Piano d’Area Regione Lombardia: Livigno fa ricorso
(Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del vicesindaco di Livigno Narciso Zini in merito al Piano d’Area Regionale: “Pregiudica la possibilità di edificazione” nella frazione Trepalle. Il Comune ha quindi presentato ricorso al Pirellone). Perché nella Parrocchia più alta d’Europa edilizia congelata? “Vorrei evitare errate strumentalizzazioni politiche, del ricorso presentato dai Comuni di Livigno e Valdidentro contro il Piano d’area Regionale dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della Lombardia. Mi preme chiarire che l’azione da parte del Comune di Livigno si è resa necessaria in autotutela degli interessi della popolazione Livignasca e in particolar modo quella di Trepalle. Il piano in questione pregiudica la possibilità di edificazione su tutta l’ampia area a valle della strada SS.301, impossibilitando i residenti a qualsiasi intervento edificatorio. Nel piano di governo del territorio predisposto dal Comune si è prestata particolare attenzione alla zona Trepalina per favorire il ripopolamento della frazione, e la condizione indispensabile perché il paese non venga abbandonato è la possibilità di poterlo sviluppare secondo le esigenze dei suoi cittadini. Se le giovani coppie vedono negata questa opportunità saranno sempre meno coloro che avranno domicilio e quindi verranno a mancare i numeri per mantenere quei servizi essenziali alla comunità. Per questo abbiamo richiesto negli anni passati durante le numerose riunioni con l’Assessore e funzionari regionali, rappresentanti Provinciali e Sindaci di adottare delle modifiche che tenessero conto di queste esigenze. Sembrava che tutto fosse stato recepito, tanto che in una intervista congiunta Assessore e Presidente della Provincia di Sondrio veniva dichiarato che in accordo con il territorio si era finalmente definito il Piano d’area. Purtroppo però successivamente al nuovo insediamento in Regione del Consiglio c’è stata l’approvazione del Piano d’area, che non teneva conto se non in modo molto marginale delle osservazioni del territorio. Ci sono state successive riunioni che hanno tentato di rassicurare gli amministratori sull’interpretazione del Piano, ma ancora oggi non vi è nulla di ufficiale. I ricorsi possono sempre essere ritirati in qualsiasi momento, lo si farà puntualmente, nel momento in cui ci saranno le certezze con un documento che definisca in modo ufficiale l’interpretazione delle regole che tengano conto delle osservazioni”.
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