MOSTRA INTERNAZIONALE DEI DOCUMENTARI SUI PARCHI A SONDRIO
Sondrio capitale del film naturalistico per una settimana. Per il XXIV Sondrio Festival hanno annunciato la loro presenza tutti gli autori di documentari italiani. Un successo senza eguali per la Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi edizione 2010, dal 5 al 10 ottobre, alla quale parteciperanno anche gli autori dei documentari italiani Joseph Peaquin (“In un altro mondo”, girato nel Parco Nazionale del Gran Paradiso), Jost Geppert (“Il mistero del Carso”) e le slovene Anja Medved e Nadja Veluscek (“Il tempo del fiume”, ambientato nell’area dell’Isonzo). A Sondrio ci sarà anche l’israeliano Yossi Weissler, Targa Città di Sondrio nel 2007 per “Il muro della Morte”, nella giuria internazionale assieme al ranger Roy Wood dall’Alaska in rappresentanza del National Parks Service USA. Un parterre di personalità del mondo dei documentari che vede la presenza anche gli italiani Luigi Cammarota, (autore di “Olmo, anche un albero”, girato nel Parco Regionale Oglio Sud, fra Cremona e Mantova, location del celebre “Novecento” di Bernardo Bertolucci); Fabio Gaioni , produttore de“La reale vita delle sirene”, di Leonardo Sergiani (NELLA FOTO), girato in Florida (USA) e prodotto da Digital Marine Production, una nuova casa di produzione lombarda specializzata in documentari di ambiente marino; Piero Cannizzaro, regista di “Cilento, storia di pane e grano”, girato nel Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. I registi spiegheranno i segreti del mestiere ai ragazzi delle scuole agli incontri programmati nel corso del Festival, mentre il workshop sul documentario come strumento di comunicazione per i Parchi, l’8 ottobre, sarà animato da Enzo Incontro, regista e direttore dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, premiato recentemente al Festival di Monterey per un documentario sui pescatori siciliani emigrati in California, Marco Tessaro, documentarista ed esperto di educazione ambientale, il regista e produttore Michele Giudici e Pino Brambilla del Club Alpino Italiano (il workshop è organizzato da Sondrio Festival insieme a Federparchi e Consorzio Parco Orobie Valtellinese).
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Data: 16/09/2010
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05/10/2010, 15:27 E DOMANI ARRIVA L’HIMALAYAN CLIMBER DOUG SCOTT
C’è grande attesa per l’alpinista scozzese Doug Scott, uno dei più famosi climbers di alta quota del mondo, che presenterà il suo decalogo della montagna. Prima di lui, alle 18 proiezione di “Di padre in figlia” di Micol Cossali, girato nella Foresta Regionale Val Grigna (Brescia) per la sezione speciale “montagna italiana” e a seguire altri due documentari in concorso, entrambi italiani: “La reale vita delle sirene” (2009) girato da Leonardo Sergiani tra i lamantini del Crystal River in Florida e “In un altro mondo” (2009) di Joseph Peaquin che racconta la vita ed il lavoro di un guardaparco nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Chi è Doug di Giuseppe “Popi” Miotti Questo nome, familiare ai “gourmet” di questa disciplina, suonerà quasi estraneo ai più, ma Doug è stato uno dei maggiori alpinisti himalayani di tutti i tempi e sul tetto del mondo ha vissuto imprese di autentica avventura e di vera esplorazione. Dopo il classico percorso di avvicinamento al grande alpinismo, una serie di notevoli ripetizioni sulle Alpi e alcune prime ascensioni sulle grandi pareti del globo, dal 1974 gli interessi di Scott per l’esplorazione delle montagne si focalizzarono sull’enorme potenziale offerto dalle vette himalayane. In questo periodo per l’alpinismo britannico stava iniziando una nuova età dell’oro, propiziata da pionieri come Chris Bonington, Dougal Haston, Donald Willans e Joe Brown. A questi capiscuola fece seguito una nutrita schiera di allievi, primo fra tutti Scott, seguito a ruota da elementi più giovani come Joe Tasker, Dick Renshaw, Peter Boardman e Alex Mc Intyre. Dotati di un’audacia estrema, a partire dalla metà degli anni 70 del secolo scorso, questi ragazzi iniziarono a misurarsi con gli 8000 e altre vette minori, con lo stile usato dai loro antenati sulle Alpi nell’800, usando tecniche avanzate, ma sempre cercando di rendere la sfida uomo-natura la più leale possibile. La definitiva consacrazione di Scott avvenne nel 1975, quando, con Dougal Haston, raggiunse la vetta dell’Everest salendo l’inesplorata, altissima parete Sud-ovest. I due sopravvissero ad un durissimo bivacco forzato a 8570 metri, e senza ossigeno, da cui trassero la conclusione che l’esperienza e il moderno equipaggiamento potevano consentire di spingersi più avanti nella sfida coi giganti asiatici. Ma questa fu ancora una spedizione vecchio stile: molti