LA VICENDA DEL CEDRO DI PIAZZA CAMPELLO SECONDO MASSERA
La volontà dell’amministrazione comunale di Sondrio di procedere al taglio del secolare cedro in piazza Campello ha da sempre sollevato le perplessità del gruppo di minoranza "SONDRIO LIBERALE". A seguito della delibera di giunta dello scorso 10 agosto, che ne decreta definitivamente il taglio a spese dell’ente pubblico, il capogruppo Andrea Massera (nella foto), definisce la decisione finale "imbarazzante"... Massera nel suo intervento comincia con una cronistoria della vicenda, che ha avuto inizio a fine febbraio, quando la Giunta aveva approvato il progetto definitivo di riqualificazione della Piazza Campello, confermando il taglio della pianta e la sua trasformazione in sculture lignee. A seguito delle proteste dei cittadini, una commissione consiliare in cui invano le minoranze chiedono di riaprire il confronto con i cittadini, c’era stata una proposta alternativa al taglio del presidente di A.S.M. "E poi un lungo silenzio"... LE CONSTATAZIONI DI SONDRIO LIBERALE: "Rimarranno delusi quei cittadini che forse speravano in una pausa di riflessione. In realtà, si trattava solo di attendere il momento più adatto e indolore, quale sicuramente la vigilia del Ferragosto con la città in "vacanza". Nel leggere questa delibera “balneare” siamo stati colpiti da un passaggio, nel quale si dice che il soggetto attuatore del Piano Integrato di Intervento “a causa della campagna di stampa locale sul tema, chiede che il Comune provveda ad effettuare direttamente l’operazione di rimozione dell’albero di cedro, mettendo a disposizione a tale scopo l’importo di € 3.000,00” Certamente la vicenda ha suscitato già molte polemiche, proteste ed è stata a lungo sotto i riflettori. Comprensibilmente i soggetti privati promotori dell’ intervento temono che i riflettori si riaccendano quando verrà il momento del taglio della pianta, e con la richiesta avanzata intendono lasciare all’Amministrazione la responsabilità di chiudere la vicenda con le proprie motoseghe. Ci pare comprensibile e anche giusto, visto che l’ultima parola sulle modalità attuative di un Piano urbanistico è sempre e comunque del pubblico. La decisione finale sul taglio è a tutti gli effetti del Comune. Quello che non traspare, e non potrebbe essere diversamente, dal linguaggio necessariamente burocratico e asettico di una delibera è l’imbarazzo della Giunta nel dare corso a questa richiesta, ma in qualche modo è come se lo percepissimo…. Ci permettiamo due considerazioni: la prima è che più che di campagna di stampa si è trattato di un’ampia campagna di opinione popolare sostenuta da più di mille firme di concittadini legittimamente contrari al taglio della pianta. La seconda è che c’era un modo per evitare questa imbarazzante e imbarazzato esito ferragostano, come da noi proposto a lungo e invano: ascoltare i cittadini nel momento delle scelte, dialogare con loro ed accogliere o respingere le loro istanze con motivazioni adeguate. Ora alla Giunta e al Sindaco non resta che dare corso al taglio, a spese degli attuatori ma con la propria faccia.
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