Un incontro sentito e partecipato quello organizzato da Legambiente a Bormio nel corso del quale, con le loro relazioni, i presidenti della CMAV, dell’APT, degli Albergatori, del Parco Nazionale dello Stelvio Lombardia, di Legambiente Lombardia hanno fornito contributi alla discussione. Un momento di confronto anche con altre zone che presentano le stesse problematiche, grazie alla presenza di Costanza Panella, presidente di Legambiente Bellano Alto Lario. I lavori sono stati aperti dal decano del Circolo di Bormio Anna Vantaggi e moderati dal presidente Silvio Mevio. "In ogni località turistica, il primo fattore di gradimento è rappresentato dai “valori aggiunti” ambientali, cioè dalla ricchezza delle risorse naturali e monumentali, dalle forme di una cordiale conveniente accoglienza e dalla facilità di accesso coi mezzi pubblici", ha da subito fatto notare il segretario del Circolo Giancarlo Ciullini mentre Barbara Zulian, per gli albergatori, ha citato la mancanza di un importante mezzo alternativo all’auto per raggiungere Bormio (come la linea ferroviaria Merano Malles!?) e ha enfatizzato la necessità di “fare sistema” con gli operatori pubblici e privati. Il presidente della CMAV Gianluca Sertorio e Marino Pedranzini, agronomo della CMAV, hanno spiegato l’importanza che assumerà il PIF, Piano di Indirizzo Forestale per quanto riuscirà a salvaguardare i terreni agro-silvo-pastorali dalle lottizzazioni speculative: terreni invece da proporre ai giovani residenti perché ne facciano “colture di nicchia” (erbe medicinali per l’industria estetica, prodotti del bosco, ecc., o significativi agriturismi modello Trentino Alto Adige). Nel contempo, farne l’indispensabile manutenzione divenuta troppo oneroso per le amministrazioni pubbliche. Per questi giovani costituirebbe alternativa allo scendere a valle in cerca di lavoro. Lucio Schiantarelli ha messo in evidenza il problema delle seconde case in Alta Valle, fenomeno da governare meglio sui modelli altoatesini, svizzeri e austriaci mentre Marco Vitale, economista, ha ricordato che l’acqua è un bene pubblico e deve rimanere tale anche la sua distribuzione: "In Valtellina occorre però regolarne meglio la quantità e il costo dei prelievi per usi idroelettrici, agricoli o per l’innevamento artificiale e provvedere ad una più attenta manutenzione di fiumi e torrenti". Ha concluso il dibattito Damiano di Simine, presidente Legambiente Lombardia: "E’ indispensabile, per l’uso del suolo e per la gestione del territorio, un radicale cambio di mentalità in tutti i cittadini dell’Alta Valle, siano essi amministratori pubblici, imprenditori privati, semplici residenti. Gli amministratori devono capire che i risultati delle loro gestioni amministrative hanno tempi di ricaduta sull’economia locale e sull’aspetto dei luoghi ben più lunghi rispetto alla durata del loro mandato: solo con questo metro va giudicata la qualità della loro azione politica - continua Di Simine -. Gli imprenditori non devono pretendere che le amministrazioni pubbliche agiscano in funzione degli interessi di “bottega” e entrambi questi soggetti devono dimostrare di saper progettare programmi chiari, per dimostrare a tutti come verrà utilizzato il denaro pubblico ricevuto per gestire i grandi eventi sportivi o le calamità naturali!". Per fare ciò, secondo Di Simine, è necessario che "tutti i cittadini controllino che tutto ciò avvenga inoltre è molto più facile e meno costoso prevenire il compimento degli scempi ambientali e delle opere malfatte piuttosto che mugugnare inutilmente nei bar o promuovere presso i tribunali onerosi processi contro realizzazioni che ormai e quasi impossibile eliminare". A fine incontro sono stati numerosi gli interventi del pubblico, tra cui quelli di Elisabetta Ferro Tradati già sindaco di Bormio, del consigliere regionale Angelo Costanzo, dell’urbanista Giovanni Bettini, del museologo Roberto Togni e da quello del giovane Agostino Urbani, titolare di un’azienda agricola di Pedenosso.
cristina culanti
21/08/2010, 11:10
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