25 aprile 2017, giornata della commemorazione della Liberazione dell’Italia: giorno dedicato alla memoria della nostra Storia.
Di Méngu
Al cinema Mignon alle ore 20,30 è andata in scena la brillante commedia “La Scelta” della compagnia teatrale Barfì & Friends. Tutto esaurito e c’era da aspettarselo da un regista quale il dott. Fulvio Schiano e dai bravi attori della compagnia. Dopo il saluto di Fabio Panzeri direttore di Tele Unica e del Prefetto di Sondrio dott. Giuseppe Mario Scalia, del Sindaco di Tirano, Franco Spada, un breve commento del regista Fulvio Schiano ha dato il via alla brillante e complessa commedia.
“La Scelta”. Una commedia di difficile commento per i fatti storici narrati con l’ausilio di filmati d’epoca. Una rappresentazione che narra le vicende di tante famiglie italiane travolte dagli eventi storici peraltro ancora vivi nella memoria degli anziani, con il racconto delle fatiche e dei sacrifici , dei lutti dei loro padri e dei loro nonni. Molto belle le scene, vivaci i colloqui parte in italiano e parte in dialetto tiranese . Superlativa la direzione e il testo di Fulvio Schiano.
La “Scelta”: una commedia che arricchisce il pensiero e l’animo umano e fa meditare sulle diverse scelte, sempre legittime, con vincitori e vinti, ma dettate da un ideale di vita, spinto al sacrificio di se stessi. Scelte che al giorno d’oggi sembrano sfumare tra interessi personali, cambi di “bandiera” e di opinioni, egoismi e cattive politiche anche con ideali democratici e non dittatoriali.
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
26/04/2017, 08:47
Liberi di scegliere?
Semplicemente meraviglioso. La narrazione storica lasciata ai documentari di “Luce” accompagnavano delicatamente la narrazione degli attori, ricca di sentimenti e umanità. La scelta, o forse non c’era scelta per chi era obbligato ad arruolarsi e partire per la guerra, per costruire un fantomatico “Impero”. Uomini contro uomini, rabbia e dolore e tanta morte. La guerra, “la civiltà non si costruisce con i cannoni”. Bravo il regista Fulvio Schiano, che ha saputo mettere in scena una pièce capace di rappresentare un periodo storico non facile da raccontare senza cadere in “revisionismi” non facili da digerire quando si guarda al passato.
Da “La scelta” scaturisce che la fame e la guerra creano sentimenti inumani; si sceglie di stare da una parte o dall’altra, con i fascisti o con i partigiani, verso il drammatico finale, ma da tutte e due le parti ci sono i buoni e i cattivi, e nessuno ne esce vincente. Liberi di scegliere, anche di ricostruire una nazione allo sfascio.
Sulla scena gli attori si muovevano perfettamente senza perdere una battuta, tutte al momento giusto, tutte graffianti.