TURISMO: lettera aperta di Cioccarelli al presidente DMO
TURISMO: lettera aperta di Cioccarelli al presidente DMO

Facebook è anche uno strumento utile per veicolare informazioni e messaggi. E proprio attraverso la pagina del social network Paolo Cioccarelli, operatore turistico valtellinese (che si definisce anche disilluso, populista demagogo e grillino, ndr.) lancia un messaggio al nuovo presidente della DMO, Giovanna Muscetti

“Pensando ad alta voce direi cosi alla presidente DMO: fare e promuovere Turismo significa prima di tutto difendere il nostro territorio.

Il nostro territorio è la materia prima per “fare turismo”. Fare turismo, promuovere cultura turistica significa lavorare insieme per la sua tutela. Dopo mille anni in cui i delegati di turno si sono riempiti la bocca con parole senza senso come cabina di regia, fare sistema, ecc., oggi finalmente si comincia a capire quanto questo settore esiga regole diverse da quelle fin qui seguite.

Da decenni i nostri politicanti e i loro giullari si sono dimostrati insensibili alle più elementari esigenze di un comparto che da solo avrebbe potuto essere veramente trainante per la nostra economia. Oggi la moda di riempirsi la bocca di argomenti sconosciuti non è cambiata e allora ecco spuntare le nuove forme di sensibilità tanto di moda: le acque, i terrazzamenti vitati, il turismo eco-compatibile, l’enogastronomia, il miglioramento dei servizi dedicati al turista (e non solo) come i ns. treni, la viabilità.

La nostra Valle come gli altri territori di montagna ha bisogno di regole diverse rispetto alla pianura o il mare: la montagna e il turismo di montagna deve essere tutelata/o da norme che non possono essere interpretabili singolarmente da un minuscolo sindaco qualsiasi. Fin ora cosi è stato e comuni dove la scelta per la speculazione immediata ha distrutto qualsiasi vocazione turistica oggi sono destinati ad implodere sulle loro illusioni dei decenni appena trascorsi. Il ns. turismo tanto citato e strumentalizzato subisce la devastante immagine di 82 zone pseudo - industriali (78 comuni 82 zone industriali). E cosi percorrere il nostro fondovalle oggi ci fa ammirare questo scempio creato in nome di uno sviluppo che ci sta soffocando e che i più ancora difendono. Questa è stata la lungimiranza della politica valtellinese preposta allo sviluppo turistico. Comuni che ancora sostengono voler diventare protagonisti della ns vocazione turistica confinano con altri in cui neppure si capiscono questi discorsi e si lasciano in bella mostra le più orribili manifestazioni di degrado simile alle peggiori periferie.

Per salvare il salvabile abbiamo bisogno di regole calate dall’alto e assolutamente inderogabili, rispettate senza alcuna eccezione. Regole uguali per tutti e rispettate da tutti.

Per questo confido molto in Lei e spero tanto la sua voce riesca a far stappare orecchie sorde da anni e anni. Spero tanto che a Lei vengano riconosciuti i poteri straordinari necessari per definire coerenti i buoni propositi con i fatti reali. Spero riesca in un sol colpo a zittire gli ignoranti (chi non sa) renderli impotenti e incapaci di danneggiare ulteriormente una Valle già mortificata da questi personaggi. Spero Lei faccia capire alle guardie forestali cosa significa realmente tutelare il ns patrimonio boschivo, mantenere puliti i valgelli tanto trascurati, interpretare la norma con il buon senso necessario, ai geometri degli uffici tecnici imporre regole che oggi non sono neppure scritte.

