15/02/2012, 15:41 Vi racconto una piccola storia...
Con questo mio scritto voglio comunicare ai genitori di quei ragazzi che hanno dei sogni e vorrebbero che si realizzassero. Vi racconto una mia piccola storia: sono nato in una famiglia numerosa, io sono il terzo di otto figli (3 maschi e 5 femmine), Scuole dell’obbligo regolari, a 14 anni e mezzo ero già in officina meccanica alle prese con motori e pompe di benzina, ricevevo 500 lire alla settimana, le ore di lavoro erano: dalle 8,00 di mattina alle 12,00 poi una pausa per mangiare un panino con la mortadella e alle ore 13,00 si ricominciava fino alle ore 18,00. Il posto di lavoro era lontano dalla mia abitazione, 7 Km in discesa la mattina e in salita la sera. (Abitavo in un paesino del Trentino Alto Adige). Il viaggio, i primi tempi, lo facevo in corriera poi mio padre mi comprò una bicicletta Legnano Sport con il cambio; credevo di toccare il cielo con un dito, la fatica non mi faceva paura anzi sapevo e constatavo con mano che più faticavo e più avevo soddisfazione e riconoscenza dagli altri. In breve tempo divenni abbastanza bravo e quando mio padre comprò un motorino Guzzi Cardellino 75 a 4 marce e lo provai, non stavo più nella pelle per la gioia, ma come tutte le cose belle finiscono in fretta. Il 9 dicembre del 1960 per un ictus celebrale mio padre morì alle ore 18,00 all’ospedale. Eravamo presenti solo io e mia madre e il parroco del paese. Una tragedia, io avevo 15 anni. Dopo un po’ di tempo mia madre mi guardò negli occhi e mi disse:”devi andare a scuola” io le risposi che la scuola l’avevo già frequentata e Lei ribatte che c’era una scuola professionale a Trento (E.N.A.I.P.) e io la dovevo frequentare per avere un’istruzione tecnica e professionale per il mio futuro; non vi dico quello che passò nella mia testa, comunque prima di iniziare a frequentare la scuola mi dissero che dovevo fare gli esami attitudinali per vedere se avevo i requisiti necessari per la frequenza. Tutto andò bene e mi diplomai nel 1964 in luglio. Durante i due mesi di vacanza mi guardavo intorno per trovare un posto di lavoro, a quel tempo, in Trentino, cominciava il boom economico ma il mio interesse era altro. Venni a conoscenza che a Verona c’era una sede che trattava le richieste di manodopera dall’estero e mi recai un giorno con una piccola valigia e 6000 lire in tasca. Era ottobre, il giorno stesso stavo viaggiando verso Monaco di Baviera; cominciai il mio lavoro presso lo stabilimento della B.M.W. nel reparto 84 assemblaggio e progettazione carrozzeria. Da allora a oggi sono passati 48 anni, ho viaggiato e lavorato per mezzo mondo come artigiano, collaboratore, consulente, dipendente e ho sempre firmato contratti a termine; il più lungo è stato alla B.M.W. di due anni e alla Flamuco Tedesca di un anno. Poi da 30 giorni lavorativi a un massimo di 90 giorni lavorativi non sono mai rimasto con le mani in mano, a meno che non l’abbia voluto io (se sapeste quante soddisfazioni mi sono tolto !). Dunque il posto di lavoro non piove dal cielo e nemmeno si trova sotto casa, ma bisogna andare a cercarlo dove c’è; non importa dove, anzi più è lontano e più ti fa riflettere, i sacrifici si fanno e le soddisfazioni saranno sempre di più; l’esperienza non si impara a scuola ma mettendosi in gioco e poi vedere, osservare, convivere con persone diverse sia di lingua che di usanze (cultura) questo arricchisce il proprio bagaglio. Cari genitori, i figli devono farsi una loro vita e rischiare in proprio senza timore e, se il rapporto tra figli e genitori è supportato da una buona dialettica, i problemi si risolvono e si possono anche prevenire. Dunque concludo con un Viva il Lavoro Libero e ognuno scelga e faccia ciò che la vita gli offre. Tanti auguri Bertarelli G. El Duca |
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
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