MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI!
MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI!

L’essere  “soli”  non è la peggior situazione dell’uomo, neanche nelle festività.

 

Quando si avvicinano le festività, quanti commenti e lacrime inutili si sprecano per chi è solo. Non voglio scandalizzare, ma anche sull’esperienza di vita, l’essere soli non è poi la peggiore delle situazioni.

Va bene che lo dice anche la Sacra scrittura: “Guai ai soli” ma bisogna anche vedere in che rapporto. Innanzitutto va precisato che non è mai, o raramente, solo una scelta. Uno si può trovare solo o sola nella vecchiaia anche dopo aver creato e gestito una famiglia, quindi non sempre è una scelta, mentre è una scelta il come si gestisce il fatto di essere soli. C’è la solitudine, di chi è emarginato dai figli, chi è abbandonato dal coniuge, che è rimasto vedovo, ecc. Quindi le cause sono tante, ma in ogni modo non è la posizione peggiore, di chi per esempio deve sopportare una convivenza sbagliata. Quindi  la solitudine in sé è un fatto personale che va gestito come qualsiasi altra posizione. Uno può sentirsi solo anche all’interno di una grande famiglia e in qualsiasi momento dell’anno.

Quindi la persona sola perché dovrebbe sentirsi diversa nelle festività? Essa ha anche tutte le possibilità di fare o non fare, sempre che sia in buona salute, anche nei giorni di festa. 

Non è  detto che sia il cenone (che poi lo può sempre fare da sola o in compagnia) a dargli quella felicità pubblicizzata. E poi perché dovrebbe essere triste proprio nelle festività, quando la sua solitudine l’ha da godere o da soffrire tutto l’anno?

Da ricordare Quasimodo che dice: “Ognuno sta solo sul cuore della terra….”.

E quindi solo di gestire se stesso non sull’onda della pubblicità, ma alla luce della vita e se ha fede, che non vuol dire solo andare alla Messa di mezzanotte, ma alla luce del Cielo che non lascia mai mancare, a chi la chiede, la capacità di continuare il proprio cammino terreno in pace e serenità.

Quindi niente lacrime inutili per chi è solo, ma piuttosto, come si usava dire, lacrime per “i mal accompagnati”, per chi è infermo, per chi ha perso i propri figli, per chi non ha il lavoro, ma non per i soli che hanno un problema da risolvere, il proprio, e tutto finisce li.

Quindi a questo punto, anche per onorare le tradizioni, buona continuazione a tutti, soli e accompagnati; mettiamocela tutta, personalmente, per rendere  anche questo nuovo anno, sereno alla luce del Cielo che è la sola garanzia anche nella pratica, sia nelle festività che in tutto il corso dell’anno. (Nella foto, Luisa Moraschinelli in compagnia del fratello)

 

 


Data: 16/01/2011