L’equipaggio della solidariet?
L’equipaggio della solidarietà della Onlus Cancro Primo Aiuto vede protagonisti il pilota Marco Bonanomi e l’alpinista Marco Confortola. Proprio così: la Onlus monzese ha deciso di far correre un’auto con il proprio logo sulla livrea e di farla guidare a due dei suoi testimonial, il pilota Marco Bonanomi e l’alpinista Marco Confortola. Quando? Al prossimo Monza Rally Show, dal 23 al 25 novembre! L’iniziativa si è resa possibile grazie al sostegno di due sponsor: Beta Utensili, marchio noto nel mondo dei motori, e Mottolino, lo snowpark di Livigno. Il binomio Sport & Solidarietà è uno dei punti di forza di Cancro Primo Aiuto ed ecco quindi un’altra iniziativa sportiva di Cancro Primo Aiuto, il Memorial Walter Fontana di sci, in programma tra novembre 2012 e marzo 2913: la testimonial sarà la giovane bormina Federica Sosio, promessa di questo sport. Hanno detto: Massimo Manelli, presidente vicario di Cancro Primo Aiuto: “Siamo convinti che lo sport sia un veicolo ideale per far conoscere le nostre iniziative e raccogliere adesioni e sostegno economico a favore dei nostri progetti. Lo facciamo ormai da 19 anni con il Memorial Walter Fontana di sci e l’abbiamo fatto in tante altre occasioni. Basti pensare all’ultima esperienza di Santiago in rosa, con dieci donne che, a piedi o in bici, hanno percorso gli oltre 650 km che separano Santiago de Compostela da Fatima. Quest’iniziativa ci ha consentito di raccogliere i fondi necessari ad acquistare due ecografi per la cura dei tumori femminili: uno per gli Ospedali Riuniti di Bergamo e uno per l’Ospedale Niguarda di Milano”.
Marco Bonanomi: “Non è da molto che sono testimonial di Cancro Primo Aiuto, alcuni amici hanno presentato l’associazione a mio padre e lui me ne ha parlato. Ho accettato di incontrarli, ho toccato con mano la serietà di quello che stanno facendo e ho dato subito la mia disponibilità. E’ sempre bello dar vita a collaborazioni di questo genere”.
Marco Confortola: “La mia adesione nasce anche dalla convinzione che un ammalato di cancro si trovi nelle stesse condizioni di noi alpinisti quando saliamo in montagna: ci si deve mettere in testa che per guarire sarà necessario soffrire, tanto, al limite del possibile. La guarigione, come una cima, non te la regala nessuno: te la devi conquistare”.
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