Non possiamo più ritardare queste decisioni perché già troppo è stato compromesso, la ns. Valtellina sente parlare di turismo troppe realtà e completamente scollegate: oltre alla Dmo da Lei presieduta conta 78 comuni, 5 comunità montane, un numero indefinito di consorzi per il turismo, il bim, le ns unioni di categoria, la provincia ecc… tutti difendono i programmi per il turismo …. quelli del proprio campanile. Cosi che siamo riusciti a dimenticarci che il ns. comune denominatore sta proprio nel chiamarci Valtellina e Valtellinesi e cosi pensiamo di meglio promuoverci nel mondo chiamando il ns. territorio con nomi impronunciabili quali porte del parco, terziere di sotto, di sopra … magari ben sapendo come la conoscenza di queste sottozone sia pari a zero per qualsiasi potenziale turista residente sotto Lecco. Pero' rende molto orgoglioso l’assessore di turno che si bea della sua carica. A lui pochi voti in più, alla Valtellina danni enormi.

La Dmo di cui ricopre la presidenza può essere un importante strumento per curare questo turismo malato che più volte ho definito terminale oppure si può rivelare l’ennesimo flop di una politica che non gli ha mai riconosciuto la dignità che meriterebbe, e Lei da Presidente in cui tutti a parole stanno riponendo fiducia rivolgo questo augurio sincero affinché non sia ennesimo capro espiatorio per colpa di tanta vigliaccheria.. Mi creda, sia vigile e attenta perché i rischi e le accuse sono dietro l’angolo e già pronte. Uguali a quelle rivolte ai suoi predecessori da anni e anni. La politica difende la sua colpevole ignoranza commissionando consulenze tanto costose quanto banali e inutili: fumo negli occhi per confondere gli occhi di chi non vuole vedere sentire parlare. Tutti occupati a tutelare le proprie poltrone sguazzano in perfetta complicità le varie unioni di categoria al servizio di pochi. Molto pochi.

Io, se Lei mi permette, non voglio unirmi a questo coro costretto a cantare da sempre ormai insopportabile. Non ho il piacere di conoscerLa e per quanto ho sentito effettivamente Lei rappresenta la migliore delle scelte possibili per ricoprire un ruolo tanto delicato. Ci voglio credere anche se disilluso da un pezzo.

Qualcuno più bravo nelle “pubbliche relazioni” (facciamo finta di chiamarle così) ha saputo meglio introdursi nel sistema vigente e cosi ha ottenuto maggiori vantaggi, piccoli o grandi. Si è scelta la linea dei fuochi d’artificio quella dei grandi eventi: campionati del mondo, giri d’Italia … ciliegine su torte che non esistono. Humus ideale per favoritismi clientelari, corruttele, tangenti, accordi e promesse di ogni tipo. Naturale conseguenza di un comportamento tanto avverso alle reali esigenze degli operatori ha provocato il loro scoraggiamento, il loro disinteresse per migliaia di stucchevoli iniziative inventate ad hoc per creare nebbia davanti agli occhi dei meno attenti. Nulla di concreto. Solo fumo e discorsi cui nessuno crede più. E una valle che nel frattempo non ha più nulla di turistico….. E oggi questi operatori vengono addirittura accusati di scarsa professionalità, poca lungimiranza, assenteismo…. Insomma “mazziati e cornuti”. Io per quanto poco conti sono comunque e sempre dalla loro parte, ammetto tante lacune ma mi creda se Le dico essere oggi eroico fare turismo in Valtellina.

Un turismo più legato al territorio esige il suo rispetto, coinvolgimento reale di tutti gli operatori del settore, esige regole uguali a quelle vigenti nei territori a noi vicini e concorrenti, esige finanziamenti uguali ai loro, esige più trasparenza, vincoli altrettanto severi da rispettare, esige montagne più tutelate e mantenute, esige più ambientalismo ispirato alla saggezza dei nostri vecchi piuttosto che a estremismi insulsi che spesso impediscono anche di pulire un sentiero, esige tecnici comunali con minore autonomia interpretativa. Regole condivise da tutto il nostro territorio Valtellinese …. medicine amare a cui nessuno si possa sottrarre. Altro che supermercati e materiali edili collocati in capannoni orrendi.

Oggi arriva Lei. Io Le auguro ogni successo possibile ma ritengo sia sconveniente di questi tempi continuare con una politica cosi miope e poco lungimirante. Faccia pulizia nei cassetti di tante scrivanie, ne bruci almeno il 90%, abbia il coraggio di dichiarare superata questa fase di totale ipocrisia cerchi di farci maturare e acquisire una cultura che purtroppo non è nella nostra genetica, se no sarà l’ennesima presa in giro, per noi e per Lei. In bocca al lupo".

