La formazione professionale in PROVINCIA di SONDRIO
Pubblichiamo integralmente, vista la delicatezza dell’argomento, l’intervento del sindaco di Gerola alta e presidente nazionale dei Sarti stilisti di Confartigianato, Rosalba Acquistapace) Fa piacere che in questi giorni autorevoli esponenti del mondo politico, industriale della Valle, delle categorie produttive, si concentrino e puntino il loro interesse sul tema della formazione professionale in Valtellina. Più particolare è notare come questo interesse vada ad appuntarsi su una scuola, il Centro di Formazione professionale, la scuola di Sondrio che in realtà ha vissuto negli anni trascorsi tra polemiche anche aspre. E che cerca di consolidare un nuovo corso privo delle tensioni che abbiamo visto innescarsi in modo trasversale, negli anni passati: con un coinvolgimento di tante componenti della scuola, genitori, docenti, sindacati, l’ente Provincia. Sembra si voglia riaprire un capitolo relativo alla conduzione, alla direzione, al consolidamento dell’offerta formativa, che sembrava chiuso. Come ex docente del Cfp, come sindaco di un Comune della Valle, come presidente nazionale dei Sarti stilisti di Confartigianato, mi sembra che si possano fare alcune valutazioni. E siccome si parla di «formazione professionale», di un luogo di incontro tra i giovani e il mondo del lavoro, delle professioni, tema che come artigiana e come esponente nazionale di Confartigianato mi sta molto a cuore; e siccome stiamo parlando dei nostri ragazzi, del loro futuro. Del potere accostarsi sin da giovani, a scuola al mondo delle professioni, incontrando figure di peso, in grado di fare “scaturire la scintilla”, di motivare l’interesse, la curiosità all’apprendimento degli allievi, credo utile una sollecitazione. Ad uscire dai luoghi comuni, per cercare di non incorrere in una posizione conformista, anche poco informata, su temi di vivo interesse. Io, il mio staff attuale, in Valle, come nelle strutture con le quali collaboro crediamo, che una società si misuri in quello che riesce ad esprimere attraverso i propri ragazzi. Che sono l’indice della felicità e della qualità, dell’impegno di tutti. La società è contenta, se i ragazzi cominciano a crescere contenti, costruendo una base sicura per il proprio futuro, capendo che con la qualità e l’impegno tutto è possibile. Non trovando accanto a sé adulti che si abbandonano a lotte sterili, “di pancia” per la poltrona, per il cadreghino, per i ruoli, attaccandosi alla retorica. Noi, i ragazzi li dobbiamo formare, in modo vero. Come artigiani dobbiamo aprire spiragli di qualità, per la formazione. Il contrario della mediocrità, che ti porta a sbocchi non creativi, non costruiti, sbocchi da “lavoro nero”. Parliamo anche del Cfp, di questo nostro centro, come parliamo di quello che di buono si sta facendo a Morbegno, in questi mesi all’Ipsia Romegialli. A Sondrio con Confartigianato, con la Provincia, negli anni di presidenza prima di Provera, poi di Sertori, e quando assessore alla Cultura e istruzione era Laura Carabini e io Consigliere per le pari opportunità, sulla formazione avevamo lavorato parecchio. Dal 2007 ho seguito personalmente e dopo anni di progettazione, l’esperienza del Corso triennale di qualifica per «Operatore e operatrice tessile e per l’abbigliamento». Era stato chiuso l’indirizzo «Moda» negli istituti professionali della provincia, e l’Unione artigiani, insieme alla categoria Tessile e abbigliamento si era impegnata per reintrodurre l’attività formativa di questo settore. Dopo sette anni di proposte finalmente, grazie anche alla lungimiranza dell’ex dirigente Cfp Renato Ciaponi, siamo riusciti ad avviare l’indirizzo. Abbiamo chiamato come docenti veri maestri artigiani: il meglio che ci fosse sul mercato, attivi su più settori specialistici. In stretta collaborazione con l’Unione artigiani. Già allora il Cfp, aveva formalizzato la collaborazione con la Confartigianato, firmando una convenzione, che affidava all’Unione la gestione dei moduli professionali, quindi tutte le materie tecnico-pratiche, tutti gli stage in azienda. Le convenzioni recenti tra il Cfp e l’Unione non sono quindi una «novità», tutt’altro. Erano con noi come insegnanti di materia, nelle ore curricolari, docenti del Politecnico di Milano. Proseguiamo. Nell’attività “sul campo” ricordiamo presenti in Sondrio e ospiti al Cfp esponenti di spicco dell’alta moda italiana, dello spettacolo: nei corsi, significativi momenti di vita artigiana, visite di studio a maison e atelier a Milano, Roma, a centri e distretti tessili, a Como, Prato, in collaborazione con il sistema Confartigianato. Sfilate di moda. Non avevamo inventato niente: stavamo lavorando.
Un giorno, terminato il periodo di dirigenza del preside Renato Ciaponi, l’esperienza è stata fermata. In un silenzio e in un clima di intimidazione, da “guerra clandestina”, da colpi di mano. Tutti i docenti sono di colpo “decaduti”, è persino paradossale dirlo, e il tutto nel silenzio di Confartigianato, il nostro primo interlocutore nella società e per il comparto. Sei figure di formatori sono decaduti e sono stati “sostituiti” ci risulta, con una sola docente, senza nulla togliere alle qualità di insegnante della stessa. In seguito si è arrivati al punto di rendere vietato andare a fare stage dagli artigiani che prima insegnavano: c’era il veto, non si poteva.
Un discorso meritorio di nuovo corso rivolto agli operatori tessili e della moda lo ha aperto quest’anno l’Ipsia Romegialli di Morbegno sotto l’illuminata guida della preside reggente Maria Paola Salomoni: e i contatti presi in questa prima fase anche in chiave regionale, coinvolgendo il mondo del lavoro e facendolo interagire con quello della formazione sembra che stiano aprendo spiragli consistenti per una ripartenza della attività simile a come allora era stata progettata. Senza entrare in polemiche dirette con la dirigenza di allora, facciamo rilevare come un percorso formativo virtuoso “fortificato” da convenzioni e collaborazioni sia stato asportato in modo quasi chirurgico dallo scenario scolastico provinciale. Porto questa esperienza per chiedere che, prima di entrare “di spalla” in una vertenza, su un argomento, ci si informi, con la determinazione a migliorare e risolvere, non ragionando per simpatie. La sobrietà nell’agone pubblico, è dovuta, per chi vanta prestigi e titoli. Certi problemi che sollevano in tanti, hanno radici serie, non si superano con un po’ di clamore negli ultimi giorni di un mandato. Rosalba Acquistapace
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