Sguardo su le ACQUE ALBULE
Sguardo su le ACQUE ALBULE

Posare lo sguardo su un lavoro di Massimo Lardi e osare un commento è un poco pretenzioso, ma i libri si scrivono perché siano letti e, se ne parliamo, è segno che qualche cosa ci è rimasto dentro.

La prima impressione, anche se non intendo abbracciare tutto il testo lasciando a ciascuno di assorbire il tutto fino al finale, è stato di sorpresa pensando a come l’autore abbia fatto a tenere i fili di argomenti che si intrecciano fra loro, dando a ciascuno il suo posto. Vedi la parte amorosa con i due protagonisti che, se pur lontani l’uno dall’altro, sono vicinissimi con i sentimenti; malgrado le distanze, dal Paesello elvetico alla capitale d’Italia, che li separa. Di particolare interesse è l’attenzione alle questioni politiche, la concessione delle acque in Isvizzera, nonché il risalto dato alla questione umana dei lavoratori impegnati nella produzione vitale del pane, fino ad arrivare alla lotta per il centesimo, da un capo all’altro della Penisola.

Quindi un vasto campo che alla fin fine appare come la trama di un film, ma con la differenza che l’autore ha dovuto,  non solo gestire nella sua mente la trama, ma coordinarla nei minimi particolari.

Da studioso e non alla prima esperienza, avrà anche trovato aiuto nella storia scritta, ma la fatica ha dovuto mettercela lui per sciorinare ai suoi lettori la trama con tutti i particolari che la tengono insieme in un largo spazio di anni che ricopre la vita di una generazione.

Un insieme di situazioni che alla fine (anche se non sveliamo il finale) facendo ancora riferimento al film, hai la sensazione di essere vissuta in quel particolare periodo della nostra storia, ma con la percezione che i tempi o meglio i cicli sono sempre quelli: gente che lotta una vita per la conquista personale, per affermarsi. Passano anni, decenni, dove tutto fiorisce in successi, in amori, in progetti, ma il tutto entro uno spazio che si ripete…lo dice anche l’autore, se pure con altre parole, alla fine.

*Lardi Massimo, Acque Albule, Edizioni Dino e Fausto Isepponi, Poschiavo 2012, fr. 20, € 18 in vendita presso le librerie e tipografie di Poschiavo, “LIBRERIA-MUSICA IL 95” P.zza Cavour 13,  23037 Tirano, LIBRERIA DELLA CAGNOLETTA, Via Piazzi, 22 - 23100 Sondrio, LIBRERIA IL PALANTIN, Reichsgasse 10, 7000 Coira.

 


Data: 17/01/2013
 
31/05/2013, 08:39
Massimo Lardi

Alcantino incontra Massimo Lardi, venerdì 7 giugno alle 20.30.

cristina culanti


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11/11/2010

30/05/2013, 09:25
Un successo continuo

Lo abbiamo constatato in questi scorsi giorni nella Casa Anziani  di Poschiavo, dove Massimo Lardi è solito dedicare qualche ora di lettura dei suoi libri. In questa circostanza non poteva trattarsi che della continuazione della sua ultima opera, “Acque Albule”. Nella circostanza, l’autore si è trovato di fronte a un pubblico, per quanto ridotto, come può essere quello di una Casa Anziani, che ogni scrittore vorrebbe avere come ascoltatori, per rendere la lettura viva.

Infatti, da come abbiamo constatato, più che di una lettura si è trattato di un dialogo fra l’autore e i presenti, parte dei quali erano a conoscenza dei fatti trattati dall’autore. Naturalmente non che siano testimoni diretti del tempo, ma a conoscenza di luoghi e soprattutto di persone che, come succede nei paesi, la cui esistenza e vita viene tramandata da famiglia, in famiglia e che alla fin fine diventa storia.

Certo non capita spesso di trovarsi a tu per tu con l’autore del libro che, dopo documentazione, racconta di luoghi e di persone trasmessi nella memoria comune.

Mi ricorda un detto nel mio dialetto: “Dopu cent angn e trenta mes al torna l’acqua al so paes”.

Questo è l’ultimo libro di Lardi: “dopo cento anni e cento mesi si rinnova la storia di quel paese o come dall’autore nominato del  “paesello”.

