13/05/2014, 10:55 PARCO
PARCO NAZIONALE dello STELVIO Conferenza sulle nuove ipotesi gestionali Fondato nel 1935, con una superfice di 135.734 ettari è l’area protetta più grande d’Europa, con il più elevato numero di biodiversità florifaunistiche. Il 30 settembre 2009 un accordo tra lo Stato italiano e le province autonome di Trento e Bolzano – Lombardia assente - ha previsto il passaggio della gestione del Parco agli enti regionali interessati, cioè Lombardia, provincia autonoma di Trento e provincia autonoma di Bolzano, ipotizzando semplicemente il trasferimento a queste istituzioni locali delle corrispondenti deleghe finanziarie. Si può accettare che il Parco non venga più gestito direttamente dallo Stato, può essere considerato un modo coerente conferire maggiori responsabilità di spesa a chi governa direttamente il territorio. Questo principio manca invece di coerenza se le modalità di gestione tecnico amministrativa delle singole parti non rispettano in modo omogeneo le peculiarità comuni che caratterizzano il senso di scopo e la visione strategica prioritaria di un’area protetta. Il piano del Parco deve rimanere, anche nelle singole parti, “Nazionale”, non solo di nome: deve avere regole di gestione unitarie; deve essere coerente con le corrispondenti norme nazionali ed europee; deve avere una vigilanza omogenea e coordinata; deve avere il sostegno delle rappresentanze scientifiche e ambientaliste; deve avere la partecipazione attiva delle popolazioni locali, tutti requisiti finora assenti anche per l’interessamento “scarso” degli Enti locali lombardi, specie valtellinesi, ovvero per una loro mancata condivisione politico amministrativa. Di conseguenza deve avere una governance unitaria, centralizzata per le sole funzioni di gestione generale come la pianificazione e i vincoli di tutela. Va suddivisa invece negli uffici periferici per le questioni correnti e per le ovvie ragioni di praticità di accesso. Questi sono gli aspetti non negoziabili affinchè il nuovo assetto amministrativo del Parco nasca da una sua collocazione strategica all’interno della Convenzione delle Alpi e diventi il principale fattore di sviluppo economico sostenibile per i suoi abitanti e per l’intera comunità europea. |