ORO BIANCO
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In provincia di Sondrio, una cifra imponente, quasi 76 milioni di euro, si materializza dai fondi derivanti dal demanio idrico ma, come sempre accade, la questione su come questi fondi debbano essere impiegati a decidere concretamente e’ sempre Regione Lombardia. 

Ricordo con una certa nostalgia il periodo in cui, da consigliere provinciale, sollevai la questione delle competenze relative al demanio idrico, sostenendo che dovrebbe essere l’ente Provincia di Sondrio a decidere La risposta che ricevetti fu chiara e, in un certo senso, deludente: i nostri uffici, quelli della provincia, erano considerati non all’altezza di gestire tale complessità. 

All’epoca, la Provoncia era un ente di primo livello; ora, ahimè, è retrocessa a un secondo livello, costretta a limitarsi a demandare alla Regione le decisioni, in questo caso le cose non sono cambiate.

Non mi addentrerò in valutazioni sulla giustezza o meno di questi 76 milioni di euro, poiché non possiedo le competenze adeguate per farlo e quindi sto zitta, tuttavia è indubbio che si tratti di una somma considerevole, e non mi soffermerò neppure sui vari progetti decisi, inoltrati con un comunicato stampa prontamente incollato in altre pagine, potete leggerli ovunque, buona  lettura!

Eppure, ciò che mi preme sottolineare è la nostra relazione con le acque, che continuano a scorrere, a produrre energia, in un gioco di equilibri e responsabilità che, nonostante tutto, resta in continua evoluzione.

Data: 27/11/2024
 
30/12/2024, 09:16
Idroelettrico

Ezio Roppolo, portavoce del Coordinamento Nazionale dei Comitati Locali dei Territori Montani per un Idroelettrico Trasparente e Sostenibile, in un comunicato critica aspramente le grandi aziende del settore idroelettrico e la loro recente campagna di comunicazione. Il Coordinamento rappresenta numerose comunità montane da Sondrio a Pordenone, da Chieti ad Aosta, che si oppongono allo sfruttamento delle risorse idriche locali.Roppolo denuncia come, da oltre un secolo, gli effetti ambientali e socio-economici degli impianti idroelettrici siano stati trascurati. Cita, infatti, il drastico calo della popolazione montana, dimezzatasi mentre la popolazione nazionale cresceva del 50%. Questa situazione è attribuita all’industrializzazione che ha favorito pochi interessi aziendali a discapito delle comunità.In un contesto mediatico dominato dalle grandi imprese, Roppolo evidenzia la difficoltà di far sentire le voci delle comunità locali. I media mainstream, concentrati sugli imprenditori più potenti, tendono a silenziare le opinioni dissenzienti.Rapollo esamina anche la privatizzazione delle infrastrutture idroelettriche, iniziata circa venticinque anni fa, che ha portato alla frammentazione del monopolio dell’Enel. Le aziende coinvolte cercano di mantenere le loro posizioni evitando la concorrenza attraverso lobbying.Le concessioni per le derivazioni idroelettriche sono state continuamente prorogate e dovranno essere rivedute nel prossimo decennio. Il Coordinamento sostiene che, se l’idroelettrico fosse strategico per l’interesse nazionale, sarebbe necessaria una rinazionalizzazione degli impianti.Infine, la lettera conclude con un invito al confronto e alla verifica delle affermazioni degli Operatori, offrendo il supporto del Coordinamento alle Regioni per garantire che gli interessi delle comunità montane non siano sacrificati a favore delle grandi imprese.
cristina


Autore dal
14/05/2009