L’EPIFANIA TUTTE LE FESTE PORTA VIA
... e cosa è rimasto? L’Epifania è la festa che chiude il ciclo natalizio. Tutto si ridimensiona. La gente torna in città, chi non ha il tempo per prolungare il soggiorno... i bambini smettono di sognare e cercano di godere dei più o meno abbondanti o ingombranti doni e si ritorna nella normalità nel nostro caso di gente di montagna, spronati nello sforzo di combattere questo gelo che è vecchio più di noi, ma è sempre nuovo da affrontare. In tutto questo, eliminazione dei rifiuti compreso, ci pare giusto rilevare che tutto questo modernismo, compresa la pubblicità, una delle buone impressioni emerse, anche in questa occasione, è la forte partecipazione alle funzioni religiose. Veramente, anche se gli occhi sono per vedere e le situazioni che ci capitano sott’occhio non possiamo ignorarle, è stato un compaesano, uno di quelli che non passa per stretto bigotto, a farmi notare questo fatto positivo della nostra realtà del momento. Una folta partecipazione e a livello generale. Non solo le “quattro donnete” come usano dire chi in Chiesa non ci va mai, ma tutta la comunità fatta di donne, di uomini, di giovani, di bambini e che si accostano anche ai Sacramenti. Certo alla Messa delle otto di mattino non ci sarà il pienone delle 10.30 nonostante l’ampiezza della nuova chiesa o alla Messa delle 18.00. Da rilevare poi che si tratta, oltre ai paesani, di gente in vacanza e quindi non forzati dalle abitudini locali e, se rispettano gli obblighi religiosi fuori casa, di certo è perché continuano le loro buone abitudine di vita. Per questo personalmente, anche dalle esperienze che faccio oltre confine, ritengo che chi dice "ai giorni nostri nessuno va più in chiesa", sono quelli che non ci vanno davvero e quindi non vedono, se la chiesa è piena o vuota o chi ci entra per caso alle due del pomeriggio. La pubblicità può essere positiva o negativa, ma la gente è cosciente della doppia componente umana; quella del corpo e quella dello spirito e se ha un pizzico di ragione, porta avanti l’una e l’altra, fin dove può, mettendo anche in pratica che paradiso e inferno incominciano già qui, su questa terra. Basta esperimentarla in noi stessi e guardarsi attorno nella pratica.
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