Tutti uniti a Sondrio: FIRMA PER SALVARE LA TUA PROVINCIA
Tutti uniti a Sondrio: FIRMA PER SALVARE LA TUA PROVINCIA

 

Saranno i cittadini di Valtellina e Valchiavenna in prima linea per salvare la loro PROVINCIA. 

Il Consiglio provinciale di Sondrio ha approvato ieri, martedì 31 gennaio, il punto all’ordine del giorno proposto dall’Unione Province Italiane. All’unanimità, solo alcune ore prima dell’adunanza generale convocata sempre a Palazzo Muzio, dove oltre ai sindaci dei comuni del territorio, erano presenti i predecessori di Sertori: Giorgio Scaramellini, Roberto Marchini, Tito Bottà e Eugenio Tarabini. Sergio Pasina, Enrico Dioli e Fiorello Provera erano assenti, anche se i primi due hanno inoltrato uno scritto che rimane agli atti.

 

Tutti hanno rimarcato l’importanza dell’ente Provincia, soprattutto per Valtellina e Valchiavenna, territorio interamente montano. 

Marchini, presidente dal 1980 al 1990, ha sottolineato quanto è importante il ruolo di interlocutore amministrativo dell’ente e lui lo sa bene, perché amministrava quando l’alluvione del 1987 ha richiesto una mobilitazione straordinaria.

 

Sertori ora si aspetta “impegno profondo per questo territorio che ha sempre dimostrato di saper agire” e la mobilità parte dal basso, dalla gente, che presso i municipi potrà partecipare a FIRMA PER SALVARE LA TUA PROVINCIA. Questo lo slogan dell’iniziativa partita dall’Upi e forte di manifesti senza colori politici, con impressa la cartina della provincia di Sondrio tutta colorata di arancione. “La Valtellina paga già lo scotto di un isolamento fisico”, ha rimarcato Sertori, “se verrà svuotata delle sue funzione, sarà isolata anche politicamente e istituzionalmente”. 

 


Data: 01/02/2012
 
04/03/2012, 09:39
forum virtuale sulla Provincia

 In queste settimane, come tutti sappiamo, è in atto la raccolta firme per salvare la Provincia di Sondrio dal decreto Salva Italia del Governo Monti. Le firme, come ha dichiarato l’altro ieri il Presidente Massimo Sertori, sono già a quota 25.000; d’altro canto non tutti sono disposti a salvare il nostro Ente senza studiare delle soluzioni che alleggeriscano i costi delle nostre numerose amministrazioni

Il giornale online  IntornoTirano propone ai lettori un forum di discussione: “Si potrebbe qui verificare, dando la parola ai “non politici”, se anche in provincia di Sondrio i cittadini siano più propositivi della classe politica che li rappresenta. La risposta non è scontata ma vale forse la pena provarci. Utilizziamo gli strumenti che ci mette a disposizione la rete per provare ad avviare qualche esperimento di democrazia partecipativa (che non è altro che l’incontro fra la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta)”.

Invito tutti i cittadini a partecipare. Per scrivere commenti è necessario (e corretto) registrarsi al sito.

lucavi


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27/10/2021

02/03/2012, 16:04
...e intanto?

Oltre a raccogliere firme esiste tra i nostri politici e amministratori locali la volontà di mettersi a sedere attorno a un tavolo allargato e confrontarsi sulle ipotesi di riorganizzazione territoriale?
lucavi


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27/10/2021

02/03/2012, 15:04
Hanno firmato più di 25mila cittadini

Conferenza stampa questa mattina presso Palazzo Muzio per fare un bilancio delle firme raccolte: più di 25mila. L’obiettivo, come ha specificato il presidente Sertori, è 30mila. Ferma intenzione del presidente della Provincia di Sondrio è invitare la Commissione Affari Costituzionali. 

 

Domani, sabato 3 marzo, saranno organizzati sul territorio diversi punti per la raccolta firme per la petizione popolare a favore della Provincia. I punti saranno presidiati e gestiti da consiglieri provinciali, consiglieri comunali e volontari.

