Un coaster collegher? Tirano a Trivigno e Aprica
La notizia della volontà di un finanziatore di pagare un’infrastruttura chiamata "coaster" che colleghi Tirano a Trivigno e quindi Aprica è nell’aria da tempo. L’opera dovrebbe costare circa 30milioni di euro, e la persona che, nativa del tiranese ma che ha fatto fortuna in Brasile, ha deciso di finanziare quest’opera - una sorta di "montagna russa" capace di trasportare i passeggeri su monotoraia - sta già portando avanti il progetto. (Nella foto, un esempio di coaster). La scrittrice Luisa Moraschinelli ricorda che... Collegamento Tirano – Aprica? Già sentito dire... Leggendo la notizia sulla stampa recente, anche se appena accennata, di un possibile progetto di – collegamento Tirano – Aprica, negli angoli remoti della mia memoria, (preciso – remoti – ossia molto lontani), ho trovato la stessa notizia che, caso strano, non mi è arrivata né dalla stampa, né dalla radio, né da un comizio, ma dal pulpito della chiesa di St. Maria d’Aprica, la mia Parrocchia. Ripeto: un ricordo molto lontano, di quando la mente recepisce e conserva a differenza di quello recente che è come versare acqua su una pietra che scorre via senza lasciare un segno, tanto da faticare a ricordare quello che si ha mangiato il giorno prima. In quella occasione, forse alla Messa domenicale, non so in che contesto, il parroco, allora dal pulpito come si usava, aveva fatto un insolito discorso, visto l’ambiente. Parlava di una "teleferica" che dal piano - suppongo da Tresenda o da Villa, ma poteva essere anche da Tirano, comunque dal piano alla montagna -, permetteva di salire all’Aprica non più a piedi, come eravamo soliti fare, ma comodamente seduti, in seggiolini, o comunque per aria, sollevati da terra. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Allora eravamo abituati alle teleferiche che dalla montagna portavano i tronchi al paese, ma come dal piano saremmo arrivati alla montagna, senza tenere i piedi per terra, non ne avevo una idea, tanto che, giunta a casa, ho chiesto spiegazione alla mamma. Il progetto, e penso che lo scopo di reclamarlo in Chiesa fosse per una sottoscrizione della popolazione d’Aprica per racimolare i fondi, non aveva niente a che vedere con le teleferiche che trasportavano legname, ma sarebbe stato pur sempre una specie di teleferica ma munita di seggiolini. Comunque fosse, a me sembrò fantascienza e così rimase negli anni che seguirono. Nessuno più ne parlò.. Con il tempo però, non so se sullo stesso progetto, verrà costruita la seggiovia del Palabione, (1943), ma potrebbe avere anche niente a che vedere con quel progetto proposto anni prima. E poi questi impianti che sono sorti in seguito, vedi Magnolia e Baradello, hanno altra funzione di quella proposta ai tempi. Se l’idea che veleggia oggi fosse la stessa che ho sentito io annunciare dal pulpito, tanti anni fa, bisogna riconoscere come le idee nascono, lasciano il segno, si nascondono in angoli remoti, ogni tanto riaffiorano e qualche volta arrivano a maturazione, altre si perdono nel tempo. E qui è il caso di dire: “Se sono rose fioriranno…” (LUISA MORASCHINELLI)
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