SUL TRENINO ROSSO PER CONOSCERE ALTRI USI E COSTUMI
Uno dei tanti viaggi di transito da Tirano a Coira. Lo sguardo passa dal paesaggio che varia a ogni breve tratto di percorso, ai passeggeri che dividono con noi il viaggio. Sono colpita dal gruppo di donne, di mezza età, ben attrezzate non solo, immagino io , per un viaggio di transito, ma usano il trenino come campo base per ben altro percorso sulle belle montagne che vanno oltre il limite dei Bernina, anche se transita a oltre i duemila.. Se pur con discrezione, le osservo con una certa invidia. Ai miei tempi la montagna l’ho frequentata anch’io, non proprio per turismo nei primi tempi, ma per la sopravvivenza, e più piacevolmente con gli sci, più tardi sulle montagne cernesi, ma ora mi accontento di viaggiare con i mezzi pubblici.. Ma la mia attenzione in quella circostanza è attirata da un altro fatto. Sono circa le nove del mattino. E’ l’orario in cui dalla parte italiana, se c’è l’occasione, si beve un caffè e dalla parte Svizzera si fa il "nüni", che è qualche cosa di più sostanzioso. Le nostre turiste non stanno indietro, tirano fuori dal sacco grosse pagnotte nere e si tagliano enormi fette ben visibili anche senza l’indiscrezione di osservare direttamente e con il pane qualche cosa tengono in pugno, dai colori vistosi.. Nascondo a fatica la mia curiosità. Finalmente, senza indagare, visto che si scambiano il voluminoso companatico, capisco che non era un formaggino e nemmeno una fetta di salame, ma enormi peperoni. Da immaginare la mia sorpresa. Certo non erano italiane con al massimo la briosce o il biscotto; non erano svizzere con il cioccolatino e al massimo un kiffali, ma di un’altra nazione. Certo non gliel’ho chiesto, ma ho capito che la loro alimentazione era più che vantaggiosa visto la presenza e l’attrezzatura da salita, magari verso i tremila. E’ sicuro che venivano da lontano, ma dove trovare un trenino del genere che ti porta già, comodamente e attrezzatura compresa, fino oltre duemila metri, base di partenza verso il resto della montagna o comunque ad alta quota? E per noi comuni viaggiatori l’occasione per scoprire altri usi e costumi, in questo caso sicuramente lontani dai nostri. Luisa Moraschinelli/Aprica, giugno 2010 (Foto switzerland Tourism By-line: swiss-image)
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