 

Castione Andevenno: c/o Centro Commerciale Le Torri dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00

Sondrio: Piazzale Bertacchi (nei pressi delle cabine telefoniche) dalle 9.30 alle 12.30 

Tirano: Piazza Cavour dalle 9.00 alle 12.30

Prata Camportaccio: c/o Centro Commerciale Iperal dalle 9.30 alle 12.30 

 

cristina culanti


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27/10/2021

01/03/2012, 16:32
La posizione della Cgil

(Il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro Territoriale di Sondrio ha approvato oggi, giovedì primo marzo, l’ordine del giorno riguardante alla raccolta firme per salvare la Provincia).

In queste settimane è in corso una raccolta di firme, promossa da un vasto fronte composto dall’Amministrazione Provinciale, dai Comuni e dalle forze sociali, che ha come obiettivo la salvaguardia della Provincia di Sondrio come istituzione necessaria per rappresentare gli interessi del territorio e farne sintesi. 

A questa iniziativa la CGIL ha partecipato  e partecipa attivamente e  con piena convinzione, nella consapevolezza che in gioco non vi è tanto e solo la salvezza della provincia intesa come ente, ma il rischio di diventare, forse definitivamente, un’area marginale  della Regione Lombardia.  La nostra partecipazione assume anche un significato di contrasto al dilagare della demagogia e dell’antipolitica che rischia di  mettere tutti sullo stesso piano e travolgere anche i livelli istituzionali più vicini ali cittadini. La raccolta di firme mira a salvaguardare un  livello istituzionale come la provincia di Sondrio periferica, di confine e interamente montana, indispensabile come livello di mediazione con la regione ed è un forte atto di sensibilità civica e di attenzione al territorio per evitare di diventare una periferia buona per una vacanza o sfruttarne le acque. 

E’ un rischio, questo, che vogliamo sottolineare e che sfugge a quanti, in questi ultimi giorni, hanno polemizzato con la raccolta di firme bollandola come una battaglia parziale, di retroguardia e puramente conservatrice,  mentre la reale necessità  è quella di ripensare il sistema delle autonomie locali. 

Noi riteniamo invece che la difesa della provincia debba essere strettamente intrecciata ad una riflessione ed a un progetto complessivo sul riordino del sistema degli enti, e lo abbiamo chiarito con grande nettezza sin dal primo momento con un documento del direttivo della Cgil poi nel documento  delle Segreterie territoriali di CISL e UIL. Nel documento unitario si afferma la necessità di affrontare seriamente il problema della riorganizzazione della Pubblica Amministrazione nella direzione di una maggiore efficienza e capacità di fornire servizi ai cittadini ed al tessuto economico del territorio, di una semplificazione delle procedure, di una riduzione dei costi della politica ad ogni livello. Nella nostra realtà montana questa riorganizzazione è praticabile da subito attraverso una gestione accorpata dei servizi da parte dei comuni, una gestione che consentirebbe un notevole risparmio e servizi più efficienti.

Partendo da questa consapevolezza, noi siamo convinti  che la provincia possa e debba essere il punto di snodo di questa riorganizzazione, un ente capace di  esercitare quel ruolo di regia che è assolutamente necessario per affrontare un processo di riorganizzazione così impegnativo.

Per fare questo, la provincia deve individuare i modi e coordinare gli enti interessati, a partire dai comuni, per poi essere in grado, in tempi brevi, di avanzare un progetto di “riforma dal basso” che sia il frutto di scelte del territorio e non di imposizioni calate dall’alto. Un progetto che per noi deve prevedere le unioni dei piccoli comuni per aree di omogeneità territoriale per poi giungere alla loro fusione, il superamento delle Comunità Montane e   la redistribuzione delle loro competenze ai Comuni e alla stessa provincia, l’abolizione del BIM dopo essersi garantiti come territorio  le risorse oggi in capo all’ente. 

Questo serve oggi per dare più forza alla battaglia per la difesa della Provincia, come serve, subito, la convocazione del Comitato istituzionale sulle acque per decidere come affrontare su basi diverse le questioni aperte dopo le sentenze della Corte Costituzionale che hanno affossato la legge della Regione Lombardia che prevedeva la compartecipazione della Provincia nella gestione degli impianti alla scadenza delle concessioni. 

Riteniamo invece sia da respingere, anche per le esperienze precedenti che hanno riguardato il nostro territorio, la nuova proposta che sembra essere in discussione alla commissione affari costituzionali della camera dei deputati, che prevede la trasformazione della provincia in un ente di secondo livello con un numero limitato di consiglieri eletti dai consigli comunali. Questa sarebbe di fatto non una novità ma la riproposizione di una grande Comunità Montana che sarebbe inevitabilmente prigioniera delle alleanze fra i vari comuni, con le conseguenze nefaste già vissute nel passato.

