La riscossa delle API
Come conferma il presidente dei APAS Sondrio Silvia De Palo le api stanno riprendendo la loro attività. Dopo un periodo primaverili negativo, nel corso del quale è stato perso tutto il miele, i produttori negli ultimi dieci giorni si possono dire soddisfatti: fioritura delle piante e il quasi miglioramento del meteo le api in pochi giorni sono riuscite a produrre grandi quantità di miele. La produzione sta migliorando e lo spazio di produzione di Fusine (nuovo) è stato attivato per la prima volta. Le api portano dalla raccolta all’alveare cibo contaminato e i residui dei pesticidi intossicano la covata e hanno effetti letali sulle larve e sulla regina. La produzione di miele è crollata del 95%. Una situazione che si delinea come la più critica degli ultimi decenni: in media un alveare ha prodotto solo 500 grammi massimo un chilo contro i 20 degli anni scorsi. Gli apicoltori dovranno curarsi di mantenere le api e la causa è anche il clima che ha caratterizzato l scorsa primavera, perché non hanno abbastanza scorte per passare questo inverno. Chi cura questi importantissimi animali ha bisogno di sovvenzioni quindi, e questo significa soprattutto mantenere la biodiversità e permettere che le api producano impollinazione necessaria per il benessere della campagna e delle colture. Il clima ha altresì osteggiato la raccolta e l’immagazzinamento del nettare necessario per il nutrimento, fatto che ha spinto gli apicoltori a costosi interventi per evitare che le api morissero di fame.
|