Le montagne si parlano
Il dibattito sull’autogoverno delle terre alte si radica nei territori. Iniziative in Lombardia (e in vista anche in Piemonte) Di Michele Corti* Incontro di approfondimento tra aree alpine lombarde attorno ai temi della necessità di una riforma istituzionale dopo la proposta di abolire le Province riorganizzare i Comuni e alla definizione delle competenze da rivendicare per una vera autonomia della montagna: Il primo importante tema da affrontare è quello di un nuovo assetto istituzionale. Dentro questo nuovo assetto il Comune per noi resta una entità amministrativa insostituibile tutelata dalla Costituzione, carica di motivazioni storiche e identitarie e quindi da valorizzare. Ciò non esclude che si debba promuovere un processo di associazione tra Comuni per la gestione unificata dei servizi non solo per ragioni finanziarie e tecniche, ma soprattutto per una visione più complessiva dei problemi la cui dimensione non rispetta gli antichi confini amministrativi. E’ indispensabile che vi sia un ente intermedio di natura politica ad elezione diretta tra la Regione e i Comuni. Non è credibile una proposta, in una Regione come la nostra dalle dimensioni pari a quelle di diversi stati europei, di un assetto istituzionale che preveda solo due livelli: il Comune e la Regione. Il ragionamento sull’ente intermedio va però sviluppato intorno a una logica di area omogenea geograficamente e socialmente. La provincia alpina lombarda è una ipotesi da indagare. Le Comunità Montane, come centri decisionali decentrati di una macroprovincia alpina, come centri di sintesi delle istanze delle Unioni dei Comuni, come istituti che assorbono i Bim, possono continuare a svolgere un ruolo fondamentale. Il tutto in un regime di vera autonomia dove, fissati i confini e i costi massimi tollerabili, ognuno si gestisce con le regole e gli statuti che ritiene più validi e opportuni per il suo territorio. Il terzo tema è quello delle competenze e dei poteri da attribuire a questo ente intermedio. Si ritiene assolutamente importante rivendicare per la montagna la piena attribuzione delle sue risorse fondamentali come l’acqua e l’ambiente. In tal senso la montagna rivendica per la produzione di energia idroelettrica la titolarità del demanio idrico. Per quanto riguarda la valorizzazione dell’ambiente si ritiene importante avere deleghe piene per la pianificazione e programmazione del proprio territorio. Sulle tematiche suesposte e su altre simili si ipotizzano a breve due incontri: uno a Sondrio, e l’altro a Edolo organizzati dalle associazioni culturali “Incontri tramontani” e “Valtellina nel Futuro” L’auspicio è che le valli si parlino e comincino a stabilire una piattaforma comune per poter diventare interlocutori seri ai livelli più alti (ciò che oggi frantumate, divise, scoordinate, pianurocentriche non sono). Ciò permetterebbe anche di arrivare al possibile grande convegno di primavera ipotizzato in dicembre a Milano con esponenti di diverse valli piemontesi e venete con un nostro contributo che, oltre agli aspetti culturali, si arricchirebbe di una importante e preziosa proposta istituzionale. *Ruralpini
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