ Fla GIOVEDÌ 18 agosto 2011 ore 19 La mostra è aperta giornalmente dalle 11 alle 18, fino al 26 agosto. INTERVISTA all’artista cubano Nelson Ladicani di Cornelia Müller, LO SPAZIO, Poschiavo Cornelia: Nelson, questo giovedì, si inaugura la tua mostra presso Lo Spazio a Poschiavo. Che cosa ci si può aspettare di vedere? Nelson: Ho portato con me dei dipinti e disegni. Ho fatto una selezione da un’opera seriale, sono tre dipinti e diversi disegni di vari dimensioni. Sono tutti collegati con la natura, con degli animali, ma dietro si trovano delle esperienze nascoste, comportamenti umani, poesie, canzoni, tante cose… Cornelia: Un quadro ha un nome particolare, si titola “il Secreto del Leader”. Vorresti descriverlo? Nelson: È un quadro che ho fatto recentemente con tecniche miste su tela. È la più grande opera che faccio vedere. È un leone che rappresenta il Leader che urla terribilmente, ma poi si vede lo scheletro di questo animale che dovrebbe essere il re della giungla. Mi piace far vedere l’angoscia dietro l’urlo. I leader si presentano forte, ma in fondo non è sempre vero. Cornelia: Allora sono solo uno scheletro con una faccia… Nelson: Si vede la testa del leone e anche una zampa e il resto è lo scheletro. Vorrei far vedere l’esterno e l’interno del leader, le sue emozioni. Cornelia: abbastanza sgangherato, tremolante… questo quadro si riferisce alla situazione cubana e al Leader cubano? Nelson: Tutti a Cuba mi fanno questa domanda. Sì e No – è un riferimento al Leader cubano, ma si riferisce anche in generale alla struttura del leader, perché sempre e ovunque ci sono i leader: nelle famiglie, nella città, nei paesi, tramite amici esiste un leader… A Cuba mi domandano se mi esprimo contro il sistema politico – no, non lo è e sì lo è. Infine dipende dal pubblico quale significato sceglie. Cornelia: Allora il leader è un millantatore… Nelson: Si, si può dire, è un modo di comportarsi. Cornelia: Vivi all’Avana? Nelson: Si sono nato all’Avana e ho vissuto sempre li. È dove ho fatto i miei studi d’arte, mi sono laureato presso l’Accademia Nazionale d’Arte e adesso in settembre comincio l’Università d’Arte, presso l’Istituto Superiore d’Arte. Cornelia: È la prima volta che sei in Europa? Nelson: No, sono stato a Londra con un programma di scambio d’artisti. E adesso mi trovo in Svizzera, un posto molto bello e differente da Cuba, che in paragone sembra un pochino grigio. Poschiavo è circondato di natura, un fatto che mi piace molto e che faccio vedere nella mia arte. Cornelia: Lavori anche qualche volta con istallazioni? Nelson: Si, mi sarebbe piaciuto presentare un’istallazione anche qui, ma il tempo è troppo poco. Forse posso realizzarlo a Zurigo questo autunno. Cornelia: L’istallazione si serve degli animali ancora vivi? Nelson: Si, ho fatto delle istallazioni con animali vivi come il coniglio che suona il piano. È stato piazzato in una specie di contenitore trasparente su la tastiera di un piano. C’erano buchi intorno e carote piazzate esternamente. Il pubblico inseriva una carota e il coniglio per mangiare la carota incominciava a correre sulla tastiera suonando musica che chiamo “musica dello stomaco”. Cornelia: Allora devi digerirla… Nelson: … sì, ma non soltanto, delle volte vorresti essere stimolato per realizzare la tua musica, per suonare, per correre. Cornelia: Hai menzionato che la Svizzera è più grigia in paragone con Cuba. Raccontaci delle cose che ti sembrano più preziose a Cuba. Nelson: Una delle cose che amo a Cuba è il sole forte che da ai colori un’intensità radiosa e splendida. Chiaramente è anche molto caldo. Poi amo la gente di Cuba, il comportamento cubano tra le persone, come si incontrano: sono molto gentili e disponibili. Mi sembra che gentilezza e disponibilità siano le caratteristiche più ovvie della popolazione cubana. Cornelia: Bisogna essere affabile e collaborativi per arrivarci, per sopravvivere, per divertirsi? Nelson: I cubani si divertano tanto, escono con amici, non necessariamente per andare in un club, ma spesso da qualcuno, ed è molto tipico per Cuba di trovare a quasi ogni angolo un tavolo con quattro o più persone che giocano a domino, ridono, urlano... Cornelia: Questo ti manca qui? Noi non siamo così giocosi. Nelson: No, non veramente, mi godo le differenze tra le culture e i costumi. Cornelia: Cosa ti ha fatto diventare artista? Nelson: Mio padre è artista, un artista molto riconosciuto a Cuba. Mia madre mi diceva che non era per questo fatto, ma perché ho sempre disegnato quando ero piccolo, ed io rispondevo che tutti bambini disegnano. Si decide più tardi quando si è cresciuti e si decide quale attività si vuol fare per almeno qualche tempo se non per tutta la vita. Un giorno mi sono detto che mi piace l’arte e che la voglio fare, e così mi sono preparato per l’esame dell’Accademia d’arte. Sono stato bocciato e sono dovuto andare ad una scuola d’economia che non mi è piaciuta per niente. Dopo altre preparazioni sono riuscito d’essere accettato. Se si vuole veramente fare una cosa, delle volte si deve rischiare e si deve farlo malgrado tutto. Cornelia: C’è qualche cosa che tu desideri per Cuba, per la tua città paterna? Nelson: C’è una cosa che odio, si chiama “politica”. Può essere che sono cieco per la politica, può essere che mi piacerebbe di fare e vedere dei cambiamenti, ma mi concentro esclusivamente sull’arte. Ci sono spesso degli ostacoli che t’impediscono, mancano soldi, manca materiale che non c’è a Cuba, ma si trova sempre una via d’uscita per fare quello che si vuole fare. È tipico per i cubani di trovare sempre un modo di sopravvivere, di lavorare, di continuare… Cornelia: Grazie mille della collaborazione. Per adesso presentiamo alcune tue opere fino il 26 Agosto. C’è ancora qualcosa che vorresti aggiungere? Nelson: Vorrei invitare tutti di venire a vedere la mostra. Vorrei condividere quello che penso e quello che faccio. Tutto lì.
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