STELVIO PARK: SPEZZATINO o RISORSA?
STELVIO PARK: SPEZZATINO o RISORSA?

STELVIO PARK
Spezzatino amministrativo o risorsa europea?

Mentre il governo propone l’abolizione delle province per diminuire i costi della politica, ridurre il numero delle amministrazioni territoriali e semplificarne il funzionamento, a livello locale sono in pieno svolgimento le manovre per smembrare una istituzione che dal 1935 ha governato con unitarietà un’area naturale protetta formata da 4 province e 24 comuni.

Le decisioni sul futuro del parco nazionale più grande delle Alpi è una questione di equilibri di potere tra Stato e Enti territoriali o riguarda anche le loro  comunità?

Sabato  17  maggio ore  14
CONFERENZA
a BORMIO in via Roma 131
presso la sala della Banca Popolare di Sondrio

il punto sulla conservazione della Natura nell’ Ortles Cevedale 

introducono

Wolfgang Platter – direttore del Parco Nazionale dello Stelvio
Luca Pedrotti – ufficio Conservazione del Parco

ne parlano

Ferruccio Tomasi – presidente del Parco Nazionale
Damiano Di Simine – Presidente di Legambiente Lombardia
Giovanni Bettini – Legambiente Valtellina
Gigi Casanova – Vicepresidente di CIPRA Italia
Ugo Parolo – Sottosegretario alla Pres. della Regione Lombardia
Paola Brambilla – Presidente WWF Lombardia
Riccardo Dello Sbarba – Consigliere della Provincia di Bolzano
Salvatore Ferrari – Italia Nostra Trento

Sono invitati a partecipare e discuterne tutti i cittadini e i frequentatori dell’area protetta, i sindaci dei 24 Comuni, i presidenti delle Comunità Montane, i presidenti delle Province.


Data: 13/05/2014
 
26/05/2014, 09:28
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legambiente


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04/03/2011

13/05/2014, 10:55
PARCO

PARCO NAZIONALE dello STELVIO
Conferenza sulle nuove ipotesi  gestionali

Fondato nel 1935,  con una superfice di 135.734  ettari  è  l’area protetta più grande d’Europa, con il più elevato numero di biodiversità  florifaunistiche.  Il 30 settembre 2009 un accordo tra lo Stato italiano e le province autonome di Trento e Bolzano – Lombardia assente -  ha previsto il passaggio della gestione del Parco agli enti regionali interessati, cioè Lombardia, provincia autonoma di Trento e provincia autonoma di Bolzano, ipotizzando semplicemente il trasferimento a queste istituzioni locali delle corrispondenti deleghe finanziarie.

Si può accettare che il Parco non venga più gestito direttamente dallo Stato, può essere considerato un modo coerente conferire maggiori responsabilità di spesa a chi governa direttamente il territorio. Questo principio manca invece di coerenza se le modalità di gestione tecnico amministrativa delle singole parti non rispettano in modo omogeneo le peculiarità comuni che caratterizzano il senso di scopo e la visione strategica prioritaria di un’area protetta.

Il piano del Parco deve rimanere, anche nelle singole parti, “Nazionale”, non solo di nome: deve avere regole di gestione unitarie; deve essere coerente con le corrispondenti norme nazionali ed europee; deve avere una vigilanza omogenea e coordinata; deve avere il sostegno delle rappresentanze scientifiche e ambientaliste; deve avere la partecipazione attiva delle popolazioni locali, tutti  requisiti finora assenti anche per l’interessamento “scarso” degli Enti locali lombardi, specie valtellinesi, ovvero per una loro mancata condivisione politico amministrativa.

Di conseguenza deve avere una governance unitaria, centralizzata per le sole funzioni di gestione generale come la pianificazione e i vincoli di tutela. Va suddivisa invece negli uffici periferici per le questioni correnti e per le ovvie ragioni di praticità di accesso.

Questi sono gli aspetti non negoziabili affinchè il nuovo assetto amministrativo del Parco nasca da una sua collocazione strategica all’interno della Convenzione delle Alpi e diventi il principale fattore di sviluppo economico sostenibile  per i suoi abitanti e per l’intera comunità europea.

legambiente


Autore dal
04/03/2011