Nel confermare tutto il proprio impegno nella prosecuzione della raccolta delle firme e nella difesa della provincia, il Comitato Direttivo impegna la Segreteria a chiedere  a tutti i soggetti che appoggiano l’iniziativa di proseguire nello sforzo e al termine della raccolta firme di proporre l’apertura di un confronto, con un ruolo di regia della provincia, per giungere ad una ipotesi condivisa di riorganizzazione del sistema territoriale degli enti, e di richiedere all’Amministrazione Provinciale di convocare il Comitato istituzionale acque e il tavolo per la gestione delle situazioni di crisi sul territorio.  

cristina culanti


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27/10/2021

25/02/2012, 15:06
correzione

Mi scuso ma ho sbagliato soggetto : i miei ringraziamenti vanno al gruppo Misto
lucavi


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27/10/2021

25/02/2012, 08:09
chi comincia?

Ringrazio innanzititto Barbalace che sta provando a fare una proposta sopra le parti.

"E’ necessario ora un impegno trasversale di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni locali...

...è necessario ed urgente che si riformi l’assetto di governo del territorio, concretizzando una proposta seria, condivisa e sostenibile."

Condivido queste affermazioni, che mi sembrano simili a quelle espresse da altre forze politiche provinciali (PD e IDV in primo luogo).

E’ sicuramente importante che ci sia anche qualche Sindaco capo mandamento a rappresentare queste istanze nelle sedi istituzionali, ma il problema è la proposta: qual’è, chi la deve fare, come, con quali strumenti? Se il Sindaco di Tirano si facesse promotore, assieme agli altri Sindaci capo mandamento, di un tavolo istituzionale provinciale allargato a tutte le forze politiche, alle forze sociali non propriamente politiche e agli Amministratori Comunali, riuscirebbe a esercitare un ruolo politico di rappresentanza di tutta la provincia lasciato vacante da chi in questo momento invece potrebbe e dovrebbe ricoprirlo con forza. Sto parlando del consiglio provinciale.

Solo mettendosi tutti attorno a un tavolo e rinunciando a qualcosa si può costruire un progetto di sintesi politica, altrimenti i partiti e le organizzazioni sociali andranno ognuno per la loro strada, continuando a scrivere comunicati stampa, e non si incontreranno mai nella realtà.

lucavi


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27/10/2021

24/02/2012, 17:29
Il Gruppo misto al Sindaco di Tirano...

(Riceviamo e pubblichiamo l’appello dei componenti del Gruppo Misto, in minoranza consiliare a Tirano)

L’iter legislativo in corso per la riforma delle Province sta procedendo velocemente.

Per quanto riguarda la provincia di Sondrio, considerando la sua particolarità territoriale, penalizzata dalla lontananza geografica e da croniche carenze infrastrutturali, la previsione dello svuotamento di competenze e di rappresentatività rappresenta un ulteriore handicap.

 La raccolta di firme  in difesa dell’Ente in quanto tale, promossa recentemente dal Consiglio provinciale, rischia tuttavia di non essere compresa, o meglio “compartecipata”, dalla maggioranza dei cittadini.

Come ci siamo già espressi  nell’ intervento durante il Consiglio Comunale del 30-12-2011, partendo dalla constatazione che, oltre all’ente Provincia, sul territorio vi sono 78 Comuni, 5 Comunità Montane, due Enti  per la sanità : una Asl, una Azienda Ospedaliera , il Bim per la gestione e ripartizione della remunerazione sullo sfruttamento delle acque, deve risultare  chiaro a tutti che oggi non è oggettivamente sostenibile l’idea di una frammentazione di questo tipo per governare un territorio con meno di 185.000  abitanti.

Tale frammentazione, quindi,  costituisce una complicazione politica e amministrativa che determina ingenti costi  gestionali relativi al  funzionamento dei vari enti e, soprattutto, si evidenziano interventi che non sono coordinati  fra loro, un impiego di ingenti risorse con scarsa  ricaduta  sul territorio in termini di rapporto-costo/beneficio.