 

 

 


Data: 30/04/2013
 
24/07/2013, 16:06
C’è chi dice no

Si torna a discutere sulla utilità di spendere altri soldi per pubblicizzare la Valtellina. Ma c’è chi non crede che altri 450mila euro servano (la campagna è stata decisa dalla DMO, ndr.). La polemica corre anche su facebook, dove un operatore del settore da tempo memorabile  fa una constatazione: “Ho sentito delle indiscrezioni su come dove e quando verrebbero spesi i soldi nostri per la faraonica campagna pubblicitaria per questa Valtellina ‘turistica’. Speriamo non sia vero... se no ci sarebbe veramente da sollevare un uragano”.

Lo stesso operatore sottolinea “Soldi pubblici buttati nel cesso senza alcuna condivisione vera da parte degli operatori di un settore che avrebbe bisogno di ben altro”.

Toni che vanno ben oltre si accompagnano alle parole espresse sul social network, alla luce del fatto “che in pochi mesi questi soldi si aggiungono ai 200mila decisi dal Bim per pubblicizzare la valle sulle reti Mediaset. “Turismo morente”, la constatazione.

Cosa ne pensano gli operatori turistici che operano da anni sul territorio? Davvero questi soldi non servono? Cosa serve alla Valtellina? Perché c’è una decrescita inesorabili di presenze che si protrae nel tempo?

cristina culanti


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27/10/2021

09/05/2013, 08:55
Turismo, mio modesto contributo

Caro Brianzoni,  a mio parere ciò che va fatto sparire, in ordine di importanza e dunque di priorità - ma anche di facilità - è: 
1 - sporcizia (quella prodotta dagli umani e buttata o depositata un po’ ovunque, magari solo "provvisoriamente");
2 - incuria (erbacce, alberi secchi o malati, muretti in disfacimento, incagli nei corsi d’acqua, ecc.: in sostanza il degrado naturale);
3 - brutture edili e non (manufatti più o meno inguardabili, infrastrutture o appendici di infrastrutture deturpanti, ma che pur sempre conservano una funzione utile). 
Quello che veramente scandalizza è come, in luoghi belli naturalmente come la nostra montagna, non si si sia riusciti ancora, dopo un secolo almeno che si fa Turismo, ad eliminare sistematicamente LA SPORCIZIA, operazone relativamente semplice, non molto costosa e che tutti possono contribuire a fare, ma che in primis dovrebbe competere ad enti pubblici che avessero nozione - non di ardue strategie - ma della semplice base di partenza di un’economia turistica! Le invio alcune foto di luoghi che non preciso per carità di patria, ma che ci sono vicini e che comunque riguardano strade di scorrimento del turismo valtellinese e camuno. Mi manca al momento, purtroppo, uno degli esempi più significativi dell’insipienza pubblica (e privata) nostrana: lo spettacolo osceno di alcuni punti dell’ingresso-uscita della stazione ferroviaria di Tresenda-Teglio-Aprica, che invierò prossimamente.

Antonio Stefanini

P.S. - Le allego anche una mia proposta di Manifesto del Turismo, già indirizzata al presidente della Regione Lombardia.





