"Mamma, ma tu fumi?"
Un ricordo leggendo il pezzo di fondo del direttore del Grigione italiano di questi giorni, dal titolo “Caro fumo“. Tempi lontani, ma già di fumatori. Alla tavola di un albergo di Berna, con i camerieri del locale le sigarette volavano come fossero caramelline. “Una sola non fa male, dai provaci”. E questo poteva essere l’inizio facile quanto innocente.. E così si incomincia. Ma fortunatamente un giorno non lontano una bimba, venuta a trovare la sua mamma alll’estero, vedendola mettere alla bocca una sigaretta, con tono scandalizzato le dice: “Ma mamma tu pipi?” (ma mamma tu fumi?) La mamma rimase male, ma evidentemente l’avviso è arrivato troppo tardi. Ma non per me e lo auguro a tanti altri, specialmente a quelle ragazzine e ragazzi che alla partenza del treno o della corriera per andare alla scuola, si fermano fino all’ultimo istante, con un piede a terra e l’altro sul predellino, prima che parta la corriera o il treno, a tirare ancora una boccata di fumo e si credono chissà che cosa e non sanno che “si tirano la zappa sul piede “. A quel punto basta, come da esperienza, un piccolo ragionamento: “Se è così difficile smettere di fumare, costa proprio niente evitare di prendere il vizio". Senza vergognarsi, rifiutare quella sigaretta, quando ti dicono ‘Una sola non fa male’, ricordandosi che quell’una è la prima di tante, una catena difficile poi da rompere.
|