 

luisa moraschinelli


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11/11/2010

07/02/2013, 17:33
Una fusione tra narrativa e storia

L’articolo di Clara Castoldi per La Provincia di Sondrio...

cristina culanti


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11/11/2010

06/02/2013, 09:14
La recensione di MARCO SAMPIETRO

Acque Albule: un affresco che restituisce intatto tutto il senso di un’epoca (e non solo)

di Marco Sampietro

Questo nuovo romanzo ‘storico’ di Massimo Lardi, come i precedenti, spalanca una finestra su altri due fenomeni ‘diffusi’ che hanno segnato la storia della gente della Val Poschiavo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento: il flusso migratorio da una parte, quello turistico dall’altra.

L’emigrazione poschiavina, di cui Lardi si è già in parte occupato in quel ‘libello della memoria’ che è Quelli giù al lago, aveva come destinazione soprattutto Roma, dove gli emigranti facevano i misuratori di granaglie, i facchini, i venditori al minuto, i garzoni di bottega, o continuavano le attività artigianali e commerciali di cui erano vissuti in valle: carrettieri, muratori, distillatori, panettieri. E panettieri, o meglio, panificatori sono per l’appunto i protagonisti di questo romanzo, in primis il garzone Cristiano Marchesi e il suo datore di lavoro, Augusto, che lavorano sodo e onestamente lasciando dietro di sé degli exempla da imitare ancora al giorno d’oggi.

L’altro fenomeno, che fa da sfondo al romanzo, è la nascita del turismo strettamente legato allo  sfruttamento delle potenzialità turistiche e idroelettriche della valle, e rappresentato per lo più da quelle famiglie emigrate stabilmente in città che ritornavano a trascorrere le vacanze nel paese di origine (è’ il caso della famiglia di Margherita, la ragazza di Cristiano), e dai frequentatori dei bagni la cui presenza, sempre più massiccia, favorì la costruzione di strutture ricettive, rappresentate da alberghi più o meno confortevoli, in grado di accoglierli, e nello stesso tempo la perdita di quei valori e di quei comportamenti che costituivano il fondamento della cultura e della civiltà valligiane.

Emigrazione e turismo sono, dunque, il cardine attorno al quale ruota l’intera trama di questo avvincente romanzo ‘storico’ con il suo bagaglio di valori ora tenacemente difesi e gelosamente custoditi (come l’attaccamento affettivo alle proprie origini e al gruppo sociale di provenienza, l’accoglienza, il sostegno, l’onestà, la libertà, la giustizia, l’etica e la morale) ora irrimediabilmente perduti (come le illecite speculazioni, i gravi abusi edilizi, lo squallore delle rive, la svendita dei beni di famiglia, lo sradicamento).

In questi due mondi antitetici e non facilmente conciliabili si intreccia la struggente storia d’amore tra Margherita e Cristiano che fa di Lardi un grande ‘poeta d’amore’: il tema dell’amore raggiunge infatti qui realizzazioni altissime offrendo modelli insuperabili di poesia soggettiva e sentimentale. Le lettere che si scambiano i due innamorati sono un documento eloquente di quel ‘guazzabuglio del cuore umano’ di manzoniana memoria: aprono uno spiraglio sulla vita quotidiana, sui piccoli e grandi problemi che affliggono due giovani pronti ad aprirsi alla vita, con le loro speranze, le loro preoccupazioni, le loro debolezze, i loro ideali e le loro emozioni.

A dominare le vicende umane sembra quella Fortuna che il Machiavelli paragonava ad un fiume in piena: se è vero che la sua forza devastatrice non si può arginare, è altrettanto vero però che prima della piena l’uomo può costruire argini e predisporre altri ripari in modo da neutralizzare la violenza dell’acqua. In questi termini va interpretata, io credo, l’espressione che ricorre più volte nel romanzo: “La Fortuna viene sovente dipinta con un sol ciuffetto di capelli; felice chi l’afferra al momento opportuno!”. Ma nella sfaccettata rappresentazione del mondo fornita da Acque Albule affiora, di continuo, anche una critica sociale di fronte alla presenza del male nel mondo che è parte inscindibile della vita umana. Solo la ricerca di una ‘vita migliore” è per Lardi un obiettivo fondamentale, che si traduce in una perpetua ricerca di giustizia, sia pure nel contesto pessimistico di fondo. 

In conclusione, questo romanzo, che dimostra le brillanti capacità narrative di Lardi che dà prova di saper passare dall’enfasi all’ironia più garbata e raffinata, dal sarcasmo all’invettiva, ci permette di ripercorrere “dall’interno” le più importanti vicende storiche di quel periodo turbinoso. 

(NELLA FOTO, L’AUTORE MASSIMO LARDI)

 

cristina culanti


Autore dal
11/11/2010