Lettera al direttore
Preg. Sig. Direttore, L’ultima novità burocratica della Regione Lombardia è l’assurdo obbligo di chiedere la concessione regionale in sanatoria dei ponti da sempre esistenti sui piccoli corsi d’acqua, con annesso pagamento di pesanti arretrati e onerosissima pratica burocratica! Regione Lombardia vuole forse la morte della nostra e di altre imprese turistiche? Sembra di sì! Con i soliti toni polizieschi, ecco piombare tra capo e collo di non pochi privati e imprese, sul volgere di questa primavera piovosa e scarsissima di turisti, una bella botta alle finanze e alle coronarie dei poveri cristi che faticano da una vita per tenere insieme porzioni di territorio montano. In base a una legge regionale del 2003, alla quale "non è mai stata data la dovuta pubblicità" - come ammettono gli stessi funzionari - gli ingegnosi burocrati di uno dei settori dell’amministrazione regionale (la Polizia Idraulica) stanno chiedendo con urgenza, neanche stesse andando a fuoco la baracca, l’adeguamento oneroso a tale sconosciuta norma. Ovviamente senza preoccuparsi minimamente dei costi (ameno 5.000 euro) e del fatto che chi è soggetto, anche a causa del grave momento economico, potrebbe non riuscire a far fronte all’ennesimo, inopinato balzello. Il bello è che, nei discorsi pubblici, tutti i politici sono per il rilancio dell’economia, le misure a favore dell’occupazione, la lotta alla burocrazia, la tregua delle imposte, l’aiuto alle imprese. Balle! Quest’amministrazione statale-regionale-provinciale, in realtà, non sa e non vuole far altro che spremere imprese e cittadini all’inverosimile. Regole, regolette e normative petulanti (una sola per tutte: l’incredibile normativa per la cosidetta Sicurezza sui luoghi di lavoro, coi relativi costi e la sostanziale inapplicabilità per le piccole aziende di servizi) hanno ormai raggiunto un livello parossistico e molti solerti appartenenti all’amministrazione pubblica, a ogni livello, si stanno destreggiando nello scovarne ogni aspetto capace di produrre qualche goccia di sangue. Da pompare nelle esauste riserve ematiche di cui il famelico e gigantesco mostro pubblico ha bisogno per autoalimentarsi. Allo strapotere (e conseguenti angherie) dei protervi impositori e riscossori dell’IVA sul Turismo più alta d’Europa, dell’inaudita IRAP, dell’odiosa IMU, dell’IRPEF e figliastre Addizionali, della cervellotica TARSU, dei malcalcolati contributi INAIL, dei galoppanti contributi INPS, delle canagliesche tariffe per canoni demaniali, concessione di passi carrai, ecc., ecc., ecc., s’aggiunge ora questa porcata (da noi si dice ciunàda = maialata) dell’obbligo di concessione in sanatoria per attraversamenti su ruscelli. Intanto i politici continuano come dei cretini a far promesse a vanvera. La canaglia dell’amministrazione pubblica, allo stesso tempo, esegue in silenzio il lavoro sporco di dissanguarci. Vien voglia, da una zona delle Alpi che già sconta la concorrenza sleale istituzionale delle Regioni a Statuto Speciale e delle zone franche, una viabilità precaria, lo sfruttamento delle risorse idriche a beneficio della bassa, la solidarietà obbligata per la sanità del Meridione, le frequenti decime per Roma capitale, il contributo a pagare gli sprechi per il progetto del faraonico ponte e della miliardaria cassa integrazione in deroga, ecc., ecc., ecc., di buttare tutto all’aria e darsi all’accattonaggio pubblico. Ossia d’iscriversi ad una delle cento categorie deboli e marciare su Milano per il pane e il companatico gratis. (Lettera firmata)
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