“Non credo ci sia cibo più tipico della focaccia di Gordona”, commenta lo storico Guido Scaramellini in un libro di Guido Margiotta sulla cucina valtellinese, nel suo articolo “Della focaccia di Gordona o della “piòta”. Voltete provare anche voi a realizzare quella che è anche chiamata anche Fughiascia de Gurduna?
Ingredienti: (8 persone) 250g farina gialla di granoturco
500g farina bianca 00
2 cucchiai d’olio o strutto
100g di latte temperatura ambiente
50g lievito di birra
1 cucchiaino di sale, un pizzico di zucchero.
Procedimento: cuocere in un pentolino, con acqua calda salata la farina gialla per 5 minuti sino ad ottenere una consistenza tipo semolino. Rovesciare la farina cotta in una bacinella capiente e aggiungere latte, lievito, cucchiaio di sale, olio o strutto, lo zucchero e impastare quando è ancora caldo. Quindi aggiungere la farina bianca e formare una palla che, dopo essere stata unta, va’ messa in un recipiente coperto e lasciata lievitare almeno due ore. Stendere l’impasto sulla leccarda del forno, sopra ad un foglio di carta oleata e con i rebbi della forchetta realizzare delle righe incrociate tra loro. Infornare a forno caldo, 200º C per 25/30 minuti.
Appena tolta dal forno la superficie deve essere passata con burro e la focaccia è ottima servita ancora calda accompagnata da formaggi, lardo, salame, pancetta e prosciutto crudo. Certo, la tradizione la vuole stesa sulla "piòta" già calda, come la cuociono a Gordona a maggio, in occasione di una sagra dedicata a questa leccornia. E sapete qual è un’altra caratteristica? Se non si aggiunge lo lievito si dice che è "tarèda", solo con lo lievito aggiunto un paio d’ore prima di metterla al fuoco si dice che è "levèda".