r1


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27/10/2021

06/05/2013, 17:52
Il PIACERE del VIAGGIO

Paolo Cioccarelli era partito da una riflessione sul paesaggio, prima vera attrazione turistica. Auspicando una leadership capace di valorizzarlo.C’è molto da fare, anzi, da togliere. Ma prima di tutto serve visione e capacità. Ti invito, per esempio, a viaggiare tra Tirano e Bormio, fuori dalla superstrada e dalle gallerie, per renderti conto di quante sovrastrutture violentano il paesaggio: pali, cartelli, tralicci, guardrail, ecc., che bisogna togliere al più presto per ricreare quel  "PIACERE del VIAGGIO" che ricordo quando, da milanese, nel 1958 venni per la prima volta a Bormio, per poi tornarci sempre di più fino a stabilirmi. Anche il piacere del viaggio significa turismo, anzi, è parte fondamentale del prodotto turistico. Bisogna solo avere l’accortezza di NON fare, NON costruire più nulla. Il coraggio di togliere e tornare indietro. La nuova Presidente DMO è di Sondalo e capirà perfettamente! Promuoviamo pure una strada migliore, più sicura e veloce, ma i vecchi percorsi dobbiamo valorizzarli e non lasciarli andare in malora. E’ su quei vecchi percorsi che si trovano cose preziose, sconosciute. Alcuni mesi or sono ho portato alcuni amici a cena a Mazzo, ho fatto visitare il centro storico e, al ritorno, anche i centri di Grosio e Grosotto. Sono rimasti a bocca aperta perchè vengono a Bormio da molti anni, viaggiando con la testa nel sacco. Adesso vogliono vedere anche il resto della Valtellina!

Alla prima occasione scatterò qualche foto di cosa bisogna far sparire e la pubblicherò qua sotto. Anzi, dammi una mano, spediscimi una foto di ciò che vorresti far sparire!

pino@brianzoni.it





pino


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27/10/2021

04/05/2013, 16:47
DECLINO

Caro Brianzoni sono perfettamente d’accordo con Lei:

POLITICA e PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 

devono stare ALLA LARGA della GESTIONE commerciale. 

ma declinerei anche:

1. gli amministratori pubblici devono dimostrare preparazione;

2. gli amministratori pubblici non devono essere imprenditori;

3. gli amministratori pubblici devono essere intelligenti.

Ed ecco fatto il vuoto ........... e sono un amministratore pubblico (come l’astuta iena ha già supposto)

 

CARINA


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27/10/2021

04/05/2013, 09:49
DECLINO

Rispondo a Carina per dire che non sto addossando "colpe" ma affermo che manca organizzazione, e che in questo vuoto allignano troppi interessi tribali. Ogni tribù (*) vuole prevalere sulle altre e la prima preoccupazione è quella di bloccare le concorrenze, ed è questo che tarpa lo sviluppo.

Tra poco inizierà la riscossione della tassa di soggiorno. Sento puzza di bruciato, non la senti anche tu? Vi sono altri milioni di euro da spartirsi e le tribù hanno iniziato le danze. Ai problemi già sul tappeto si aggiungerà anche questo, e le cose andranno di male in peggio. 

A meno che ... non avvenga il miracolo e si riesca a organizzarsi.
Ma ripeto l'esortazione precedente:

POLITICA e PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
devono stare ALLA LARGA della GESTIONE commerciale.
 

Separatamente possiamo aprire il capitolo sugli operatori privati.
Che, reciprocamente, devono evitare conflitti di interesse.

(*) Tribù = filiera di interessi e scambio

pino@brianzoni.it

pino


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27/10/2021

03/05/2013, 13:58
Ma va’?

cara carina, lei è sicuramente un amministratore pubblico, che ha anche avvallato le tante spese dei consorzi sostenute negli anni. Caro direttore, sarebbe interessante fare un calcolo dei costi dei diversi consorzi valtellinesi, di valtellina, nonché dei nomi che occupano le poltrone e i loro legami con i diversi partiti e movimenti. è pazzesco come il pubblico si arroghi l’arroganza di fare scelte senza interloquire con i privati. trovo disdicevole questo, alla luce delle letture che ho fatto qui. cara carina, chissà che poltrona occupa lei! buon lavoro a tutti!
la iena


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27/10/2021

03/05/2013, 13:43
DECLINO

Ma siamo proprio sicuri che le responsabilità di un non sviluppo turistico della Valtellina siano da imputare solo alla parte "pubblica"? 

Mi risulta che sono stati molti gli operatori turistici impegnati nelle pubbliche amministrazioni!