La difesa della Provincia non  può essere fatta solo   chiedendo il sostegno della popolazione, ma con l’impegno di amministratori e “politici” che non possono  limitarsi a promuovere la semplice raccolta del consenso: è necessario ed urgente che si riformi l’assetto di governo del territorio, concretizzando una proposta seria, condivisa e sostenibile .

 

Invitiamo pertanto  il nostro Sindaco a rappresentare queste istanze nelle sedi  istituzionali,   a partire dalla proposta di revisione delle competenze delle Comunità Montane, a valutare se  c’è la possibilità e l’opportunità di sciogliere il Bim e a  trasferirne le competenze e le risorse alla Provincia, affinché diventi un reale punto di riferimento autorevole e funzionale per il territorio, e a promuovere l’unione di Comuni per aree territoriali omogenee in grado di garantire la programmazione e la qualità dei servizi ai cittadini. 

E’ un percorso difficile, lo riconosciamo, le competenze interessate sono diverse così come gli enti interessati, ma il vero ostacolo è dato dalla rinuncia alle cariche, alle varie “ poltrone, divani e poltroncine”, consolidate negli anni  e sempre più distanti dai cittadini. 

E’ necessario ora  un impegno trasversale di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni locali, dal momento che ormai non è più possibile il mantenimento dello status quo.

 

Il gruppo consigliare Misto del Comune di Tirano

cristina culanti


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27/10/2021

24/02/2012, 17:25
Si firma anche questo fine settimana

(cliccare per ingrandire)

cristina culanti


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27/10/2021

18/02/2012, 10:01
DOVE FIRMARE IL 18 FEBBRAIO

FIRME PER LA PROVINCIA OGGI : Castione all’Iperal 10-12 e 15-18 Piantedo, come a Castione Sondrio Piazza Campello 9.30-12.30 Morbegno P.za S, Antonio 9-12.30 e P.za Mattei 14-18 Chiavenna P.za Bertacci 9-12.30 Sondalo all’Iperal 15.30-18.30
lucavi


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27/10/2021

17/02/2012, 12:27
15mila firme raccolte

Mantenere l’ente Provincia, senza se e senza ma. Ha preso posizione anche l’ex numero uno di Palazzo Muzio, Eugenio Tarabini, sulla questione e il suo auspicio è che si raggiungano le 81 mila firme di valtellinesi e valchiavennaschi. E intanto questa mattina il presidente della provincia di Sondrio Massimo Sertori ha illustrato alla stampa i dati: 15 mila firme raccolte dal 31 gennaio ad oggi. Ma la raccolta continua, per salvare dall’isolamento anche politico questo territorio interamente montano.
cristina culanti


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27/10/2021

16/02/2012, 06:54
dibattito

Sulla stampa locale si legge: «Dobbiamo fare una proposta prima che vengano lo Stato e la Regione a dirci cosa fare (Costanzo). La proposta non c’è. Ma intanto non c’è neppure l’avvio di un processo di confronto che possa portare ad un’ipotesi da portare sui tavoli milanesi insieme alle firme degli abitanti di Valtellina e di Valchiavenna».Allora chi prende l’iniziativa: Il Presidente della Provincia, il Consiglio provinciale, un partito politico locale, uno o più Sindaci ? Dato che altre ipotesi non ce ne sono è meglio che qualcuno dei soggetti sopra menzionati prenda l’iniziativa. Infatti è da un po’ di tempo che si parla di un tavolo istituzionale allargato: è proprio così difficile crearlo?

Scrive Alberto Frizziero,in un articolo sul suo sito gazzettadisondrio, alcuni pensieri che condivido:

-La Provincia ha un senso preciso se parliamo di mantenimento tal quale, seppure con possibilità di rivisitazione di competenze, funzioni, ambito istituzionale di riferimento. Non ci sono alternative.- Le Comunità Montane resteranno nella misura in cui le Regioni le vorranno tenere e le finanzieranno perchè lo Stato le ha di fatto scaricate.- il BIM cessa e si scioglie unicamente se lo vogliono i Comuni soci secondo la maggioranza prevista.- gli accorpamenti di Province contermini non si possono fare in poche settimane.

lucavi


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27/10/2021

12/02/2012, 18:07
domanda

Aggiungo una domanda per gli esperti: non si potrebbe creare una Azienda speciale in capo alla Provincia, la cui assemblea sarebbe composta da tutti i sindaci dell’ambito (ATO)?
lucavi


