Lettera del consigliere regionale Bordoni sul Morelli
Sondalo val bene una messa E così, dopo Enrico IV, il re ugonotto che si convertì al cattolicesimo per poter salire sul trono di Francia, anche il Presidente Sertori deve aver pensato la stessa cosa, sostituendo al sacrificio dei propri convincimenti quello della scuola infermieri di Faedo. Enrico IV però “sacrificava” del suo (l’anima) e Sertori sacrifica del nostro ed allora ne discutiamo un po’, anche considerando che Sondalo, con tutto il rispetto, non è Parigi! Battute a parte, cerchiamo di fornire un contributo non banale alla soluzione del problema. Incomincio dal ponderoso documento di intenti messo insieme dalla Provincia e che raccoglie la summa di tutto quanto è possibile fare per rilanciare un ospedale. In questo caso Sondalo. Non ripropongo le mie considerazioni sull’argomento, che sollevarono malumori istituzionali e insofferenze etiliche. Parto da lì e dall’incontro di costituzione del tavolo regionale sul Morelli del 8 febbraio a Milano. Niente autonomia per Sondalo e niente IRCCS, come richiesto nel progetto di legge di Mescia e quindi suo sostanziale accantonamento, alla faccia dei 10.000 firmatari, una lunga lista della spesa con prodotti anche improbabili o scaduti, ma con il timbro un po’ avventato dei Sindaci del Tiranese e della Magnifica Terra e la controfirma della Conferenza dei Sindaci provinciale. Con questi accreditamenti Sertori è andato dal “suo” Assessore regionale a pretendere quella che sempre più si sta rivelando per quello che fin dall’inizio è stata questa storia: una marchetta elettorale di dubbio gusto, vista la serietà del problema sul tavolo. Bresciani, che ha impiegato 3 mesi e mezzo a costituire il tavolo richiesto dal Consiglio Regionale, in quanto ha voluto “vedere e approfondire” come si deve l’argomento, ascolta l’accorata richiesta del Presidente Sertori che chiede un segnale subito, un distillato significativo della impressionante mole di proposte che ha mandato a Milano, tra le quali individua tre cose: la disponibilità regionale a verificare la localizzazione di una ricerca sulla TBC per i nuovi ceppi caratterizzati da forte resistenza ai farmaci ed alta infettività, la manutenzione di alcuni tetti di padiglioni inutilizzati e, chicca finale, il trasferimento della Scuola di infermieri di Faedo all’ospedale Morelli. Gli interventi che sono seguiti alla petizione del Presidente della Provincia, tra i quali il mio, hanno rimarcato la necessità di tenere alto il livello del confronto evitando, dopo aver chiesto la luna, di accontentarsi di un cocomero. Ma l’Assessore, senza neanche arrossire o battere ciglio, sui due piedi dichiara l’adesione alla proposta di Sertori (evidentemente preconcordata), consentendo a costui di sbandierare una prima vittoria (!). Della TBC parlerò in un’altra occasione. Dei tetti che perdono occorrerà fare qualche verifica. Su Faedo comincio a ricordare che qualche anno fa, proprio su iniziativa di Mescia e con Spaggiari direttore, ci fu una iniziativa che naufragò nel nulla. Prima ancora c’era una scuola al Morelli che chiuse per mancanza di allievi. Faticosamente e con tanti e tanti soldi pubblici venne realizzata la scuola di Faedo che, come ricorda il Sindaco, vanta oggi strutture di grande qualità ed ospita un centinaio di studenti sui 3 anni di corso. Condivido pienamente il documento che il Consiglio Comunale di Faedo ha votato all’unanimità. Mi limito a rilevare che degli 85 studenti iscritti quest’anno 24 sono di fuori provincia (Alto Lario), 18 sono di Morbegno (16) e Chiavenna (2), 23 di Sondrio e 20 tra Tirano (12) e Alta Valle (8). Il 75% quindi vengono da Sondrio fino a Chiavenna e il rimanente 25% da Sondrio a Livigno. Già questo la dice lunga. Poi c’è il treno che serve la valle da Tirano a Colico e Chiavenna ed è un mezzo di trasporto tradizionalmente caro agli studenti. Quelli serviti da questo mezzo sono il 90% e più di quelli iscritti alla scuola di Faedo. Per il tirocinio c’è l’ospedale di Sondrio a due passi e la sede dell’ASL. Per gli studenti che scelgono la residenzialità c’è il Convitto dei Salesiani a Sondrio convenzionato. Sondrio sta a 3 km e volendo ci si va anche a piedi. Per quanto modesti e limitati siano i servizi del capoluogo, vogliamo paragonarli a quelli di Sondalo? Questa è una scuola universitaria, non un Istituto di punizione e, finite le lezioni, vogliamo fornire ai ragazzi qualche svago? Insomma a me, come a tanti, lo spostamento della scuola appare insensato, costoso, mortificante per gli studenti e per i professori. Uno spreco in tutti i sensi. E poi con quale prospettiva di rilancio? Quella degli 8 studenti dell’Alta Valle che forse diventerebbero 16, perdendo però Alto Lario, Morbegno e Chiavenna come minimo e dimezzando Sondrio? Ricominciando da capo attrezzando aule, laboratori, convitto? Ma per favore! Pensiamo a cose vere per Sondalo, non ad incassi elettorali (se mai ci saranno, visto il caos nel quale ci troviamo) realizzati distruggendo quel poco di buono che funziona altrove. Sondalo, è vero, fa 5000 abitanti e Faedo molti di meno, ma né gli uni né gli altri sono tanto stupidi da pensare che il rilancio di Sondalo possa passare per quattro grondaie, 3 ricercatori sui ceppi TBC spediti per fare scena e distruggendo la Scuola di Faedo. L’invito a volare alto lo ripropongo, per il fatto che sono ancora consigliere regionale e che ho troppo a cuore il Morelli per vederlo coinvolto in questi giochetti da retrobottega. Giovanni Bordoni
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