mezzi, molte corde fisse. Doug aveva ormai capito che si poteva far meglio e, principalmente con Bonington, Tasker e Boardman, negli anni successivi diede il via alla nuova era dell’alpinismo hiamalyano. Scalatore raffinato ed esigente, Scott diede anche prova di possedere una fibra fuori dall’ordinario quando, dopo aver rotto due caviglie in vetta all’Ogre Peak 7285 m, affrontò una tremenda lotta durata ben otto giorni per tornare al campo base ancora vivo. Gli ultimi cinque chilometri verso la salvezza, e molti altri tratti lungo la parete, li fece procedendo a quattro zampe su neve e ghiaccio consumando molte paia di guanti e di sopra-pantaloni; i compagni di spedizione gli furono sempre d’aiuto, ma coi limiti posti dall’asprezza dei luoghi e dall’assenza di portatori. Forse il capolavoro di Doug resta però la salita al meraviglioso pilastro est dello Shivling, 6543 m, una delle più belle cime del globo, dove creò un itinerario che univa notevoli difficoltà tecniche ad un ambiente di alta quota. In perfetto stile alpino, muovendosi cioè come fossero su una cima delle Alpi, Scott e tre compagni raggiunsero la vetta dopo tredici giorni consecutivi di scalata di cui molti resi ancor più duri da costanti nevicate. Insomma Sondrio avrà l’occasione di conoscere un vero Himalayan Climber, uno di quelli che hanno fatto la storia, ma anche un autentico gentleman della montagna che ha incarnato ed incarna lo spirito che mosse i primi inglesi ad interessarsi delle Alpi quasi due secoli fa. Se Messner fu noto per la rapidità delle imprese e Bonington per la sua capacità organizzativa, Doug Scott, cavaliere delle vette, è il più vero rappresentante del grande alpinismo d’esplorazione. Per i suoi meriti e le sue capacità, dal 1999 al 2001, Scott è stato presidente del prestigioso Alpine Club (il primo club alpino ad essere fondato), dal 1976 al 1982, fu Presidente dell’Alpine Climbing Group e nel 1994 vicepresidente del BMC (British Mountaineering Council). In Valtellina per partecipare all’Assemblea Generale dell’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni d’Alpinismo) che, grazie all’impegno di Stefano Tirinzoni, si terrà a Bormio dal 6 al 9 ottobre, Doug presenterà in anteprima a Sondrio Festival le linee guida del nuovo decalogo orientativo sul comportamento che alpinisti ed escursionisti dovrebbero tenere sulle montagne piccole e grandi della terra. La presentazione sarà illustrata da immagini commentate dallo stesso alpinista britannico. (Nelle foto, il libro di Scott e Giuseppe POPI Miotti) |
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
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05/10/2010, 15:17 RASSEGNA AL VIA SOTTO IL SEGNO DELL’AMBIENTE
E’ stata inaugurata ieri a Palazzo Sertoli la XXIV edizione della mostra internazionale SONDRIO FESTIVAL – Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi. L’evento è stato presentato da Marina Cotelli, presidente di Assomidop nonché assessore alla Cultura del Comune di Sondrio e Maria Grazia Cicardi, presidente del comitato scientifico. Presenti il presidente del Parco dello Stelvio Ferruccio Tomasi, Angelo Schena in rappresentanza del Club Alpino Italiano e Paolo Bassi per la Camera di Commercio di Sondrio, recentemente divenuta socio di Assomidop, che hanno salutato il pubblico presente assieme a Claudio Garzetti del Gruppo Credito Valtellinese. Presentata nell’occasione anche la novità del qr-code, un codice a barre bidimensionale posizionato in punti strategici della città a cura della società Mediatimes che consentirà a chi possiede un videofonino di nuova generazione di scaricare filmati dedicati agli elementi naturali e di portarsi a casa quindi un pezzetto di Festival. “Un festival che guarda con rinnovata attenzione alla tecnologia per diffondere il proprio messaggio di sensibilità ambientale”, come ha ricordato il sindaco di Sondrio Alcide Molteni alla prima serata di proiezioni in Piazza Garibaldi, davanti un foltissimo pubblico e la giuria internazionale al completo: il regista Mario Brenta, Linde Dehner di Arte-ZDF, Piero Carlesi giornalista, del Comitato Scientifico del Festival, Loredana Dresti del Parco dello Stelvio, il documentarista israeliano Yossi Weissler e il ranger Roy Wood del servizio parchi USA. Sensibilità ambientale attestata anche dal presidente della Provincia di Sondrio Massimo Sertori, che si è presentato con il filmato realizzato in occasione della Giornata dell’Acqua: “Per difendere questo bene preziosissimo occorra una forte unità di intenti”. La serata iniziale, allietata al pianoforte dal maestro Mimmo Ricotta, è stata trasmessa in diretta via web grazie ad un accordo con la società Taxiweb, che sul sito della manifestazione diffonderà su internet i contenuti della