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27/10/2021

12/02/2012, 17:55
questione acque

Per la questione acque, dopo la occasione perduta nel 2003 sul mancato trasferimento delle competenze sul demanio idrico dalla Regione alla Provincia, bisogna ripartire da qui:

Con la sentenza 339/2011 la Corte costituzione ha bocciato la legge regionale n. 19 del 2010 della Lombardia in particolare nella parte relativa alle “grandi derivazioni ad uso idroelettrico”, che in sostanza affidava alla Regione il controllo delle concessioni relative alle risorse idriche per la produzione di energia elettrica. Prerogativa, quest’ultima, che – spiega la sentenza – spetta invece allo Stato La Regione Lombardia avrebbe invaso l’esclusiva competenza statale in materia di tutela della concorrenza, dichiarando l’illegittimità costituzione delle norme in questione in quanto, come si evince da una precedente sentenza della stessa Corte costituzionale “l’intera disciplina delle procedure ad evidenza pubblica è riconducibile alla tutela della concorrenza, con la conseguente titolarità della potestà legislativa, in via esclusiva, allo Stato (art. 117, secondo comma, lettera e, Cost.)”.

Se però, in base alle procedure concorrenziali le future società energetiche potessero nascere in valle con una partecipazione minoritaria della Provincia, le scelte decisive relative agli investimenti e alla distribuzione degli utili potrebbero andare nelle mani di  grosse aziende multinazionali, con logiche di massimizzazione dei profitti e non di servizio pubblico essenziale.

In questo caso io sarei invece più favorevole ad una società interamente in mano all’Ente Provincia. In fondo le acque sono nostre e quindi nel territorio devono restare anche tutti i guadagni.

Oltre a diventare padroni delle dighe, quello che conta è acquisire anche il potere di rilasciare le concessioni e di incassare le quote. Questo potere rimane tutt’ora  nelle mani della Regione.

 

 

 

lucavi


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27/10/2021

12/02/2012, 15:19
firmare

sì sì, si firmerà, ci si prova, ma io vorrei sentirli parlare di acque e scadenze delle concessioni delle grandi derivazioni. vorrei le competenze del demanio idrico sul territorio... ma forse sogno. 
la iena


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27/10/2021

12/02/2012, 12:23
avanti

Speriamo che ne raccolgano tante, e soprattutto che servano a qualcosa. Io nel mio Comune sono stato (modestamente) il primo a frmare.
lucavi


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27/10/2021

12/02/2012, 10:46
NEANCHE IL GELO LI FERMA !

Bormio, 12 febbraio 2012.

Sotto al Kuerc, Beppe Occhi (Sindaco di Bormio), Massimo Sertori (Presidente della Provincia di Sondrio) e Filippo Compagnoni (Assessore Provincia), raccolgono firme. 


