La VALTELLINA tra passato e futuro, turismo e agricoltura
Quando si parla di turismo valtellinese non si può esulare dal discorrere di agricoltura: il territorio è magnificamente coltivato e questo ne esalta la bellezza, senza contare l’importanza dell’enogastronomia. Tradizione ma anche innovazione, con l’arrivo di una nuova coltura, quella dell’ulivo. Ne abbiamo parlato con Benedetto De Campo, agricoltore tiranese, nonché esponente di spicco di Coldiretti ed ex assessore comunale ad Agricoltura e Turismo.
Il progetto "Conservazione e valorizzazione del paesaggio culturale della media Valtellina" è partito da Sernio. Un progetto del costo di 2milioni 650 mila euro per recuperare e valorizzare 12 luoghi che si trovano sui percorsi del Sentiero del sole, Sentiero dei Castelli e Zapei d’Abriga. Il Sentiero del Sole è sul territorio comunale di Sernio, ed è qui che si sta mettendo mano ad alcuni Baitei e sempre a quota 800 metri è prevista la piantumazione di 400 ulivi e il recupero, appena sotto, di vigne abbandonate. Soddisfatto il vice presidente della Comunità montana di Tirano nonché vice sindaco del paese, Severino Bongiolatti e un ringraziamento va’ ai proprietari delle terre, che sono state in gestione ad una associazione fondiaria per vent’anni. 12 i progetti finanziati nel tiranese, m non è detto che in futuro il progetto possa ampliarsi. Un’ottima idea, che riporterà a nuova luce un territorio che altrimenti sarebbe dimenticato e abbandonato, perché è il territorio il vero patrimonio culturale che dobbiamo conservare in tutta la sua magnificenza.
(2 milioni 650mila euro finanziato dai dodici Comuni del mandamento di Tirano per 450mila euro, dalla Cm per 400mila euro, da Fondazione Cariplo per 900mila euro e dalla Regione per altri 900mila euro).
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
03/01/2018, 19:30
Anche in Bassa Valtellina
Cm Morbegno
Il 2018 sarà l’anno dell’olivo in Bassa Valtellina per l’iniziativa che la Comunità Montana di Morbegno si prepara a lanciare: la vendita a prezzo agevolato di piantine per i terrazzamenti abbandonati. Due i punti fermi: il recupero di terreni di mezza costa e la stretta collaborazione con la Fondazione Fojanini. «Stiamo definendo il bando che ricalcherà quello che proponiamo ogni anno per le barbatelle - spiega il presidente Christian Borromini - e conterrà una serie di requisiti necessari per l’acquisto di piantine di olivo a prezzo agevolato. Sosterremo le sole azioni finalizzate al recupero dei terrazzamenti poiché l’iniziativa s’inserisce nel più articolato programma della tutela del territorio con ricadute positive sul sistema idrogeologico e sul turismo. I terreni di mezza costa coltivati garantiscono la manutenzione del territorio e la prevenzione dei rischi e preservano la bellezza del paesaggio».
Come già avviene per le barbatelle, sarà la Fondazione Fojanini, che dagli anni Novanta sperimenta le diverse varietà di olivo sul nostro territorio, a individuare quelle più adatte ai nostri terrazzamenti. Negli ultimi anni sono sempre di più i proprietari di fondi, agricoltori o no, che scelgono l’olivo, una pianta che ben si adatta ai terreni sabbiosi, con una forte insolazione e scarsità di acqua dei nostri terrazzamenti, per le scarse cure che richiede e, in prospettiva, per le opportunità sul fronte della produzione di olio. La larga partecipazione ai momenti formativi organizzati con i tecnici della Fondazione Fojanini conferma l’interesse crescente nei confronti dell’olivo, anche da parte dei giovani. Dal punto di vista agricolo, la messa a dimora delle piante sulle aree terrazzate incolte consente di arrestare l’avanzata del bosco e di preservare i terreni anche in vista di un ritorno alla vite. Riconvertirli una volta invasi dalla vegetazione spontanea, infatti, implicherebbe costi ingenti che scoraggerebbero chiunque. L’olivo rappresenta quindi un investimento sul futuro dei terrazzamenti: per la produzione di olio, per il mantenimento e per un’eventuale riconversione.
«Questa pianta può portare soltanto benefici al nostro territorio - conclude il presidente Borromini - per questo motivo intendiamo sostenere in maniera concreta la scelta degli operatori agevolando l’acquisto delle piante e garantendo formazione e assistenza tecnica grazie alla Fondazione Fojanini con la quale sottoscriveremo un’apposita convenzione».
Il bando per l’acquisto a prezzo agevolato delle piantine di olivo sarà lanciato entro poche settimane.
