Riflessioni
C’è una cosa positiva in questa emergenza: abbiamo il tempo per lavorare su noi stessi e per chi ha figli, sul rapporto con loro. Quando si è fuori casa per lavoro il tempo a disposizione è poco, e quel poco spesso non si utilizza per "guardarsi dentro". Succede che raccontiamo bugie a noi stessi, per non affrontare le nostre paure, le nostre fragilità. Questa emergenza ha fatto uscire la paura, la nostra fragilità davanti ad un evento che mai avremmo voluto affrontare. Ma è successo, la vita è anche questo e senza stare a ragionare, per esempio, attorno a un tema scottante come "La teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale", che magari tanto "complotto non è". Dobbiamo diventare gli imprenditori di noi stessi, come mi ha detto un caro cugino l’altro giorno e questo cosa significa? Ditemelo voi… Io l’ho inteso come un riprendersi in mano il proprio pensiero, non stare a seguire la massa, guardare alle cose vere e non a sfaccettature che questa società consumistica ci ha inculcato. Anche nel rapporto con i nostri figli possiamo crescere, ognuno modo suo, ognuno seguendo le proprie inclinazioni, sempre nel segno della moralità e dell’etica, parole che in questa società occupano un posto marginale, ma che davvero potrebbero essere le basi per una rivoluzione personale e sociale davvero preziose. "Cessare di uccidere etica e morale", dovrebbe diventare l’imperativo categorico, anche se questo potrebbe essere inteso come un "gioco di concetti", ma si capisce bene…
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