Quando le vacche erano grasse (bastava inseguire la domanda) gli eroici imprenditori si arricchivano, ora che le vacche sono molto magre (bisogna produrre un’offerta concorrenziale) servono finanziamenti ad hoc ai suddetti eroici.

Ripeto: SIAMO PROPRIO SICURI CHE LE RESPONSABILITA’ SIANO SOLO DELLA PARTE PUBBLICA?

CARINA


Autore dal
27/10/2021

03/05/2013, 09:32
L’intervento di Massimo Franzetti

TURISMO: CONSIDERAZIONI PERSONALI SULLA DMO

Dopo il pensiero ad alta voce di Paolo Cioccarelli, le considerazioni sul turismo in Valtellina di Roberto Pinna, i concetti di Pino Brianzoni apparsi in questi giorni su newsinfo, che condivido in buona parte, entro volentieri anch’io nell’interessante discussione sperando che altri operatori diano il loro contributo e magari ci si trovi davanti a un tavolo per un sano e costruttivo confronto.

Da decenni e fino ai nostri giorni da parte delle Istituzioni Pubbliche siamo stati assillati da tre parole chiave che a loro detta dovevano essere la panacea di tutti i mali del turismo:

CABINA DI REGIA-CONCERTAZIONE-FAR SISTEMA

Dal 1995 ad oggi queste parole di “PROPRIETA’ PUBBLICA” non hanno prodotto i risultati che ci si aspettava per il nostro turismo, anzi personalmente ritengo si siano accentuate le divisioni territoriali. La sensazione che trasmettiamo ai mercati è quella di una valle con molteplici opportunità turistiche ma insufficientemente vocata al mantenimento del territorio e scarsamente attenta alle esigenze e aspettative del turista che in altre località trova risposte.

Al neo-presidente Giovanna Muscetti voglio far conoscere il libero pensiero di un imprenditore turistico che da oltre trent’anni opera nell’incoming per l’intera Valtellina.

1) non ascolti e non si confronti esclusivamente con i burocrati della politica e delle istituzioni, ma scenda di persona tra i turisti e con gli operatori che frequentano e operano nella nostra Valle e con umiltà senta cosa dicono e cosa chiedono.

2) ammiri come degli eroici imprenditori in ogni settore della nostra valle continuino ad operare con tanta passione, professionalità e risultati e ne tragga le sue considerazioni.

3) non si faccia più coinvolgere, come è stato finora, dalle logiche e dai programmi condivisi e proposti dalla politica al solo fine di sostenere enti pubblici sul territorio di appartenenza che portano solamente sovrapposizioni e divisioni.

4) non continui a credere che la promo-commercializzazione del prodotto turistico di valle debba essere affidata a dei tutor pubblici, e non necessariamente è obbligatorio la presenza nelle grandi vetrine istituzionali e nei grandi eventi.

5) non cerchi e non se ne faccia una ragione imprescindibile che il pubblico debba condividere con il privato strategie e programmi  ma trovi con determinazione il giusto equilibrio di competenze e ruoli tra politica, enti pubblici ma soprattutto grande attenzione e tanto rispetto per gli operatori privati.

6) se dal DMO arriveranno dei segnali di cambiamento e di un rapido aggiornamento programmatico, sono sicuro che aggregazioni di privati le proporranno idee, progetti, programmi concreti e supportati economicamente.

Ritengo che gli attuali terminali turistici sul territorio (consorzi locali, comunità montane, assessorati al turismo, associazioni varie) siano arrivati al capolinea e quindi è inevitabile un nuovo riassetto con regole diverse.

Mi auguro per la Valtellina, per gli operatori, per gli imprenditori che questa volta si arrivi a risultati concreti, positivi e duraturi.

cristina culanti


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27/10/2021

02/05/2013, 18:06
DECLINO

L’origine del problema in Valtellina risiede nell’impostazione della fase organizzativa.

Le forze si aggregano intorno al malloppo (dei soldi pubblici) invece che intorno a disinteressate azioni di sviluppo.