r1


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27/10/2021

11/02/2012, 13:51
novità dall’ UPI

La proposta dell’Unione Province Italiane per il “salvataggio delle Province”Da tenere d’occhio secondo me è il punto 1 della proposta : qual’è infatti la "dmensione demografica e territoriale adeguata"?Fonte: upinet“Delega al Governo per l’istituzione delle città metropolitane, la razionalizzazione delle province, il riordino dell’amministrazione periferica dello Stato e degli enti strumentali”    …la presente proposta avvia un profondo processo di razionalizzazione delle Province, per fare in modo che, considerate le peculiarità storiche delle aree interessate, esse abbiano una dimensione adeguata dal punto di vista demografico e territoriale e omogenea quanto a indici economici, per l’esercizio delle funzioni fondamentali previste dalla legge sul federalismo fiscale, e il profondo riordino di tutta l’amministrazione periferica statale e regionale.    Il profondo riordino delle istituzioni di area vasta previsto in questa proposta implica un accordo preventivo tra tutti i soggetti costitutivi della Repubblica    Nella riforma del governo di area vasta un ruolo decisivo è assegnato alle Regioni, chiamate a ridisegnare le aree metropolitane e le Province del loro territorio, d’accordo con la maggioranza dei comuni interessati, e a proporre al Governo le nuove circoscrizioni, come previsto dall’art. 133 della Costituzione.    Il testo della legge delega potrebbe essere inserito all’interno del Disegno di legge di conversione in legge del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1 che il Parlamento si appresta ad esaminare.    Queste le principali novità previste dalla proposta, per quanto riguarda le Province e il riordino dell’amministrazione statale e regionale:    1 Ciascuna provincia deve avere una dimensione adeguata dal punto di vista demografico, territoriale ed economico, per l’esercizio delle funzioni fondamentali previste dalla Legge sul federalismo fiscale.    2 Per razionalizzare le circoscrizioni territoriali, lo Stato e le Regioni a Statuto speciale procedono alla riduzione del numero delle Province e alla ridefinizione delle circoscrizioni provinciali, anche in conseguenza dell’istituzione delle città metropolitane.    3 Sono organi della Provincia il Presidente, la Giunta e il consiglio eletti direttamente dai cittadini della provincia; le elezioni dei nuovi organi di governo delle province avviene a decorre dalla data di scadenza del mandato amministrativo successivo all’approvazione dei decreti legislativi di attuazione della presente legge.    4 Conseguentemente alla nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali e metropolitane, vengono accorpati gli uffici territoriali del governo.    5 Si prevede che le funzioni amministrative siano esercitare dai Comuni, dalle province e dalle città metropolitane: si eliminano quindi tutti gli enti o le agenzie statali, regionali e degli enti locali.    Ovviamente, la presente proposta di legge è alternativa a quella approvata con il Decreto“Salva Italia” e comporta l’immediata abrogazione delle norme sulle Province previste dall’art. 23 .
lucavi


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27/10/2021

10/02/2012, 06:46
conoscere per capire

Iniziamo allora a studiare tutti la storia politica- amministrativa-istituzionale nonchè economica, territoriale, culturale della provincia di Sondrio. Iniziamo a costituire un tavolo allargato di discussione e non riservato o peggio delegato ai soli politici locali. Iniziamo a dare ognuno il proprio contributo propositivo. I politici inizino ad ascoltare e a prendere in considerazione le idee provenienti dalla società. E inizino tutti a fare un pò di autocritica e un po’ meno di propaganda.

Pur condividendo la proposta di riordino di Costanzo non mi è costato nulla andare a firmare anche per il salvataggio della provincia, e non mi costerebbe nulla firmare il Referendum proposto dai Popolari Retici sulla autonomia. Tutto può essere utile, purchè si vada tutti insieme nella stessa direzione, soprattutto con idee e programmi chiari e condivisi sulla provincia di Sondrio. Serve sintesi politica. E conoscenza storica e non ideologica dei fatti.

lucavi


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27/10/2021

09/02/2012, 18:38
La posizione di Angelo Costanzo, PD

La posizione di Angelo Costanzo, illustrata oggi in seno alla conferenza stampa organizzata dal PD valtellinese a Sondrio in merito al riassetto istituzionale e alla petizione “No

all’Italia senza Province”

 

Provincia sì, ma con un riassetto istituzionale vero! La chiusura del BIM e delle Comunità Montane e una visione di un territorio alpino che vada oltre i nostri confini tradizionali!