manifestazione, volti e voci che si susseguiranno nella tensostruttura di Piazza Garibaldi. Ieri stati proiettati i due primi film in concorso: “Boemia, la terra dei cento stagni” di Michael Schlamberger (vincitore qui nel 2004) e Jiri Petr, produzione austriaca del 2009 su un rifugio vitale per la fauna del luogo che convive con un’agricoltura sostenibile e “Una storia del Kalahari” di Johan Vermeulen (Sudafrica, 2008), che racconta degli sforzi per sopravvivere nel deserto di un gruppo di affiatati scoiattoli dalla lunga coda. Oggi a partire dalle 18 sarà di scena il primo documentario della sezione speciale dedicata alla montagna: “Baraggia, l’ultima savana” di Davide Mocci sulla riserva naturale orientata del Piemonte. Alle 20.45 tocca ad altri due film in concorso. “Rift Valley- Dall’inferno alla terra santa (Austria, 2009, in coproduzione con National Geographic), di Harald Pokieser e Paul Reddish, sulla parte più selvaggia del Rift che si estende tra l’Etiopia e la Valle del Giordano, attraverso il Mar Rosso. Con “Ritorno a Bharatpur”di Szabolcs Mosonyi (Ungheria 2010) ci spostiamo invece in India, nel Rajastan, in una zona diventata paradiso per molte specie di uccelli. Prima dei documentari, Franco Formica, esperto di educazione ambientale e ospite abituale di programmi di Rai3, leggerà alcuni stralci dal suo libro “Una montagna di storie”. |
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
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16/09/2010, 14:42 PARLA CICARDI, PRESIDENTE DEL COMITATO SCIENTIFICO
Maria Grazia Cicardi è naturalista, dal 2007 presidente del Comitato Scientifico di Sondrio Festival e ha contribuito alla crescita della rassegna a livello internazionale. Dalle sue parole, traspare entusiasmo... Un suo giudizio sui film presentati quest’anno a Sondrio Festival e sulla presenza di molti documentari italiani. Come ogni anno il lavoro di selezione del Comitato scientifico è stato complesso per l’elevato numero di documentari pervenuti, ben 75, per la qualità cinematografica e per l’interesse dei contenuti. Si è deciso di ammettere in concorso 11 film che ben rappresentano le tematiche di Sondriofestival e possiedono lo standard qualitativo che lo ha sempre contraddistinto. Tra questi anche 5 documentari di produzione italiana. Descrivono aree geografiche molto diverse tra loro: dall’Italia all’India al Kalahari, dal Mount St. Helens alla Boemia, ecc. Inoltre sono stati selezionati 3 documentari per la sezione speciale “Tutela ambientale, attività umana e sostenibilità”, che saranno proiettati nella serata di sabato. Il Comitato Scientifico ha deciso di far conoscere al pubblico tutti i documentari italiani iscritti, per valorizzare una produzione qualificata e importante per i nostri Parchi: i film saranno proiettati ogni giorno alle 18. Sondrio quest’anno apre le porte ai rappresentanti di tutti i parchi italiani con la riunione di Federparchi ed un worskhop sulla funzione del documentario naturalistico per la promozione delle aree protette. Due parole sull’importante evento nazionale. E’ stato possibile realizzare questo meeting di settore, così importante, grazie alla sinergia con il Parco delle Orobie Valtellinesi. Ci permette di evidenziare il tema portante di Sondriofestival e cioè i Parchi. Il workshop, che è incentrato sul documentario come strumento di promozione per i Parchi, consentirà ai responsabili di entrare in contatto con i registi presenti a Sondriofestival, per focalizzare le caratteristiche del documentario naturalistico, e fornirà strumenti per la valutazione dei vari prodotti; contemporaneamente offrirà ai registi la possibilità di conoscere le esigenze di promozione che i parchi hanno. Anche Ecomove terrà un meeting a Sondrio. Vuole presentare in breve questo organismo internazionale? Ecomove è un’organizzazione no profit, con sede a Friburgo, in Germania, che promuove i media audiovisivi a tema ambientale con lo scopo di diffondere in tutto il mondo la sensibilità per l’ambiente. Attualmente sei festival internazionali sono membri di Ecomove e Sondriofestival è uno di questi. Per la seconda volta Ecomove terrà a Sondrio, nella settimana del festival, la sua Assemblea annuale con rappresentanti di Giappone, Russia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per concludere, un suo messaggio personale al pubblico del XXIV Sondrio Festival. Lo staff organizzativo si è impegnato a realizzare un festival interessante e di qualità, sia dal punto di vista cinematografico, tecnico e scientifico, che sul fronte delle attività e degli eventi, collaterali. Invito tutta la cittadinanza a partecipare con l’interesse e l’entusiasmo di sempre. |
cristina culanti
Autore dal 27/10/2021
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