Nascono pericolose e oscure filiere di interesse e scambio, politica - amministrazione pubblica - impresa (amici degli amici), che vanificano gli enormi sforzi degli operatori privati massacrati anche da chi li dovrebbe sostenere.

Serve uno  scrupoloso rispetto dei ruoli, da giocare in modo coordinato:
1) alla politica il quadro normativo;
2) agli enti pubblici o partecipati o associazioni il coordinamento;
3) agli operatori privati la competizione commerciale.

Pubblico un grafico che ho presentato invano agli "attori del turismo".
Come si vede era l'autunno 2011, e ... cosa si è fatto ?

Ho inoltre misurato le manifestazioni di interesse su alcune parole.
Il brand Valtellina, come previsto, è in "coma" dal 2004.
In un paese civile chi ha "orchestrato" questa promozione turistica sarebbe stato allontanato.
Da noi invece ... no.

Quanto si è speso per il sito www.valtellina.it ?
Con quale risultato? Ce lo diranno mai? Non credo, però i soldi sono nostri.

Un risultato lo posso indicare io perchè, oltre allo scarso interesse, ho verificato anche la provenienza delle visite a www.valtellina.it:
prevalentemente dalla provincia di Sondrio! 
A chi è servito? Prova a immaginarlo!

POLITICA e PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
devono stare ALLA LARGA della GESTIONE.
Basta soldi pubblici gettati al vento.

pino@brianzoni.it

pino


Autore dal
27/10/2021

02/05/2013, 16:43
Turismo e crisi: le considerazioni di Pinna

Pinna, direttore del Consorzio Turistico Sondrio Valmalenco 

"E’ ormai noto che la causa dei cali sulle presenze turistiche in Valtellina è di natura strutturale. Il suo modello produttivo, e gestionale, da sempre incentrato sullo spontaneismo e alimentato dall’illusione che il pur forte appeal della risorsa del territorio fosse inesauribile, non ha saputo collocarsi in una dimensione di sistema, finendo per rimanere ingessato nella sua preponderante connotazione settoriale e per essere governato da politiche di congiuntura anziché da strategie economico-organizzative. E’ altrettanto noto che le componenti principali della crisi sono due, riconducibili rispettivamente alla sfera aziendale e in parte a quella istituzionale, entrambe caratterizzate dalla poca concretezza e chiarezza nell’ aderire a tutte le pieghe di una domanda sempre più dinamica e dalla difficoltà a strutturare le proprie funzioni sulle caratteristiche emergenti del mercato.

In molti casi, gli elementi di debolezza dell’impresa turistica Valtellinese – sufficientemente conosciuti e, peraltro, rintracciabili in diversa misura anche nel più vasto contesto nazionale – possono essere individuati, innanzitutto, nella frammentazione e nell’ormai conseguente gracilità finanziaria delle aziende ricettive, le cui prevalenti dimensioni medio -piccole e il relativo modello gestionale, spesso a carattere familiare, le pongono in posizioni di grande debolezza all’interno dei processi in atto di integrazione dell’offerta e di globalizzazione del mercato.

Ne consegue una cultura d’impresa con caratteristiche troppo spesso pre-industriali, che continua  a mostrare ancora impaccio e diffidenza nell’uso del marketing e degli strumenti più aggiornati del management. Le conseguenze le conosciamo: inadeguatezza qualitativa e quantitativa dei servizi offerti; rapporto squilibrato tra qualità e prezzo, dovuto anche alla scarsa dimestichezza con le economie di scala; inefficienze gestionali e organizzative; ritardi nella formazione e nell’aggiornamento professionale, ecc., che si traducono nella perdita di quote sempre più consistenti di mercato.

Se le componenti “privatistiche” della crisi del turismo sono state adeguatamente descritte, non altrettanto possiamo dire di quelle istituzionali, le quali, rispetto alle prime, rappresentano una particolarità tutta italiana e finiscono per svolgere un ruolo opposto rispetto a quelle di un possibile ruolo di acceleratore, con conseguenze molto gravi e già chiaramente avvertibili sulla competitività in generale del prodotto Italia “in generis” sui mercati europei e mondiali.