Dopo che il centrodestra, nelle ultime elezioni,  aveva inserito nel proprio programma elettorale la chiusura delle Province si è arrivati prima al progetto di legge Costituzionale del Governo Lega-PDL, che le aboliva, e poi al Decreto Legge del Governo Monti. Un decreto che non le chiude ma le svuota di competenze e le fa diventare degli enti di secondo livello. Secondo me è fondamentale in un territorio, completamente montano, come il nostro avere un ente che svolga funzioni di coordinamento provinciale nella pianificazione socio-economica territoriale. L’Amministrazione Provinciale appare l’istituzione più idonea a garantire il governo di una visione complessiva dello sviluppo socio-economico e di governo del territorio. La discussione non si può fermare solo ad una battaglia per salvare la Provincia ma bisogna avere il coraggio, ora, d’affrontare realmente e seriamente la necessità, non più rinviabile,  del riassetto istituzionale locale. Non basta elencare le funzioni e i compiti dell’Amministrazione provinciale per legittimarne l’esistenza in vita, ma bisogna valutare se realmente le sta esercitando e con quale capacità e qualità nell’azione politica-amministrativa. Non è una critica all’attuale gestione ma all’impianto istituzionale che paga la difficoltà di sovrapposizioni e frammentazioni di competenze. Se ci sono voluti oltre quindici anni per fare il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, se non c’è ancora una pianificazione  nella gestione dell’uso plurimo delle acque e nella programmazione e gestione dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), se abbiamo quarantuno pluriclassi, se non  c’è ancora un piano vero di riassetto della rete ospedaliera, mentre la Val Camonica ha regole diverse dalle nostre con una gestione unitaria tra ospedale e ASL, se non siamo riusciti ad ottenere dalla Regione Lombardia il trasferimento della gestione del Demanio Idrico forse è giunto il momento di riflettere ed aprire una discussione vera, senza nascondersi dietro una petizione.  Ho già vissuto in passato esperienze del genere che sono servite a vendere un’unità di valle, sulla base di slogan, ma non a discutere nel merito le scelte e le soluzioni dei problemi. Comitati che dovevano coinvolgere il territorio di cui oggi, dopo la bocciatura della legge regionale sulle concessioni idroelettriche da parte della Corte Costituzionale, nessuno parla più. Evitiamo gli errori del passato. Il problema del riassetto istituzionale deve vedere una responsabilità trasversale di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni locali senza attestarsi sul mantenimento dello status quo. Non regge un modello così frammentato con 78 Comuni, 5 Comunità Montane e il Bim, dobbiamo avere il coraggio di fare una scelta. Chiudere le C.M. e il BIM e  trasferirne le competenze e le risorse alla Provincia. Andare verso l’unione di Comuni, per aree territoriali omogenee in grado di garantire una programmazione ed una maggiore qualità dei servizi ai cittadini e superare l’attuale frammentazione. Esempi ne potremo fare molti anche solo per lanciare il classico sasso nello stagno, l’accorpamento dei comuni della Val San Giacomo, quelli sopra Tirano da Lovero a Grosotto, quelli della sponda orobica di Sondrio o della Costiera dei Cech. Per farlo serve superare la logica del microinteresse, alla frammentazione della gestione del territorio in campo urbanistico bisogna cedere un po’ di sovranità a favore di un progetto che non guarda solo all’oggi ma costruisce il futuro istituzionale senza subirne un lento declino. La Provincia la difendiamo se abbiamo un progetto forte, da presentare in Regione. Ad ottobre il gruppo dei Democratici in Provincia aveva presentato un ordine del giorno per affrontare concretamente il riassetto istituzionale, dove si affrontava il tema del superamento delle Comunità Montane e la necessità dell’unione dei comuni. Allora la maggioranza Lega – Pdl, che oggi pare non esistere più, lo bocciò approvando la richiesta a Regione Lombardia il riconoscimento di Status di territorio interamente montano. Ora si dice che la priorità non è una discussione di merito ma, la petizione per salvare la Provincia. Ma quando apriamo realmente una discussione in Consiglio provinciale e tra le istituzioni locali per delineare un modello istituzionale che renda ancora più forte l’amministrazione provinciale? Personalmente penso che lo svuotamento e la trasformazione in un ente di secondo livello, non eletto dai cittadini, sia un errore. La raccolta di firme, senza l’avvio di una vera discussione, nasconde il rischio di finire nel populismo senza affrontare i veri problemi, non solo quelli dell’assenza di una visione strategica nel futuro assetto istituzionale ma, anche, i fallimenti politici della Lega a partire dalla bocciatura della legge regionale sulle concessioni idroelettriche che avrebbe dovuto cambiare le sorti del territorio, il mancato trasferimento del demanio idrico alla Provincia e le continue crisi dell’amministrazione provinciale con l’epurazione di assessori  e l’uscita del PDL dal governo dell’ente. Le debolezze non si affrontano con il populismo, questo le aggrava ulteriormente e le firme serviranno da alibi per l’ennesima crociata senza affrontare i veri problemi. Serve un salto di qualità nella discussione politico-istituzionale e per questo va rilanciata con forza la necessità di aprire un confronto per  delineare il futuro assetto istituzionale della nostra Provincia e di un’area alpina in grado di guardare oltre i propri confini tradizionali. Certo è complicato ma è così che la politica e le istituzioni svolgono il proprio ruolo, non solo chiedendo ai cittadini di firmare una petizione lasciando che tutto rimanga così com’è!

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021