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
12/12/2017, 10:16
Estemporanee
Un ulivo di Marina, “a capo chino sotto la prima neve”, e Ivan con una delle piantine che metterà a dimora in primavera:
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
05/11/2017, 19:27
Le coltivazioni aumentano!
Coldiretti Lombardia nel 2016 esultava: partita la raccolta dell’olio in Valtellina, il più a nord d’Italia e si parlava di una produzione pari a 400 quintali. Anche il cambiamento climatico ha reso possibile questa nuova frontiera dell’agricoltura eroica di montagna: si produce olio oltre il 46esimo parallelo e Coldiretti non ha mancato di presentare nel suo padiglione a EXPO il caso della produzione dell’olio d’oliva in provincia di Sondrio. Sui magnifici terrazzamenti oltre alla vite l’ulivo cresce rigoglioso: la coltivazione dell’ulivo in provincia di Sondrio è passata da zero a circa 10mila piante su quasi 3mila metri quadrati di terreno. Anche a Tirano aumentano, ultimo quello della famiglia Rinaldi: il terreno è stato bonificato ed è pronto ad accogliere circa 100 piante di ulivo.
Alcuni anni fa la Fondazione Fojanini era partita con uno studio sugli aspetti tecnici di questa coltivazione a 500 - 600 metri di altitudine e con i cambiamenti climatici era giunta alla conclusione che era consona. «Il progetto iniziale contemplava anche un altro aspetto, ossia quello di recuperare aree dismesse, da vigneto, per esempio - spiega Flavio Bottoni, presidente della Fondazione Fojanini - l’ulivo non richiede grandi impegni e aiuta a mantenere il territorio, al di là degli aspetti economici». Per ora la raccolta viene portata al frantoio di Lenno, sul Lago di Como, ma la Fojanini sta pensando di crearne uno anche in provincia di Sondrio: «Stiamo valutando questa ipotesi - afferma in merito Bottoni - le quantità stanno aumentando e dalle analisi effettuate la qualità dell’olio prodotto in Valtellina risulta essere eccezionale».
Qualità eccezionale, quantitativi che aumentano quindi la necessità di spremerlo nel minor tempo possibile dalla raccolta, per non comprometterne la qualità. La Valtellina si trova tra il distretto Bio della Valposchiavo e quello della Valcamonica, e la coltivazione dell’ulivo è un buon passo verso l’aumento di produzioni bio anche nella valle che sta nel mezzo. Per ora, come attesta Bottoni, la coltivazione dell’ulivo può essere considerata una produzione biologica non ancora certificata.
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
11/05/2015, 13:17
A EXPO gli ulivi valtellinesi
Coldiretti non ha mancato di presentare nel suo padiglione a EXPO 2015 il caso della produzione dell’olio d’oliva in provincia di Sondrio. Sui magnifici terrazzamenti oltre alla vite l’ulivo cresce rigoglioso, oltre il 46esimo parallelo, la frontiera più a nord dell’olio d’oliva. Secondo la Coldiretti, la coltivazione dell’ulivo in provincia di Sondrio è passata da zero a circa 10 mila piante su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
19/01/2015, 11:49
passato e futuro?
il Passato è il turismo e il futuro è l’agricoltura? Forse è questa la chiave interpretativa per rilanciare e riposizionare la Valtellina... se poi finiranno i contributi della PAC a sostegno di coltivazioni e di filiere (come qulla del latte, tanto per fare un esenpio) si riuscirà a parlare di "nuova" agricoltura; identitaria, biologica, biodiversa e sostenibile ed a costruire un sistema di accoglienza turistica Green.
GianMario Folini
Autore dal 27/10/2021
18/01/2015, 15:39
bene
Mi Piace, ogni tanto una buona notizia in questa Valtellina da sogno e bistrattata
la iena
Autore dal 27/10/2021
12/01/2015, 17:33
Ulivo, cure, biologico...
Anche la Fondazione Fojanini sta studiando le varietà più consone alla coltivazione in montagna, si parla di una produzione di alta qualità anche se in alcune zone ci sono difficoltà d’irrigazione. De Campo è un cultore del “chilometro zero” e si definisce un bio-clandestino. Un bio-integrato ci sta benissimo anche quando si parla di ulivo”.
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
12/01/2015, 17:01
LÂ’ulivo in Valtellina
Una nuova coltura strettamente collegata al tema del surriscaldamento globale: il 2014 si è classificato in Italia come il più caldo dal 1880, con una temperatura superiore alla media di 1,45 gradi. (C’è chi sostiene che anticamente l’ulivo era una coltura già in uso in Valtellina)
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
12/01/2015, 16:58
Prospettive per il futuro
La Coldiretti Lombardia attesta che da zero negli ultimi dieci anni la coltivazione dell’ulivo in Valtellina interessa oggi 30mila metri quadrati di terreno, per un totale di diecimila piante. Le prospettive per il futuro? De Campo crede nei giovani...