Per tentare di avviare delle semplici considerazioni sugli aspetti istituzionali della crisi dobbiamo premettere che, in effetti, è da troppo tempo – venti anni circa, cioè dall’istituzione delle Regioni a statuto speciale – che le Istituzioni si interrogano sull’ assetto territoriale dell’Organizzazione Turistica Pubblica e, solo talvolta, sul suo ruolo e sugli obiettivi. Questa interminabile e necessariamente manieristica riflessione, che ha visto impegnati gli organismi politico-istituzionali più disparati a tutti i livelli, non è riuscita a produrre alcuna ipotesi di nuova organizzazione, nessuno strumento operativo attendibile, nessun passo avanti nella conoscenza specifica del settore. Alcune cause che hanno portato a questa particolare forma di “deregulation” (che potremmo definire spontanea, in quanto non esplicitamente voluta e in gran parte non governata) sono da ricercarsi anche in una generalizzata carenza di cultura imprenditoriale specifica che pervade anche le articolazioni pubbliche del settore.

A distanza di undici anni dall’emanazione della legge quadro, alcune Regioni l’hanno applicata integralmente, talune cercando anche di correggere almeno in parte qualche stortura, altre parzialmente, altre ancora non l’hanno applicata affatto. Di conseguenza, in ciascuna di esse scompaiono le funzioni vitali per il turismo come: le professioni turistiche, la classificazione e i conseguenti standard qualitativi delle aziende ricettive, le leggi di incentivazione delle imprese, l’organizzazione turistica pubblica territoriale. Inoltre rispondono alle logiche più diversificate, talora anche bizzarre, spesso frutto di protagonismo esasperato quanto sterile, incapace o non interessato a guardare al mercato e a misurarsi con esso.

Il turismo Valtellinese riflette oggi molte delle  negatività rappresentate e si presenta all’appuntamento del mercato globale unificato in una situazione in cui agli elementi di debolezza di sempre si aggiunge non soltanto l’incapacità di costruire un modello organizzativo univoco, moderno, in grado di governare uno dei settori più avanzati del terziario del mercato, ma addirittura con molte responsabilità nel produrre tentativi lenti ed inesorabili  che hanno visto dapprima la dissoluzione del  “Sistema Turistico” ed ora si ripresentano con la  “DMO”. Quest’ultima certamente partita “vecchia” ed “inadeguata”, e in quanto tale, da aggiornare rapidamente e non già da lasciare in balia dei fenomeni di progressiva disgregazione gestionale che sono sotto gli occhi di tutti.

In mancanza di un quadro di riferimento voluto, condiviso e accettato, la Valtellina  ha  finora affrontato la questione dell’assetto istituzionale del Turismo partendo da posizioni estremamente lontane e variegate  dando luogo, di conseguenza, a soluzioni altrettanto diverse.

Si assiste così, alla più completa immobilità di alcuni  territori, nelle quali in alcuni casi persiste un modello organizzativo vecchio, incentrato su miriadi di micro- organizzazioni molte delle quali di prevalente dimensione comunale, con le inevitabili sovrapposizioni operative e il conseguente spreco di risorse.

Sul fronte opposto si colloca lo sperimentalismo talvolta esasperato di oltre organizzazioni, le quali, procedono spesso per tentativi, trovandosi alle prese con il riordino dell’organizzazione turistica periferica. In quest’ultimo caso, l’ ipotesi di una “riforma Provinciale” dovrebbe essere radicale ed eterogenea  con lo scopo di attivare e sostenere i Consorzi Turistici territoriali, magari con funzioni diverse e con altrettanti diversi criteri di aggregazione territoriale (per tipologia di offerta, comprensoriali e con componenti realmente privatistiche). Personalmente sono tutt’altro che contrario sia alla sperimentazione, sia alla privatizzazione di quegli organismi che per la loro prevalente connotazione economica commerciale devono avere una consistente parte privata.

