LUISA MORASCHINELLI: GLI ZAGABRI D’APRICA NON DIMENTICANO
Nonostante la fine della guerra sia lontano e il periodo in cui l’Aprica ha ospitato una discreta comunità di ebrei in fuga dalla Croazia, denominati da noi del paese “Zagabri”, presente negli anni ca. 1941-43 in periodi più o meno lunghi, il ricordo perdura ancora oggi e di tanto in tanto riaffiora qualche testimonianza diretta. Ancora nei nostri ricordi la rimpatriata del maggio scorso organizzato da Vera Neuefeld, venuta apposta dall’Australia con marito, figlio, un gruppo e il croato Branco Gavrin con amici, incontro coordinato da Alan Poletti, residente in Nuova Zelanda ma figlio di emigrati di Villa di Tirano (impegnato questi a scrivere un libro sull’argomento). E guarda caso, proprio in questi giorni, ci è capitato di incontrare un altro ex rifugiato, del gruppo di allora, oggi residente negli Stati Uniti, in vacanza con amici sul lago di Como e che si è presentato con il nome di Steven Switzer. In questi giorni, All’Aprica è venuto esplicitamente in giornata per rivedere questo paese, dove bambino, allora di otto anni ca., con i suoi genitori ha trovato rifugio dopo essere scappato dalla Croazia per poi continuare la fuga verso la Svizzera dove, come tanti altri hanno trovato la salvezza. . Un incontro fortuito, il nostro, quando già stava prendendo il taxi per il rientro a Varenna. Poco il tempo disponibile, ma rimandando di un’ora il Taxi, è stato possibile uno scambio di utili informazioni. Bambino di 8 anni allora, ricordava l’Albergo Aprica, oggi non più in attività, ma a quel tempo, anni 1942-43, era il massimo all’Aprica in fatto di struttura ricettiva, quindi doveva essere gente facoltosa. Ha ricordato la scuola che frequentava, la stessa d’oggi e che a quel tempo frequentavo anch’io. Ma la cosa più importante in questo pur fuggevole ritorno è stato di aver trovato nella lista, che ho la fortuna di possedere, fornitami da Alan Poletti, il nome di suo padre con la moglie e il figlioletto e quindi la sua famiglia. Apprezzato anche il mio libro “Ricordi di guerra”, dove porto testimonianza diretta di questi rifugiati e qualche fotografia dell’Aprica del tempo. Sicuramente ne sentiremo ancora parlare, anche di lui quando rientrerà in comunicazione con Alan Poletti che sarà contento, anche perché ormai ne sono rimasti pochi in vita oggi, anche se sfuggiti alla persecuzione nazista. E speriamo di vedere presto la pubblicazione in atto, anche se in lingua inglese, ma con foto d’Aprica. Noi del paese, con tanto di male che si è sentito dire sulla persecuzione nazista nei confronti degli ebrei, possiamo essere orgogliosi di constatare che questi nostri ex rifugiati, non solo hanno trovato accoglienza e la strada verso la salvezza del momento, ma in questi casi, che non sono pochi, rileviamo che serbono un buon ricordo e le testimonianze che ci arrivano non sono dicerie, ma fatti reali, come constatiamo. (LUISA MORASCHINELLI)
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