La semplice considerazione che il modello organizzativo “Consorzio”  deve rispondere soltanto a logiche istituzionali e di mercato, dovrebbe facilmente convincere che questo stesso modello non può essere fortemente unitario, certo riconoscibile, ma non unitario; e non permanentemente e reiteratamente messo in discussione dalla mania di protagonismo di alcuni  centri decisionali. Dovrebbe, inoltre essere superfluo ricordare (ma così non è) che la stessa natura del fenomeno turistico presuppone la gestione pubblica, non fosse altro che per le sue caratteristiche di trasversalità che chiamano in causa l’impegno convergente di tutti i comparti della pubblica amministrazione per il necessario approccio sistemico che quest’ultima deve ad esso garantire e, non da ultimo, per il fatto che la sua totale privatizzazione potrebbe generare pericolosi fenomeni di egemonia da parte della grande impresa, con il conseguente rischio di marginalizzazione ed espulsione dal mercato di quelle aziende medio piccole che ancora nel territorio ne rappresentano in larghissima misura la spina dorsale. E’ ormai noto, infatti, come la difficoltà di trasformare un prodotto turistico spendibile sul mercato non debba rispondere a scelte disarticolate e prive di sistematicità che, più che a logiche di mercato, rispondono o a superficialità dell’approccio o a interessi di parte o a semplice   protagonismo. Una volta definito il modello su questi contenuti, sarà molto agevole individuarne ruoli e criteri gestionali in un’ottica “Consortile Territoriale ” che si liberi definitivamente dai lacci delle logiche burocratiche che ancora in alcuni casi ancora ne condizionano il funzionamento, a cominciare dai meccanismi sulla vendita. Si dovrà lasciare il passo a criteri manageriali, incentrati, oltre che sulla legittimità formale delle decisioni, sull’efficacia dell’azione, sulla qualità dei programmi, sulla loro realizzazione e, infine sul controllo dei risultati.

So perfettamente che qualcuno troverà come quello sopra tracciato velleitario, non realistico, di parte, interessante ma impossibile da realizzare, magari suggestivo ma impraticabile,ecc.. Preciso, in proposito, che si tratta di un modello che, lungi dall’essere stato creato “a tavolino”, è ampliamente applicato, talvolta in modo pressoché integrale da tutti i paesi europei che nella gestione del turismo hanno fatto scelte decise di politica di mercato”.

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021

02/05/2013, 09:15
Sempre chiacchere

Chiedere un po’ di sintesi solo per comprendere meglio quanto articolato in diverse cartelle non è denigrare, ma chiedere di essere messi in condizione di capire, mi scuso se ho dato questa impressione, condivido quello che ho letto della lettera del signor Cioccarelli, non tutto per ora, quando riuscirò leggerò anche il resto. Grazie 
carina


Autore dal
27/10/2021

01/05/2013, 17:47
A chi legge

Paolo ha dato voce a un disagio sentito da credo  tanti  operatori turistici della Valtellina. Troppe lobby e poca focalizzazione. Ognuno per se e Dio per tutti. E’ così che funziona qui. Condivido e non ritengo che sia solo un bla bla bla.

Monica Ruffoni

momi.momi libero.t


Autore dal
27/10/2021

01/05/2013, 16:44
A CARINA

Gentilissima Carina, la ringrazio per aver commentato la lettera aperta al presidente della DMO ma mi pare proprio che lei sia una persona attiva nella vita politica valtellinese, pronta a denigrare un privato che opera sul territorio e senza dare risposte. Forse mi sbaglio, ma a mio parere è impossibile sintetizzare un argomento che sta tanto a cuore a chi opera nel turismo. Quindi, non trovo giusto, mi ripeto, denigrare un pensiero "sentito", espresso da chi di turismo cerca di vivere, o tra un po’ sopravvivere.

cordiali saluti

critina culanti 

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021

01/05/2013, 16:37
Sempre chiacchere

Bla bla bla bla ..... bla bla ... che sfinimento Cioccarelli!!!! Avrà anche ragione, ma che pizza! Un po’ di sintesi per consentire a tutti di percepire le sue argomentazioni. Grazie
carina


Autore dal
27/10/2021